Sonny Vaccaro, organizzatore di tornei di pallacanestro di provincia e personaggio apparentemente senza arte né parte, viene assunto negli anni '70 dalla Nike per convincere giocatori e allenatori a diventare rappresentanti del giovane marchio sportivo. Vaccaro sarà l'unica persona in grado di convincere un giovanissimo Michael Jordan a firmare per la Nike, cambiando per sempre la storia dello sport, del marketing e dell'abbigliamento sportivo.
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Pessimo. Affleck il re e condottiero dei sopravvalutati sfruttando la moda del ritorno degli anni 80, confeziona una marchetta per una multinazionale per raccontarci come sono riusciti a vendere un paio di scarpe orribili ad un mucchio di gente senza gusto.....
Affleck e Damon hanno già vinto un Oscar alla miglior sceneggiatura originale nel '98, quando Ben era 25enne e Matt 27enne. Oggi, col doppio dell'età, hanno voluto puntare s'una storia più adulta. A loro non frega nulla dello sports drama ma neppure di raccontare il successo della Nike, quanto semmai il modo in cui esso è stato ottenuto. Basterebbero i titoli d'alcuni brani inseriti nella colonna sonora per comprenderlo: "Money for Nothing" (Dire Straits '85), "Born in the U.S.A." col testo spiegato durante il film, e "Love on a Real Train" non perché un fantastico pezzo dei Tangerine Dream ma perché, come scritto sui titoli di coda (https://i.imgur.com/bVZXDc4.png), è la versione presa dall'OST di "Risky Business" (Paul Brickman '83): https://music.youtube.com/watch?v=sBhB9gAM1J4. "Air" celebra una contrapposizione quasi incomprensibile a chi nel Vecchio Continente ha avuto la possibilità d'esperire il welfare garantito dalla socialdemocrazia: quella fra il neoliberismo di Reagan e quello d'Obama (in Gran Bretagna: fra Thatcher e Blair). Agendo in conformità con la 2a tipologia, avrebbero salvato il mondo nientemeno che dal "1984" orwelliano (mostrato nella sequenza d'apertura quando Ridley Scott lo usò per il lancio pubblicitario del Macintosh: https://youtu.be/X6BTTi63XeM). I due amici si sono fatti anche narrativamente più pesanti: abolita qualsiasi scena d'azione, l'intero lungometraggio prov'a reggersi sulle parole imitando una scrittura stile Sorkin, piuttosto soporifera.
Non è nient'altro che la storia di un'azienda che ha fatto un importante investimento su un giocatore, il quale accetta un contratto che tutt'oggi gli garantisce 400 mln di dollari l'anno in virtù della percentuale sulle vendite, altrimenti avrebbe firmato per l'Adidas. Quindi? Non ho capito il senso del film. Ok da vedere su Prime se non c'è di meglio da vedere