Tre adolescenti stranieri, o meglio, italiani di seconda generazione, porgono alla videocamera, senza cautele, aspirazioni, affetti, humour e rabbia. L'attesa, il risentimento, il sogno e anche l'ironia o l'isolamento come difesa: un laboratorio multiculturale a cielo aperto dove la cadenza rumena, i riti islamici e un fidanzato in Ucraina scandiscono un vissuto a cavallo tra mondi remoti e incombenti il cui unico spazio di sintesi è la vita e il corpo di un teenager. Tutti frequentano lo stesso istituto tecnico di Ostia, dove l'occhio mobile e fiancheggiatore del film costruisce, con scattante curiosità e alcun pregiudizio, la scena viva e cruciale dell'identità e dell'integrazione.
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