Recensione edward mani di forbice regia di Tim Burton USA 1990
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Recensione edward mani di forbice (1990)

Voto Visitatori:   8,64 / 10 (458 voti)8,64Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Dimensione testo: caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi

locandina del film EDWARD MANI DI FORBICE

Immagine tratta dal film EDWARD MANI DI FORBICE

Immagine tratta dal film EDWARD MANI DI FORBICE

Immagine tratta dal film EDWARD MANI DI FORBICE

Immagine tratta dal film EDWARD MANI DI FORBICE

Immagine tratta dal film EDWARD MANI DI FORBICE
 

Un anziano inventore (Vincent Price) dà vita a un ragazzo chiamato Edward (Johnny Depp) ma muore prima di finirlo, lasciandogli delle forbici al posto delle mani.
Rimasto incompiuto, il giovane riceverà la visita di Peg (Dianne Wiest), una rappresentante Avon, che si recherà al maniero dove vive e deciderà di invitarlo a casa sua, situata nel sobborgo confinante, per salvarlo dalla solitudine.
Ben presto le vicine curiose cercheranno di conoscere meglio il "Frankenstein" di turno che intanto si invaghirà, a suo modo, di Kim (Winona Ryder), la figlia di Peg.

I titoli di testa si presentano ai nostri occhi mostrando un incipit colorato e vertiginoso alla maniera di alcuni temi cari al Saul Bass hitchcockiano. La scenografia definisce da subito, in modo molto concreto, l'impalcatura narrativa attraverso meditati componenti architettonici: il castello gotico riflette l'indole intricata, disordinata e asociale di Edward, mentre le case del ridente villaggio, colorate in varie tonalità pastello coi loro giardini perfettamente spianati e innaffiati, provano l'uniformazione sociale dei loro abitanti e la loro simulata indipendenza.
Quelli di "Edward mani di forbice" sono giardini messi in rilievo da motivi e valenze già conosciute in "Velluto blu" di Lynch: all'apparenza ideali per essere sfruttati dai bambini come parco giochi o perfetti come luogo tranquillo di rigenerazione, anche il verde burtoniano è simbolo di un'America (preferibilmente provinciale) ingannevole che nasconde in profondità realtà spaventose, tormentate e violente.
La denuncia è rivolta all'assillo tutto stelle e strisce votato alla ricerca dello stile di vita perfetto, vagamente condizionato da modelli televisivi. Un'ideologia che tende a mantenere fuori dai giochi anche gli storici "nemici" di colore (l'unico cittadino di pelle nera è un poliziotto che simpatizza subito con Edward, comprendendo la sua condizione) e della quale si percepisce l'indubbia decadenza, se non l'immutabile distanza.

La periferia è adatta per descrivere uno spazio mancante di ogni senso della storia, d'istruzione, di educazione amorosa, e Burton ci si butta a capofitto nel riuscito tentativo di rappresentarla nella sua cattiveria e apatia. La collina, invece, sorge in modo innaturale ai bordi della cittadina, introdotta da una serie di rovine e di sterpaglie aggrovigliate ma anche da uno stupendo parco con cespugli a forma di drago, mani (!) giganti, renne natalizie, anticipanti l'animo dell'isolato inquilino.
Il castello è distante e opprimente allo stesso tempo; perfetto refoulement della spaventata e varia umanità circostante è quasi sempre circondato da foschie accentuate dal flou.

Interessantissimo è il tema del diverso per antonomasia, considerato sotto un certo punto di vista contro natura; quello che, pur volendo esprimere il suo affetto e amore, risulta impossibilitato a simboleggiarlo a causa delle taglienti forbici che si ritrova al posto delle mani.
La scaltrezza e l'egoismo del "popolino" si collocano contro l'affettuosa ingenuità di un cuore puro, probabilmente fatto di biscotto, che ferisce se' stesso piuttosto di far male agli altri. Inserito in un contesto sociale sconosciuto è il suo senso morale a sembrare distorto.
Gli altri personaggi sono banali, monotoni, incapaci di vivere fuori dai loro rigorosi schemi mentali e legati indissolubilmente ai loro preconcetti. Lasciano spazio a Edward solo come fenomeno da baraccone. La circoscritta accoglienza nella vita in comune ha un aspetto personalistico e finto libertario: Edward è accettato in quanto artista che assume un ruolo estetizzante, parrucchiere ispirato per donne/cagne, equilibrista ambientale impareggiabile e abbellitore di facce umane e facciate edili.
Il rispetto per il diverso non si insegna e non esistono istruzioni nemmeno sui manuali Avon. Di certo, la deferenza è quella che ancora non ha imparato la squilibrata ipercristiana del borgo che sa solo suonare l'organo, venerare le croci, leggere salmi e profetizzare maniacalmente, immersa tra le candele, imminenti sciagure.

"Edward scissorhands" è un'ottima allegoria del popolo statunitense e della società dei consumi da esso creata: costituita da persone irreprensibili, condizionata dallo spreco e da aspettative allineate e obbligate, la collettività pop e medio borghese creata dal regista esprime tristemente la spaventosa involuzione generale di quegli anni.
Niente di nuovo sotto il sole di un anarchico nichilismo: gli smalti sulle unghie, le camerette da Barbie, le pettinature soffici e le messe in piega impeccabili ripresentano in bozzetti sofisticati le malignità disgustose, veicolate soprattutto tramite il telefono, delle casalinghe insoddisfatte di certo cinema di John Waters.

Capita, quindi, che Burton recuperi la questione sessuale. Non apertamente esibito ed evidente come nelle "liturgie" watersiane, l'atto d'amore vive in contesti altrettanto bizzarri.
Sotto il lavorio delle forbici intente ad accorciargli i capelli, l'esuberante Joyce Monroe, la vicina di casa più appassionata di Peg, sperimenta uno splendido momento orgasmico. Il regista riproduce sarcasticamente l'ebbrezza viziosa della ninfomane di turno e delle sue amiche, tramite primi piani sui volti estasiati, lambiti dalle lame di un Edward sempre integro e morigerato, solo involontariamente complice delle beatitudini altrui e assoggettato alle veemenze sessuali di massaie desiderose di fare un salto nel proibito, nella perversione.
Non importa se rischiano la parodia, esse muovono mostruose e corrotte come se il loro fosse un atto di mero consumismo.

Appesantito dal trucco su di un viso pallidissimo ed emaciato, da capelli spettinati nerissimi in tinta con la sua tuta aderente dal sapore sadomaso, tappezzata di cinghie e fibbie e con il cucito grossolanamente in vista, Johnny Depp recita soprattutto attraverso il movimento di occhi impauriti, tremanti e gentili, viso di gesso e un corpo che si muove a scatti, rigido perché non abituato al contatto fisico. Ripreso spesso da primi piani indicativi, l'attore fornisce ottimamente l'idea spirituale dell'individuo con le forbici.

Dal vecchio, grande e buio castello rincantucciato sulla collina con vista privilegiata, al basso (in tutti i sensi) borgo cinguettante abitato da gente più aliena(ta) di lui, il protagonista osserva i cosiddetti "normali".
Edward sembra un persuasivo zombie scomponibile; sprovvisto di qualsivoglia naturalità è in perfetta armonia con i sintetici replicanti androidi e meccanici, artificiale negli arti e forse anche oltre, generato com'è da strutture e apparati tanto arzigogolati e improbabili. E' un eroe attualissimo e tuttavia primitivo, asessuato come nella migliore tradizione burtoniana, appare truccato come un pagliaccio triste e possiede il dono degli spiriti celesti tanto risulta conciliante e generoso.

Ma è in grado di uccidere. E, visto che abbiamo già detto delle camerette linde ed edulcorate in stile Barbie, chi potrebbe sopprimere se non un Big Jim?
Il biondo Jim, appunto, formato, prepotente e fanatico fidanzatino di Kim, rende Edward un emblema dell'insurrezione fanciullesca che per crescere ha bisogno di sperimentare, di distinguere il Bene dal Male.
Per una volta è "l'uomo con le lame" il buono della vicenda; colui che, devastato dalla disperazione e da un penoso isolamento, si libera attraverso un atto feroce e incontrollato.

Tutta la favola è contrassegnata dalla figura delle lame, che torneranno a essere protagoniste di un altro personaggio borderline quale la Catwoman di "Batman – Il ritorno": gli strumenti taglienti sembrano essere l'unico segno distintivo di questi inetti all'amore.
Il freddo della lama è quello conosciuto anche da Freddy Kruger che, nel decennio antecedente, aveva messo paura a un gruppo di adolescenti che avevano come unica colpa quella di essere figli di padri punitivi.
Genitori che, in "Edward mani di forbice", sembrano perfette marionette nei loro strani rituali: il ritorno a casa contemporaneo dei mariti per l'ora di cena e le uscite concomitanti al mattino, la neve riprodotta fintamente e stesa a strati sui tetti delle abitazioni.

Vincent Price, uno dei più validi e sensibili attori di sempre, nel camice scuro dell'inventore avvezzo all'utilizzo di strani marchingegni richiamanti, per la loro forma, alcuni oggetti misteriosi di certa fantascienza anni '50, prova a istruire la sua creatura recitando fiabe e mostrandogli come abbozzare un sorriso.
La sua figura si allaccia alla memoria dello spettatore attraverso flashback nostalgici e determinanti (si legga la spiegazione su come, tragicamente, Edward sia rimasto "imperfetto").

La musica è del devoto amico di sempre Danny Elfman, abile nel recuperare le modulazioni delle grandi orchestrazioni e le composizioni musicali con carillon tintinnanti che deliziano i nostri sensi riscoprendo passati sapori infantili accompagnati da un coro bianco evocante atmosfere lugubri o festose.
L'interazione tra l'intelaiatura del suono e la dimensione prettamente visiva dell'opera è fondante della stessa rappresentazione cinematografica dell'azione e risulta essenziale all'evoluzione narrativa della vicenda e all'attribuzione ad essa di senso.

"Edward mani di forbice" resta il film di Tim Burton più rilevante, quello più compiuto, affascinante e amato.
Ripresenta un microcosmo che vive sotto o dietro a (come indica bene la capocciata che Edward da' al finestrino) un vetro: una specie di luogo magico che ci fa percorrere gli ingressi di case che sembrano finte, sfiorare statue dalle forme impossibili ricavate dalle siepi, ammirare ingegnose forbici multiuso, stupire di fronte a congegni arcani e bramare mani di cera.

La gamma di riprese che privilegiano punti di vista dal basso verso l'alto e viceversa, alimentano il senso della differente prospettiva verso la quale Burton ci spinge. Sembra invitarci così a contattare meglio la mediocrità di certi atteggiamenti anche attraverso la scelta della messa in scena di obbligati hot barbecue per farci comprendere quanto sia forte il bisogno di affrancarsi da ogni conformismo borghese.
E' abile nel condurre lo spettatore in uno stato di consapevole dormiveglia; ora ridestato e poi ammaliato, l'astante è un fanciullo innocentemente appagato.

Fortunati coloro i quali sono rimasti un po' bambini e dentro sé hanno ancora spazio per accogliere fiabe di questa levità.
Si beeranno di una neve candida e leggera: a volte uscita dalle pagine di un libro di novelle, a volte caduta dal cielo.
E' una storia lunga ma saremo sempre pronti ad ascoltarla, e a farci prendere una volta di più, estasiati dall'immensa e bellissima forza di immaginazione, tra le braccia di una creatura chiamata Edward. La neve resta, ancora oggi, l'unico segno tangibile del suo amore senza tempo.

Commenta la recensione di EDWARD MANI DI FORBICE sul forum

Condividi su Facebook Condividi recensione su Facebook


Recensione a cura di pompiere - aggiornata al 17/02/2010

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico

200% lupoall we imagine as light - amore a mumbai
 NEW
anime sbullonateanora
 R
anywhere anytimeapocalisse z - inizio della fineappartamento 7abambi: the reckoningbeetlejuice beetlejuiceberlinguer. la grande ambizionebestiari, erbari, lapidaribuffalo kidscaddo lakecampo di battagliaclean up crew - specialisti in lavori sporchicloudcome far litigare mamma e papa'desire' (2024)disclaimer
 NEW
do not expect too much from the end of the worlddon't moveeterno visionariofamiliafinalementfino alla fine (2024)flow - un mondo da salvarefrancesca cabrinigiurato numero 2goodbye juliagrand tourhalloween parkidduil buco - capitolo 2il gladiatore iiil maestro che promise il mareil magico mondo di haroldil ragazzo dai pantaloni rosail robot selvaggioil sogno dei pastoriil tempo che ci vuoleinter. due stelle sul cuoreio sono un po' matto... e tu?italo calvino nelle citta'joker: folie a deuxjuniper - un bicchiere di ginla bambina segretala banda di don chisciotte - missione mulini a ventola bocca dell'animala cosa migliorela gita scolasticala misura del dubbiola scommessa - una notte in corsiala storia del frank e della ninala storia di souleymanela testimone - shahedl'amore e altre seghe mentalil'amore secondo kafka
 NEW
le deluge - gli ultimi giorni di maria antoniettale linci selvagge
 NEW
leggere lolita a teheranlimonovlinda e il pollolonglegslove lies bleedingl'ultima settimana di settembrel'ultimo drinkmadame clicquotmaking ofmaria montessori - la nouvelle femme
 NEW
modi - tre giorni sulle ali della follianapad - la rapina
 NEW
napoli - new york
 NEW
nasty - more than just tennisnever let go - a un passo dal malenon sono quello che sonooutsideozi - la voce della forestapaolo vivepapmusic - animation for fashionparthenopepeter rabidping pong - il ritornorebel ridgericomincio da taaacsalem's lot (2024)saturday nightshakespea re di napolismile 2snot e splash - il mistero dei buchi scomparsispeak no evil - non parlare con gli sconosciutisquali
 NEW
stella e' innamoratastranger eyessuper/man: the christopher reeve storytaxi monamourterrifier 3the apprentice - alle origini di trump
 NEW
the beast (2024)the conciergethe dead don't hurt - i morti non soffrono
 NEW
the devil's baththe killer (2024)the redthe shadow straysthe substancethelma (2024)this time next year - cosa fai a capodanno?timor - finche' c'e' morte c'e' speranzatransformers onetrifole - le radici dimenticate
 NEW
una madre
 NEW
una terapia di gruppoun'avventura spaziale - un film dei looney tunesuno rossovenom: the last dancevermigliovittoriavolonte' - l'uomo dai mille volti
 NEW
wickedwolfs - lupi solitariwoman of the hour

1055967 commenti su 51412 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

A DIFFERENT MANL'OMBRA CHE CAMMINAMY OLD ASSSONO LILLO - STAGIONE 2THE OUTRUN

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

in sala


ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net