bianca e bernie nella terra dei canguri (1990)

Nella sua piatta banalità, basata tutta sulla ricerca del ritmo e dell'azione più avventurosa, ma con una narrazione veramente debole, questo ritorno in scena di Bernard e Bianca è comunque per me più godibile del più ambizioso (e più importante, ci mancherebbe) film precedente con i pesci, i granchi e i lamantini femmina nella stagione degli amori. Ok, basta frecciate ad Ariel e compagnia, giuro, poverina, è pure specie protetta. A proposito di specie protette, in questo film ci andiamo giù bel belli con bracconaggio e caccia illegale, con il villain odioso ma banalotto anche lui, ossessionato dalla voglia di catturare questo rarissimo esemplare di gigantesca aquila dorata (molto bella esteticamente), al punto che si mette a rapire ragazzini per riuscire ad arrivare a lei. Ok dottò, calmo però. Ritorna anche il vizio, già visto nel primo "The Rescuers", di caratterizzare i rettili come dei cani, per di più cani scemi. Vabbè. Dall'umida, cupa e malsana Lousiana delle paludi qui l'ambientazione cambia totalmente fotografia, siamo nel torrido bagno di sole del deserto australiano, ma rimaniamo comunque in una terra ostile e selvaggia, la terra dove ogni essere vivente e pure ogni sasso (vero Peter Weir ?) ti vuole morto con tutte le sue forze. Insomma, l'ambientazione è comunque bella, l'avventura è divertente, come i due protagonisti, il film ha poco da offrire oltre che un leggerissimo intrattenimento molto "action", ma tutto sommato funziona e il suo lo fa.