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Privo della compattezza del successivo "Amanti d'oltretomba",il film di Margheriti (col rituale pseudonimo di Anthony M. Dawson)può comunque contare sull'atmosfera e gestisce con mestiere gli ingredienti tipici del genere.Bella fotografia in b/n,e sempre gradevoli i tocchi sadici(i roghi all'inizio e nel finale beffardo)e morbosi(la Steele,sempre splendida,concede un fugacissimo nudo)per l'epoca assai spinti.Un altro piacevole esempio di gotico nostrano.Sceneggiatura di Margheriti e Tonino Valerii.
Altro bel gotico di Margheriti, solo un poco al di sotto del suo migliore film che secondo me rimane Danza macabra. Pur avendo un incipit non dissimile alla Maschera del Demonio, Margheriti sviluppa bene i personaggi, tra voglia di vendetta e rimorso, costruedo un'atmosfera che diventa sempre più angosciante. Molto curata la scenografia, fra l'altro impreziosita dalla fotografia in bianco e nero. Molto bello anche il finale. Da recuperare perchè è uno dei migliori film del periodo gotico italiano.
Archetipi narrativi e ritmo lento. Un gotico dallo sviluppo classico che più classico non si può, interpretato magistralmente e che beneficia della bellezza insormontabile di barbara steele
Dopo aver apprezzato il bel gotico "La vergine di Norimberga" e sopratutto il bellissimo "Apocalypse Domani" (si lo so, mi manca "Danza Macabra") ho deciso di recuperare un altro lavoro di Margheriti, e cioè questo "I lunghi capelli della morte",un gotico che nonostante riprenda tutti gli elementi tipici del cinema horror di quegli anni riesce a risultare efficace e a distinguersi dalla massa,grazie alla scelta (azzeccata) di realizzare l'intera pellicola in bianco e nero,e grazie all'interpretazione della brava e bella Barbara Steele,reginetta del gotico italiano impegnata anche questa volta ad interpretare un ruolo simile a quello che la resa famosa nel capolavoro d'esordio di Mario Bava,"La maschera del demonio". Per il resto come ho già detto la trama così come l'ambientazione appaiono parecchio convenzionali,l'amante del genere sicuramente le apprezzerà,gli altri invece finirebbero probabilmente per annoiarsi..... Non il miglior film di questo regista e sicuramente non il miglior gotico,siamo davanti però ad un (piccolo) tassello del cinema horror italiano che merita di essere riscoperto e ricordato.
I lunghi capelli della morte è un horror gotico diretto da Margheriti nel 1964. Questo prodotto pur conservando la solita ottima atmosfera gotica (il regista in questo è un riconosciuto esperto) non mi ha convinto come altri film di Margheriti , visto che l'ho trovato troppo lento e pesante nonché melodrammatico. La presenza della grande Barbara Steele non riesce a risollevare le sorti di una trama impantanata e prevedibile. Buono il finale , ad effetto malgrado sia pronosticabile. Nella norma le varie componenti ad esclusione delle pregevoli scenografie. Dunque un gotico per appassionati , forse eccessivamente piatto e sterile.
Avendo visto ed essendomi piaciuto parecchio "Danza macabra" mi aspettavo qualcosa di più da questo film di Margheriti. Il ritmo è molto lento, la regia non è superba ed ancor meno brilla la fotografia: il bianco e nero, che in altre occasioni dona alla pellicola ulteriore fascino, qui semplicemente collabora a mostrare tutti gli anni che il film ha. Per contro, la recitazione è buona anche se un po' troppo compassata, come era d'abitudine all'epoca, Barbara Steele è una sicurezza e le musiche, sorrette principalmente dall'organo come è ovvio considerato il genere, sono all'altezza delle aspettative. "I lunghi capelli della morte" è un onesto film gotico ma che solo nell'ultima mezz'ora circa acquista vero interesse ed un maggiore pathos, pur essendo l'epilogo intuibile fin dalla prima metà del film. Alla fine, a parte l'indiscutibile fascino di Barbara Steele, ciò che ho maggiormente apprezzato di questo film è il doppiaggio, Emilio Cigoli in testa.
Davvero non male questo filmetto del 65 diretto da Anthony M. Dawson, girato in modo classico senza alcun obbiettivo horror annunciato, anzi concepito come un film storico tradizionale ma pieno di risvolti grotteschi che arrivano a toccare il macabro e l'horror puro negli eventi finalissimi...molto particolare. Peccato solo per i primi 20 minuti che ho trovato un pò troppo diluiti e fermi su se stessi, altrimenti il film lo avrei giudicato meglio; quando la storia comincia ad ingranare la marcia conduce lo spettatore verso un percorso che riesce a diventare sempre più interessante grazie ad una componente misteriosa molto incisiva e determinante per il crescendo. Tuttavia i momenti morti si presentano lo stesso, e per quanto pochi penalizzano comunque un ritmo che senza di essi avrebbe saputo essere più incalzante. Comunque è pur sempre un film discreto; buttarci un occhio non è peccato.....
mi ha convinto poco questo film, un inizio veramente niente male la scena dell esecuzione veramente fantastica ma poi il ritmo rallenta parecchio diventando quasi una telenovela medievale piu che un horror gotico... io l ho visto dopo una giornata di lavoro e mi sono addormentato che mancava mezz ora (in seguito l ho rivisto completamente)... la recitazione non è malvagia e le musiche non sono niente di che.... soporifero
Buon gotico come se ne facevano tanti in Italia una volta. Le streghe (e gli stregoni) vennero bruciati soprattutto nei secoli della "ragione" e "dei lumi", o comunque, come nel film, sopratutto dal cinquecento in poi. Il Medioevo fu un'epoca molto più tollerante con l'irrazionale checchè se ne dica.
Reperibile in oscuri archivi del Cinema "I lunghi capelli della morte" è un po' il sinonimo, o meglio, la sintesi perfetta, di un qualcosa che è stato sorpassato. Il film è del 1965 ha dunque sul groppone i suoi anni ma, concretamente, non è questo il fatal problema. Con la produzione di Margheriti (nome d'arte Anthony M. Dawson) si ha la netta impressione di partecipare ad un banchetto ove la scarsissima confezione della fotografia e le crepe narrative comandano la situazione.
"I lunghi capelli della morte" attrae, fino ad un certo punto, per il titolo e un po'per il plot narrativo che è impregnato in un alone horror medioevale. Proprio da questo fatidico plot, però, non viene fuori nulla di buono. Regia svogliata e poco pragmatica. La storia insomma è fin troppo statica e piatta, appena si cerca il colpo di scena sale in cattedra una confusione e una forzatura davvero imperdonabile. Il ritmo, elemento chiave, è lentissimo, le situazioni nascono e muoiono in una stasi fenomenale. Le uniche note positive abbracciano il cast e le scenografie accattivanti e di altri tempi. Per il resto diventa arduo dare giudizi lieti, qui siamo in un tunnel buio che non offre, nel senso più assoluto, una via di salvezza.
Veramente poco coinvolgente. Anche le atmosfere non le ho trovate particolarmente azzeccate. Molto meglio in "Danza Macabra".
Comunque un film che in fondo in fondo non delude, nonostante attinga a piene mani dal precedente "La maschera del Demonio" del grande Bava, e nonostante metta a dura prova la pazienza dello spettatore, causa il suo incedere eccessivamente lento (tra l'altro prerogativa di questo genere di pellicole).
Il film è molto bello, s' intende. C' è Barbara Steele che è una dea, le scenografie bellissime, scene tipicamente gotiche nel castello molto molto belle, bei SFX e belle musiche. La storia non è certo originale, ma purtroppo non è neppure troppo avvincente, in quanto secondo me il film è troppo lento. Purtroppo e un bel film invecchiato forse un pò male. Danza Macabra è di gran gran lunga migliore a mio parere.
uno dei migliori horror gotici di sempre,gran ritmo,visivamente affascinante e spietato.l'ho preferito a danza macabra,è invecchiato meglio. barbara steele è indescrivibile!!!non nascerà più una donna sensuale come a lei.
il cinema di Margheriti è invenzione... questa, a dire il vero, è una delle pellicole meno originali girate dal regista, ma quanto sono belle le atmosfere... il gotico in bianco e nero... L