Sceneggiato con Saverio Tutino, è un pamphlet di denuncia, in bilico tra giornalismo e finzione, sull'attività della CIA (Central Intelligence Agency) nell'America Latina e in Africa e sullla parte che ebbe in Italia nella “strategia della tensione” degli anni '60 e '70.
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Il cronachismo di Ferrara non è mi è mai andato completamente a genio. Un docufiction come Faccia di spia può essere utile in qualche modo a coloro che sono a digiuno della storia di quel tormentato periodo, a patto comunque di imprecisioni che agli occhi di adesso ne fanno un film leggermente datato, ma che descrive con una certa efficacia la forte influenza della politica estera americana e di conseguenza gli interessi americani in quelle aree del mondo in cui certi stati (fra i quali il nostro) erano "a sovranità limitata". In una manciata di minuti, piuttosto forti a livello visivo, tende ad essere fin troppo sensazionalistico con immagini di tortura francamente un po' compiaciuta da mondo movie. Sia pure per motivi diversi, direi inquietante quell'immagine finale con le torri gemelle di New York grondanti sangue.
Profetico instant movie riguardante vari misfatti della storia (Piazza Fontana, il golpe cileno, ecc.).
Ben girato, iperviolento nelle scene di tortura (occhi deorbitati, sadismo, ecc.), è pure inquietante nel finale (leggasi le torri gemelle grondanti sangue).
Fa piacere vedere la Melato impegnata in un ruolo diverso dal solito e, a metà via tra denuncia, giornalismo e documentario, il film (abbastanza misconosciuto e poco diffuso) centra più di un obiettivo.
20 anni di crimini della Cia in tutto il mondo!!!! Coraggioso e serrato atto di denuncia dallo stampo giornalistico-documentaristico che si prende pochissime libertà. Da recuperare!
Un film di denuncia durissimo senza mezzi termini che attraversa due decenni di storia e alcuni grandi affari di stato o meglio misteri, in cui il servizio segreto americano si è intromesso senza diritto. Dal golpe di Pinochet all'omicidio di Kennedy, passando anche per l'Italia, piazza Fontana, Giangiacomo Feltrinelli, Roberto Quintanilla e il commissario Calabresi. Una delle cose più interessanti riguarda l'anno di uscita del film (spesso boicottato e introvabile sia in dvd che in cassetta), il 1975. Il film fu infatti girato a pochissimi anni dai fatti narrati, allora si trattava di eventi contemporanei. Una scelta indubbiamente coraggiosa di Ferrara, andato incontro, come prevedibile, a innumerevoli polemiche ma deciso nella sua strada di denuncia, anche con mille difficoltà. Di fortissimo impatto emotivo la parte della resistenza opposta da Allende al colpo di stato del generale Pinochet. Incredibilmente violente le sconvolgenti le scene di tortura. Un plauso a un cineasta coraggioso.