ferdinando il duro regia di Alexander Kluge Germania 1976
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

ferdinando il duro (1976)

Commenti e Risposte sul film Invita un amico a vedere il film Discutine sul forum Errori in questa scheda? Segnalaceli!

Seleziona un'opzione

Dove puoi vederlo?

locandina del film FERDINANDO IL DURO

Titolo Originale: DER STARKE FERDINAND

RegiaAlexander Kluge

InterpretiHeinz Schubert, Verena Rudolph, Joachim Hackethal, Gert Gunter Hoffmann, Heinz Schimmelphening

Durata: h 1.38
NazionalitàGermania 1976
Generecommedia
Al cinema nell'Agosto 1982

•  Altri film di Alexander Kluge

Trama del film Ferdinando il duro

Funzionario di polizia, maniaco dell'ordine e della sicurezza, perde il posto e viene assunto da un'industria multinazionale. Per eccesso di zelo si mette nei pasticci.

Sei un blogger? Copia la scheda del film Sei un blogger? Copia la scheda del film

Voto Visitatori:   7,67 / 10 (3 voti)7,67Grafico
vota e commenta il film       invita un amico
Cerca il commento di: Azzera ricerca


Voti e commenti su Ferdinando il duro, 3 opinioni inserite

caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi
  Pagina di 1  
Commenti positiviStai visualizzando solo i commenti positivi

Crimson  @  08/12/2011 22:48:56
   8 / 10
Credo che solo due film di questo regista siano stati distribuiti in Italia, Ferdinando il duro è uno di essi ma premetto che guardarlo sottotitolato in lingua originale sia un approccio indispensabile, in considerazione della qualità del doppiaggio tutt'altro che apprezzabile.
Appena un paio di anni prima del suo preziosissimo contributo per Germania in autunno, il regista si mostra come sempre estremamente sensibile alle inquietudini del clima socio-politico che pervade la sua Germania.
Kluge è da sempre impegnato e anticonformista; uno dei temi dominanti del suo cinema è costituito dalla prevaricazione e dal controllo, pertanto non poteva essere trascurata la metamorfosi che lo Stato Federale in quegli anni stava compiendo: in un clima quasi da guerra civile, approfittando delle fratture sempre più ampie all'interno della società, chi deteneva il potere cercava strenuamente di consolidare la propria posizione promulgando leggi speciali e innalzando una caccia alle streghe verso il crescente pericolo comunista, rappresentato non solo dai terroristi della RAF (anzi paradossalmente - anche se il discorso in merito sarebbe molto complesso – oserei scrivere non tanto dai terroristi, che come tante letture sociologiche confermano erano piuttosto uno specchio di quell'intransigenza che il governo federale incarnava), ma soprattutto dal pericolo rosso derivante dagli intellettuali simpatizzanti, malvisti (solo) all'interno della Repubblica, e dai regimi comunisti asiatici, timore costante per i vecchi stereotipati tedeschi alla ricerca di tranquillità dopo la dura lezione del nazismo – un nazismo che in maniera tacita, subdola, tornava clamorosamente a far capolino tra le maglie allargate di un sistema in forte, quotidiana crisi, fatta di scontri aspri non solo sul piano verbale ma anche dell'azione.
In questo contesto di profonda instabilità si alimentava la cultura del sospetto. Il veicolo non era rappresentato solo dai media, come una visione apparente suggeriva, ma in particolar modo dalle misure di sicurezza impartite dall'interno: mai visto in realtà un filo conduttore così ben saldo che abbracciasse stampa, polizia e governo (quasi un apparato) nel secondo dopoguerra, e tra l'altro il fatto che ciò accadesse in una nazione così apparentemente miracolata dall'economia come la Germania era un interrogativo da tenere ben presente.
Il film tralascia la dimensione mediatica e si concentra esclusivamente su come il concetto di sicurezza fosse immaginato e dispiegato in quel periodo da chi si occupasse di preservarne e applicarne i suoi principi basilari.
Il titolo fa naturalmente riferimento al protagonista, un alto funzionario di polizia esperto in sicurezza.
Un prologo eccellente ci proietta immediatamente nel suo modo di ragionare: un uomo entra furtivamente in un'abitazione. Gli agenti di polizia che evidentemente erano al corrente del piano e circondano l'edificio, attendono che egli rompa il vetro prima di entrare in azione. L'uomo spara, uccide un agente e riesce a fuggire. Ferdinand rimprovera ad un suo superiore di aver atteso che avvenisse il reato (scasso) prima di agire. Ne segue un duro dibattito in cui emerge l'insofferenza del suo superiore verso la fatica che Ferdinand mostra a comprendere ciò che per legge andrebbe eseguito.
Difatti egli ha già perso il senso della Costituzione e adotta un modus operandi del tutto proprio. Silurato, viene assunto come responsabile della sicurezza di un'azienda che fa riferimento ad un colosso belga ma che in Germania, nel luogo in cui si svolgono i fatti (mai menzionato), ha un gigantesco stabilimento.
Ferdinand trasforma i suoi sei mesi di prova in un addestramento militare continuo, alla ricerca dei più sofisticati (e dispendiosi) congegni di sicurezza. E' un uomo che contemporaneamente viene ritratto nel suo privato come abbandonato ad una misera esistenza di solitudine, ed è in grado di farsi una compagna solo attraverso un ricatto. Infatti quel che potrebbe sembrare in apparenza solo un funzionario eccessivamente meticoloso, nasconde una condotta morale viscida, ambigua e insicura. Un personaggio che ci repelle.
Il vero salto di qualità il film lo intraprende strada facendo, quando riesce con disinvoltura a spostare l'alveo della spregevolezza non tanto sul protagonista, quanto sui suoi superiori.
Un fantasma nazista, come detto inespresso (perché costituiva ancora una profondo senso di colpa per una nazione divisa come sua conseguenza) ma terribilmente riconoscibile per modalità, appare e inorridisce.
Lo stile di Kluge, con la consueta voce fuori campo e l'utilizzo abbondante della mdp, è schematico e in un certo senso geometrico. Evita ellissi e ricorsi agli sperimentalismi dei film precedenti. In virtù di ciò è il film più convenzionale (mi si passi il termine, che ovviamente, considerando quanto fosse fuori dagli schemi Kluge, stona) dagli esordi fino a quel momento all'interno della sua filmografia.
Pur ricorrendo al suo distinguibile linguaggio cinematografico ben poco empatico egli smitizza, sgonfia e mette persino in ridicolo tutto l'apparato cospiratore che ci mostra, mettendone a nudo con maggior efficacia la sua natura imbecille e autodistruttiva.
Il protagonista è da una parte conforme, dall'altra irrispettoso della gerarchia di un sistema che lo contorce nella sua famelica intransigenza.
Non è difficile rendersi conto che Ferdinand è solo un ingranaggio di una macchina ben più arguta, meschina e potente di lui.
L'allegoria è chiara: nella Germania divisa del 1976 i pesci grossi esercitano un controllo della sicurezza ben più sofisticato, gelido, silente e invisibile di quello scalcinato e disturbato di un pesce piccolo qualunque.
Una distinzione fondamentale è che mentre la caccia alle streghe del Sistema, lucidamente imbastita e diabolicamente efferata, è tutt'altro che mentalmente malata, quella oltranzista e pseudo-ribelle di un Singolo-pedina come il protagonista appare al contrario schizofrenica e inadatta, quindi da scartare.
I pericolosi operai nello stabilimento sono tutt'altro che il vero obiettivo da controllare dalle alte sfere, mentre per Ferdinand, ligio al dovere dell'idea (in quel periodo attuale) dell'ordine da contrapporre al disordine causato da comunisti e arabi (non dimentichiamoci di ciò che è accaduto alle Olimpiadi di Monaco del 1972 – quell'evento ha contribuito a sconvolgere la già fragile Germania) diviene progressivamente una preoccupazione interna.
Ai superiori non piace la condotta di Ferdinand: spende troppo, lavora poco e gli viene chiesto di lavorare "non troppo". Non dovrebbe farsi notare, cosa che al contrario avviene continuamente perché pur di essere assunto questo piccolo, goffo uomo di mezz'età dall'alta ma contemporaneamente fragilissima idea di Sé s'arrabatta in una serie di dimostrazioni di efficienza.
Il problema è questo: nessuno dei due rigenera e/o tutela il concetto di sicurezza come andrebbe fatto secondo i dettami morali e della Costituzione.
Ferdinand abusa della sua percezione di applicazione e nella sua degenerazione finisce per svelare un piano segreto di un alto esponente della multinazionale, ma questo suo eccesso non fa che calpestare piani orditi a macchia d'olio all'interno delle alte sfere, e ciò causa il suo licenziamento.
Ciò scatena la rivincita finale: per mostrare che persino le classi politiche trascurano la sicurezza, Ferdinand spara ad un ministro colpendolo seriamente alla mascella. Dichiara che la propria intenzione fosse di non colpirlo ma solo palesare che è un esperto in materia di sicurezza.
Nell'atto di ripristinare la propria competenza negata dal licenziamento, ha fallito dunque anche lui.
Intervistato sull'ambulanza, sragiona. E' un finale perfetto perché provoca all'unisono preoccupazione, rassegnazione e risate acide.
L'allarme che lancia Kluge è di conseguenza serio e ridicolo allo stesso tempo: cos'è della libertà in una nazione che la fraintende col concetto di sicurezza?
Una nazione che deve ancora pagare un durissimo prezzo: l'autunno del 1977. Il film è una fotografia della pagina storica immediatamente antecedente.
Da evidenziare l'interpretazione ottima di Heinz Schubert e tra le sequenze memorabili, oltre al finale, si segnala il sogno del sabotaggio: l'incertezza di un presente che si riverbera nel mondo onirico e che viene interpretato come una premonizione funesta da non sottovalutare.

"If we surrender our liberty in the name of security, we shall have neither" (B.F.)

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  24/11/2011 23:03:05
   7 / 10
Questo interessante film tedesco della metà degli anni '70 satireggia un aspetto che ha sempre inquietato la società tedesca, cioè l'ossessione per l'autorità, la disciplina e l'ordine, nonché la tendenza che hanno certe persone a sentirsi speciali e come investite di una missione per il bene della nazione.
Kluge lo fa concentrandosi per tutto il film su di un solo personaggio, Ferdinand Rieche. L'approccio è distaccato e ironico (una voce off ci presenta le scene creando distacco, ciò che succede non si svolge esattamente secondo i principi di Ferdinand, prevale la critica piuttosto che la simpatia e l'immedesimazione con il protagonista).
Ferdinand è trattato nel film come una figura di comodo piuttosto che come un essere sensibile e complesso. Lo si vede fin dall'inizio che quello che fa serve per porre questioni politiche ed etiche allo spettatore. La costituzione è un intralcio al bisogno di ordine e sicurezza? E' legittimo usare la forza contro cospiratori e comunisti? Conviene essere allenati e pronti a reagire con la forza a disordini di ordine pubblico?
Nella realtà dei fatti la propensione quasi fanatica di Ferdinand per la sicurezza diventa un intralcio per le istituzioni in cui si trova ad agire. Tra l'altro nei fatti non è poi così retto e disinteressato (ricatta una donna facendone la propria amante, abusa insomma del suo potere e ruolo). Nel film comunque non si salva nessuno, tutti sono meschini, falsi e bugiardi. Non esiste amore, amicizia o rapporto fiduciario che tenga. L' implicito fallimento della vita di Ferdinand cozza contro l'altissima considerazione che ha di se stesso e questo contrasto lo conduce al corto circuito finale.
Kluge usa la mdp in modo magistrale e veramente suggestivo. Ci mostra la Germania grigia e invernale delle città del nord in maniera molto efficace.
Il film si affida a un susseguirsi di spezzoni abbastanza staccati e scollegati fra di loro. E' tutto sincopato in poche scene di tipo illustrativo (non succede mai niente di eclatante o drammatico ma solo l'atto grigio e piatto) e occorre molta elaborazione intuitiva da parte dello spettatore per collegare logicamente le immagini fra di loro.
Il fatto che il film sia fondamentalmente statico, che si giri intorno agli stessi temi in maniera quasi ripetitiva, che non ci sia studio o approfondimento di situazioni o persone, produce piano piano un po' di noia o stanchezza (i 90 minuti a me sono sembrati 180).
Peccato, perché il film in fondo è divertente e tecnicamente eccellente.
Infine bisogna tenere presente che molto va perso con la traduzione; il linguaggio usato, il tono di voce sono fondamentali nell'economia del fim, come pure la conoscenza della società tedesca degli anni '70.

Gabo Viola  @  04/11/2011 16:08:55
   8 / 10
Bello

5 risposte al commento
Ultima risposta 04/11/2011 19.36.24
Visualizza / Rispondi al commento
  Pagina di 1  

vota e commenta il film       invita un amico

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico

10 giorni con i suoia complete unknowna real painal progredire della notteamerikatsiamiche alle cicladiamichemaianoraattack on titan: the last attackbabygirlback in actionbagmanbetter manblack dogblur: to the endbridget jones - un amore di ragazzocaptain america: brave new worldcarlo mazzacurati - una certa idea di cinemacherry juiceciao bambinocitta' d'asfalto
 NEW
come se non ci fosse un domani (2025)companiondiciannovediva futuradog mandove osano le cicogneduse, the greatestemilia perezfatti vederefiume o morte!follementehello! spank: il film - le pene d'amore di spankhereheretici am martin parri colori dell'anima - the colors withinil mestiere di vivere
 NEW
il migliore dei maliil mio giardino persiano
 NEW
il nibbioil seme del fico sacroil signore degli anelli - la guerra dei rohirrim
 NEW
io non sono nessunoio sono ancora quiio sono la fine del mondoitaca - il ritorno
 NEW
la storia di patrice e michel
 HOT R
la zona d'interessel'abbagliol'erede (2025)liliana
 NEW
l'orto americanoluce (2024)l'uomo di argillal'uomo nel boscolux santamaria (2024)
 NEW
mickey 17misteri dal profondomonte corno - pareva che io fussi in aria
 NEW
nella tana dei lupi 2 - panteranina e il segreto del ricciono other landnoi e loro
 HOT R
nosferatu (2024)oh, canada - i tradimentipaddington in peru'pellizza pittore da volpedopino daniele - nero a meta'presencericardito lo squalo?
 R
september 5 - la diretta che cambio' la storiasilenzio!simone veil - la donna del secolosonic 3 - il filmstrange darling
 NEW
the bayouthe brutalistthe calendar killerthe girl with the needlethe last showgirlthe opera! - arie per un'eclissithe shrouds
 HOT
the substancetornando a esttoys - giocattoli alla riscossauna barca in giardinouna viaggiatrice a seoulwolf man

1059398 commenti su 51741 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

BACH - IL MIRACOLO DELLA MUSICARICK AND MORTY - STAGIONE 4RICK AND MORTY - STAGIONE 5RICK AND MORTY - STAGIONE 6RICK AND MORTY - STAGIONE 7SENNA (SERIE TV)

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

in sala


SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA
Locandina del film SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA Regia: Tim Fehlbaum
Interpreti: John Magaro, Leonie Benesch, Peter Sarsgaard, Ben Chaplin, Zinedine Soualem, Georgina Rich, Corey Johnson, Marcus Rutherford, Daniel Adeosun, Benjamin Walker, Ferdinand Dörfler, Solomon Mousley, Caroline Ebner, Daniel Betts, Leif Eduard Eisenberg, Sebastian Jehkul, Rony Herman, Jeff Book, Robert Porter Templeton, Stephen Fraser, Leon Dragoi, Doris Meier, Mark Ruppel, Christine Ulrich, Günther Wernhard, Antje Westermann, Harry Waterstone, Andreas Honold, Stefan Mittermaier
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

THE ORDER (2024)
Locandina del film THE ORDER (2024) Regia: Justin Kurzel
Interpreti: Jude Law, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Jurnee Smollett, Alison Oliver, Morgan Holmstrom, Odessa Young, Marc Maron, Philip Granger, Sebastian Pigott, Matias Lucas, Bradley Stryker, Phillip Forest Lewitski, Victor Slezak, Daniel Doheny, Bryan J. McHale, Ryan Chandoul Wesley, Geena Meszaros, George Tchortov, Daniel Yip, Sean Tyler Foley, John Warkentin, Vanessa Holmes, Rae Farrer, Carter Morrison, Huxley Fisher, mandy fisher
Genere: thriller

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net