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Riuscire a trasporre sul grande schermo un romanzo come “Cronaca familiare” non è cosa da poco ma Zurlini c’è riuscito alla grandissima regalandoci un film potente e delicato allo stesso tempo, che intreccia dramma personale a dramma generazionale, la ricostruzione di un tormento personale a quella di uno smarrimento di un paese che usciva dalla guerra. Zurlini è riuscito a fare tutto questo raccontando non i fatti, le azioni concrete dei personaggi ma raccontando i loro rapporti, le sottigliezze psicologiche che vi soggiacciono e analizzando in maniera autentica il dolore, sempre in equilibrio sul sottile confine tra sentimento e sentimentalismo. Se poi aggiungiamo una delle più intense interpretazioni di Mas*****nni e la bellissima fotografia, dal sapore vagamente crepuscolare, e il modo in cui immagini e parole si fondono eccovi uno dei migliori film italiani degli anni Sessanta.