all the invisible children regia di Mehdi Charef, Emir Kusturica, Spike Lee, Kátia Lund, Jordan Scott, Ridley Scott, Stefano Veneruso, John Woo Italia 2005
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all the invisible children (2005)

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locandina del film ALL THE INVISIBLE CHILDREN

Titolo Originale: TAKE 7

RegiaMehdi Charef, Emir Kusturica, Spike Lee, Kátia Lund, Jordan Scott, Ridley Scott, Stefano Veneruso, John Woo

InterpretiFrancisco Anawake, Maria Grazia Cucinotta, Vera Fernandez, Wenli Jiang, Wu Jiang, Peppe Lanzetta

Durata: h 1.48
NazionalitàItalia 2005
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 2006

•  Altri film di Mehdi Charef
•  Altri film di Emir Kusturica
•  Altri film di Spike Lee
•  Altri film di Kátia Lund
•  Altri film di Jordan Scott
•  Altri film di Ridley Scott
•  Altri film di Stefano Veneruso
•  Altri film di John Woo

Trama del film All the invisible children

Il film si articola in sette episodi tutti però con lo stesso argomento in comune, i bambini e le loro vite indifese, spesso vittime di grossi problemi sociali, con gli adulti che spesso sembrano dimenticarsene..

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Voto Visitatori:   7,63 / 10 (16 voti)7,63Grafico
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Voti e commenti su All the invisible children, 16 opinioni inserite

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Filman  @  31/08/2016 15:19:21
   8 / 10
La difficoltà di produrre un film collettivo perfetto risiede nella rarità di trovare una perfezione media di tutti gli episodi componenti, e TAKE 7 ne è la prova lampante, essendo un film che può vantare pezzi prelibati e pregiati ma che deve anche fare i conti con spezzoni di minore potenza cinematografica. Il delicato tema del mondo minorile abbandonato a sé stesso non viene applicato in modo ruffiano per la stragrande maggioranza della pellicola, comunicando una sensibilità solida e concreta anche quando il dramma sembra essere lievemente forzato dalla trama stessa come in "Jesus Children of America" di Spike Lee. Specificanti bene la varietà geografica e politica messa in scena per conto dell'Unicef sono ad esempio il comunicativo ed emozionante "Tanza" di Mehdi Charef o "Bilù e Joao" di Kátia Lundparla, che a differenza del primo viene configurato in modo meno creativo, più prolisso e maggiormente retorico, e per questo solo il secondo sembra andare alla ricerca della lacrima facile per chi vede situazioni così aberranti, lontane da un mondo ricco e industrializzato. Poco eccezionale anche "Jonathan" di Ridley e Jordan Scott, che presenta la linea narrativa più particolare ma a livello tematico, viceversa, si osserva qualcosa di poco impegnato, seppur il tasso estetico e formale sia scultoreo e personalizzato. I restanti sono piccoli capolavori innalzanti il livello qualitativo del film: il geniale episodio "Blue Gipsy" di Kusturica, che velato da un senso grottesco è estremamente triste e senza mezze misure nella rappresentazione del proprio contesto; il concreto "Ciro" di Stefano Veneruso, un precursore empirico dallo stile audiovisivo semplicemente enorme, cospicuo e meraviglioso; "Song Song and Little Cat" di John Woo, completo, commovente che si ricorda di puntare la bussola verso quell'infelicità senza distinzioni di classe sociale, inscrivendo in un cortometraggio, pura poesia.

sagara89  @  08/12/2013 20:13:00
   7½ / 10
bellissimo a parte il doppiaggio pessimo..

gemellino86  @  08/04/2012 19:09:16
   10 / 10
Episodi da antipodi del cinema. C'è davvero di tutto. Un film di rara bellezza.

edo88  @  14/03/2010 23:29:41
   6½ / 10
Insomma, sinceramente mi aspettavo di più visti i commenti.
Episodi che cercano la drammaticità, anche se l'argomento già di suo è drammatico.
Boh, non mi ha convinto troppo...

Febrisio  @  18/03/2009 18:15:15
   8½ / 10
Degno di nota. Un bel progetto che sia durante la visione, sia dopo averlo visto continuerete a pensarci. Poesia, cruda realtà e dolcezza raccontate dalla forza dei bambini.

paolo80  @  11/01/2009 23:36:25
   6½ / 10
Film di denuncia sui molteplici orrori con cui alle volte i bambini sono costretti a convivere.
Le premesse per farne un'ottima pellicola c'erano tutte, peccato solo che non tutte le storie siano dello stesso livello qualitativo, e che non sempre siano del tutto convincenti.
Forse la struttura del film, in cortometraggi, ha notevolmente ostacolato, se non addirittura impedito, ai registi di addentrarsi meglio in quelle tematiche che volevano mostrare.

sweetyy  @  13/03/2008 16:33:51
   6 / 10
Denuncia sugli orrori che subiscono i bambini di tutto il mondo quotidianamente e che ci porta a riflettere e a sperare in un futuro migliore.
Non mi ha convinta molto, soltanto l'episodio di S. Lee sull' HIV mi è veramente piaciuto.

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  10/02/2008 00:36:28
   6½ / 10
belle le tematiche ma secondo me sono mal sviluppate...a parte il corto di jhon woo ke è spettacolare gli altri sono davvero mediocri..si salva in corner ridley scott ..peccato le premesse x fare meglio c erano tutte :(

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  21/01/2008 14:28:58
   7½ / 10
Emotività e commozione con le dolcissime note di “Teach Me Again”, il capolavoro di Tina Turner ed Elisa (quest’ultima la adoro con tutto il mio cuore). Delle scene di questi cortometraggi sono infatti inseriti nell’omonimo video musicale.
Mi sono piaciuti tutti e sette i cortometraggi in modo uguale, anche quelli di Scott e Veneruso che tutti o quasi non hanno sopportato, in particolare quello di Scott, diciamo un po’ complesso, ma spettacolare nel mostrare due mondi diversi: un uomo racconta come da piccolo aveva incontrato la guerra… stava giocando coi suoi amici in un posto davvero magnifico, tranquillo e bellissimo, ma poi i ragazzini si rendono conto di visitare un posto brutto e pericoloso. Quel posto bellissimo viene bombardato. La guerra vista con gli occhi di un bambino, un bambino che non conoscerà mai la pace e resterà traumatizzato per sempre. Possibile che non lo troviate di spessore questo? Vabbè, comunque ogni corto riesce nel suo intento: mostra, ironicamente o drammaticamente, la realtà di alcuni bambini di oggi, usati o sprovveduti di ogni cosa, poi messi a confronto con i bambini che invece hanno tutto, troppo. Purtroppo la realtà è così, ci sono le più inimmaginabili estremità.
Peccato però che all’inizio di ogni film non hanno messo il nome della nazionalità, infatti mi è stato davvero difficile riconoscere i luoghi, vabbè a parte l’Italia, l’America e la Cina.
Poi ci sarebbe una cosa da dire a Veneruso: io non capisco il napoletano!

unpoeta67  @  19/11/2007 21:39:46
   7 / 10
parte piano , ..subito di colore si fa il primo episodio...lo trovo un po' freddo ..con qualche domanda finale..poi piombo in un riformatorio...non amo troppo lo stile giocoso di kusturica ma mi arriva il suo messaggio...ok , resto con il sorriso sulle labbra ...spike lee.. inimitabile ...ho voglia di stringere la piccola blanca tra le braccia, di passarle una carezza sul capo , di portarla da qualche parte a divertirsi..di mostrarle una vita diversa...fuori di lì..Senza parole, grande spike..
poi arrivano due bambini brasiliani ...li vedo " lavorare" con il sorriso sulle labbra.. li vedo "vivere"..aspetto qualcosa di duro che non arriva in fondo poichè duro è già questo raccontare il loro " vivere" ...respiro mentre li proteggo da qui...
poi scott e scott ...fuori luogo trovo, non mi si incolla anche se la fotografia è splendida...mi scivola addosso ...
approdo con sollievo a Veneruso ..trovo qualcosa di moderno e vero ma anche in questo caso un po' mi sento tradito ...sta scendendo il tono ...anche il bel pezzo di spike si sta perdendo via...poi arriva woo... dolcemente tragico a raccontare una favola... ed ecco che riprende colore questa fiaba di film...

superfoggiano  @  13/09/2007 18:23:42
   8½ / 10
un film sociale che fa riflettere e piangere! Purtroppo dopo non vedrete più il mondo con gli stessi occhi di prima!

Jumpy  @  08/06/2007 20:50:46
   8 / 10
Ogni episodio meriterebbe un commento a parte, li ho trovati tutto di un certo livello.
Più di tutti mi è piaciuto quello

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER davvero molto intenso e toccante, l'episodio del regista italiano mi è sembrato, anche se di poco, inferiore agli altri, credo perchè

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  26/11/2006 18:35:35
   8 / 10
Ad ogni regista il compito di descrivere la realtà dei bambini del proprio paese.. di quei bambini (costretti, in verità, a vivere già come degli adulti) invisibili, come suggerisce il titolo di quest'opera, agli occhi di coloro (tutti noi) che hanno avuto l'immensa fortuna di non trovarsi nella loro medesima situazione e che sono gli unici a poter/dover fare qualcosa per cambiarla.

CHAREF : è una descrizione in gran parte didascalica e solo apparentemente fredda di un dodicenne appartene ad un piccolo commando di liberazione africano, che, infatti, nei 2-3 minuti finali lascia esplodere tutta la parte sensibile che il ragazzino è costretto a soffocare per quasi l'intera durata del cortometraggio.(voto 8);
KUSTURICA : Getta un velo di ironia sulla vicenda di uno zingaro che paradossalmente si sente protetto.. libero in un centro di detenzione più che nella vita fuori dallo stesso, nella quale è costretto da suo padre ad una vita di furti e fughe..quando il suo unico desiderio è solo quello di fare un onesto lavoro imparato durante la detenzione. Ovviamente un paradosso che da solo è ben più che sufficiente.(voto 8);
SPIKE LEE : direi che fa male alquanto vedere una bambina urlare la sua disperazione per paura di morire di HIV e direi che fa rabbia alquanto vedere adulti urlare la propria ignoranza in faccia ad una ragazzina sola dinanzi a qualcosa troppo più grande di lei. Con questo episodio Lee colpisce dritto al volto.(voto 9);
LUND : Una giornata di lavoro di due bambini (il che sa già tanto di controsenso) in una San Paolo in cui gli stessi, nonostante la loro età, già si comportano come dei venditori navigati e che al tempo stesso riescono a trovare il modo di soddisfare, per quanto possibile, il loro lato giocoso; dovrebbe essere il contrario.(voto 8);
SCOTT : questa volta lo sguardo è quello di un adulto bloccato dall'incapacità di fare qualcosa di concreto per risolvere una situazione devastante come quella della guerra che egli si "limita" a raccontare attraverso il suo lavoro di fotografo; incapacacità dinanzi alla quale egli fugge.. rifugiandosi nella spansieretezza e nelle speranze della sua giovinezza, speranze che cozzano fortemente con le disillusioni di un gruppo di piccoli senzatetto.(voto 7);
VENERUSO : in questo capitolo italiano il regista, preferisce, ad uno severo, un più leggero tono per mettere in scena la storia di Ciro in una Napoli che ora più che mai si fa conoscere. Inteso, significativo e visivamente bello il fermo-immagine finale.(voto 7)
WOO : Il tipico pugno nello stomaco, sferrato dal parallelismo tra la solitudine di due bambine appartenenti a diverse classi sociali e dalla crudeltà di chi tali bambini li sfrutta; a rendere tutto più sopportabile è solo lo sguardo di speranza finale. (voto 9).

Come quest'ultimo ogni episodio termina con la speranza.. e non è retorica.. è giusto che sia così, è giusto che un progetto di questo tipo termini con una sguardo positivo ed in parte confortante.. proprio perchè l'intento deve essere quello di spingere verso la comprensione che fare qualcosa per cambiare tale situazione è possibile oltre che doveroso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  25/07/2006 09:47:48
   6½ / 10
Sicuramente va applaudito questo progetto di realizzare un film ad episodi che parla di bambini “invisibili” e cioe’ dimenticati dalla societa’ contemporanea ed abbandonati al proprio destino spesso e volentieri a causa degli adulti.
Se l’obiettivo di fondo (incassare denaro da devolvere all’Unicef) è irreprensibile, da un punto di vista prettamente cinematografico il film non si puo’ ritenere particolarmente riuscito.
Dei sette episodi sono da ritenersi buoni quello di Spike Lee(voto 7.5),dove una bimba si ritrova emarginata ed ammalata per colpe non sue,quello di Katia Lund (voto 7.5) che mostra il dramma giornaliero dei bimbi che affollano le strade delle metropoli brasiliane,quello di John Woo(voto 7) che ambienta a Pechino una sorta di favola tra una bimba ricca ed una povera.
Interessante l’episodio di Kusturica(Voto 6) che grazie al suo modo carnevalesco e giocoso di fare cinema stempera il dramma nell’ironia rendendo piu’ accettabile la sorta di un ladruncolo gitano.
Pessimi gli episodi degli Scott,padre e figlia insieme,(Voto 4.5),girato benissimo con una fotografia stupenda è pero’ un prodotto totalmente privo d’anima ed il messaggio che lancia tramite una trama onirica ma noiosa è scontato...bruttissimo anche l’episodio italiano di Venerato(Voto 4) che affoga il tutto nello stereotipo della microcriminalita’ napoletana affidando il compito di guidarci per mano in questo squallido mondo ad un protagonista che definire insopportabile è riduttivo.
Eccessivamente patetico l’episodio del franco-algerino Charef alla ricerca della lacrima facile(Voto 5).
Un ensemble riuscito parzialmente ma che merita comunque rispetto anche negli episodi meno riusciti.

serenella  @  10/03/2006 19:03:41
   9 / 10
un film davvero commovente, che fa poesia del dolore...
notevole davvero

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  06/09/2005 18:18:10
   8 / 10
I bambini... un procedimento quasi gemellato con l'ottimo "11 settembre 2001" che mette in luce la brutalita' del nostro confine sociale di adulti... Intendiamoci, un film che non aggiunge nulla di nuovo, che non ha alcuna velleità se non quella (e non è proprio poco) di costringere le nostre coscienze a lordare qualcosa di piu' dell'indignazione passiva, o temporanea Il fatto che ci riesca benissimo, nonostante non tutti gli episodi siano di alto livello, dimostra che quest'opera collettiva ha funzionato. E funziona: funziona anche quando, la maggior parte delle volte, coltiva il disincanto infantile un'utopia di un mondo dorato in una realtà francamente insostenibile. Funziona perchè procede progressivamente nel tentativo di liberare tutta l'apatica freddezza che c'è in noi, e quando non pensiamo (quasi mai) che mentre scriviamo queste righe, qualcuno è stato condannato a morire prima di essere cresciuto. Il bambino di Charef ha conosciuto la guerra, punta l'arma (verrebbe da sollecitarlo) contro gli adulti che l'hanno portato a combattere, l'Africa è un cuore che non conoscerà mai l'inverno... (8) Kusturika ci riporta la "sua" ex Jugoslavia roboante e gitanica, tra clamorose cadute, effettismi da film muto e improbabili inni militari, affrontando con un sorriso amaro l'epopea di un'impossibile redenzione (7). Spike Lee gioca pesante, e sente di dover imporre un necessario pugno nello stomaco: il cuore mi va sottoterra, ci si sente perduti e soprattutto (chissà perchè) colpevoli: la figlia di una coppia di sieropositivi ostracizzata dalla crudeltà dei compagni di scuola (i bambini possono essere anche così ... feroci), nella sua lotta tra la sopravvivenza e la malattia (10). Katia Lund e i meninos de Rua ha anch'essa una grande abilità ad affrontare il tema, ma senza piagnistei, anzi con ironia per quanto amarissima e puro realismo racconta l'arte di arrangiarsi di due ragazzini tra raccolta differenziata e lo spreco della società moderna (8). L'anello debole è invece rappresentato da Ridley Scott § son: un peterpanesco sogno che finisce per trasformare in melassa la chimera di un'empatia (5) Nemmeno l'italiano Amoruso è credibile, si limita a girare con uno stile da videoclip il solito clichè di Napoli-bambini che rubano-camorra etc. senza approfondire il tema con maggior coraggio e dinamismo (5) Una sorpresa, infine, John Woo: vagamente Dickensiano, un piccolo saggio di quanto sia ancora capace di fare l'autore di Killer quando non si fa pagare marchette da Hollywood: il destino diverso di due bambine, di ceti sociali diversi, entrambe unite da un immenso bisogno affettivo.
Le bambole vengono freudianamente rimosse o gettate dal finestrino di un'auto, sintomo di un'abbienza che non tiene conto della richiesta d'amore di una figlia, e con lo stesso amore raccolte da un gruppo di bambini sfruttati - come Oliver Twist - dai nostri orribili Fagin contemporanei...
Un ricatto emotivo? Forse. Ma all'emozione non si comanda. E questa ferita aperta rimane, col sapore ancora piu' meschino della rimozione (abbiamo tanta paura di piangere lacrime vere?) ma mentre mi accompagno all'uscita sento un'immenso bisogno di abbracciare un bambino e proteggerlo. Saro' retorico, ma è il vero sentimento che provo dopo aver visto questo film

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