Catturati da una spietata banda di criminali, Diabolik e Ginko si trovano faccia a faccia. Rinchiusi in una cella, senza via di uscita e certi di andare incontro a una morte inevitabile, Diabolik rivela all'ispettore il suo misterioso passato. Intanto, Eva Kant e Altea sono alla disperata ricerca dei loro uomini. Le strade delle due rivali si incroceranno?
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I Manetti Bros chiudono, per ora, la trilogia dedicata al "Re del Terrore" e inaspettatamente è il meglio capitolo dopo il primo così così ed il mediocre secondo. La recitazione è sempre il punto scadente della pellicola e non c'è da meravigliarsi che la Bellucci ottenga la palma d'oro anche in "Diabolik: Chi Sei?". Tratto da uno dei fumetti più celebri delle Sorelle Giussani, il numero centosette dove per la prima volta vengono svelate le origini e da dove ha preso il soprannome il ladro mascherato. Gianniotti è sicuramente migliore nel ruolo rispetto a Luca Marinelli ma anche nel terzo capitolo è poco incisivo nella storia dove complessivamente "Eva Kant" interpretata splendidamente da Miriam Leone è l'indiscussa protagonista della trilogia. Mastandrea come "Ginko" dimostra le sue discrete doti recitative. I flashbacks ambientati nell'isola di "King" con il giovane "Diabolik" sono le sequenze più interessanti.
Rispetto a(l brutto) "Ginko all'Attacco" qui Diabolik torna ad avere lo spazio che giustamente gli compete in un prodotto che porta il suo nome e il risultato finale è decisamente migliore, nonostante il ruolo principale sia affidato ad un Gianniotti che ancora una volta non mi è sembrato molto adatto alla parte.
Ho notato che molte delle critiche (negative) riguardanti questa trilogia si focalizzavano sulla mancanza (o comunque poca) azione. Anche qui non aspettatevi troppo da questo punto di vista: l'intento dei Manetti Bros. non è quello di girare il nuovo "Rambo", ma si preferisce focalizzarsi sulle interazioni tra i personaggi con tanto di gustoso flashback sulla vita del protagonista girato in perfetto stile "Sin City". Ottima espediente la banda di malviventi: restituisce al film il gusto retrò e ci regala (con la complicità di una buona regia) una sequenza iniziale, quella della rapina, davvero notevole.
Dei 3 films a mio avviso il peggiore, ma cmq guardabile e godibile...va bene il focus sulla vita del giovanissimo diabolik, ma oltre ad arrivare ben dopo la metà film, risulta totalmente staccato dalla trama principale, che, tra l'altro, verte non su dei colpi di diabolik ma su una banda rivale...
Ultimo capitolo della trilogia dei Manetti Bros dedicata al personaggio di Diabolik, a mio parere anche quello più riuscito, una bella storia, raccontata bene, con ritmo. Inoltre gestita bene tutta la parte dove Diabolik racconta le proprio origini a Ginko, con flashback continui che rendono interessante tutta quella parte. Sempre perfetta nella parte la Leone, una Eva Kent azzeccatissima e super sensuale, mentre molto meno la Bellucci, con un doppiaggio inascoltabile che la rende veramente antipatica. Una trilogia assolutamente da vedere, peccato per l'errore nella scelta dell'attore di Diabolik nel primo film, rimediata subito dal secondo capitolo.
Forse perchè giunti al terzo capitolo l'effetto "fedele trasposizione cinematografica del fumetto originale" è terminato, o forse perchè persiste quell'unico difetto che ha accompagnato anche i prededenti due capitoli, ossia "la mancanza di un vero colpo di scena, quel qualcosa in più che generalmente stupisce e sorprende sul finire di ogni Albo" (cito testualmente quanto scrissi del precedente film), ma tolgo mezzo punto adesso, pur non intaccando nulla delle due ore piacevoli trascorse a guardarlo.