dream house (2011)

Jim Sheridan torna a misurarsi con il cinema mainstream che di fatto ha frequentato ben poco.L'autore irlandese aderisce benino alla necessità di far cassa pur non venendo aiutato da una sceneggiatura all'altezza,decisamente esecrabile nel fornire un twist di importanza fondamentale ad appena metà pellicola.
Il dato certo è che "Dream House" risulta sicuramente indebolito dall'intervento in sede di montaggio della casa distributrice,rea di aver manomesso il lavoro di Sheridan,il quale, infuriato, è arrivato a rinnegare la sua ultima fatica, tra l'altro spalleggiato dall'intero cast.
Resta la curiosità per cosa avesse ordito il regista e cosa fosse riuscito a cavare da uno script abbastanza banalotto e pedestre nell'approcciare il filone "case infestate" e simili ,con dirottamento sui binari del thriller psicologico molto in voga in questi ultimi anni.
Abbiamo a che fare quindi con un film controverso eppure dignitoso,alla faccia del prematuro colpo di scena evidenziante una certa carenza di idee sfruttate come meglio non si poteva.
Nulla di nuovo sotto il sole,tuttavia come visione senza eccessive pretese "Dream House" vanta i suoi piccoli pregi.Dotato com'è di buon ritmo,di qualche buon colpo di scena e arricchito da un cast che pur non in forma smagliante fa sempre piacere incontrare.Di certo Weisz e Watts paiono più convincenti di Daniel Craig,anche se l'attore britannico rispetto le prime interpretazioni pare migliorato.
Dunque un film digeribile nella sua pur inflazionata struttura,un onesto prodotto che potrà essere apprezzato soprattutto da chi ha poca confidenza con il genere.