giochi di potere (2018)

Il marcio della diplomazia o almeno il suo lato oscuro, asciugato da ogni idealismo e servito sul piatto di un cinico pragmatismo, che in fondo è soltanto un piccola foglia di fico che copre corruzione e avidità umane. Il giovane protagonista, idealista ed ingenuo (anche un po' troppo), si ritrova a suo agio come un'acciuga in mezzo a degli squali. E l'enorme differenza tra ciò che credeva di trovato e ciò che effettivamente ha trovato, provoca un senso di disagio sempre maggiore e marcato.
Come detto prima, troppo idealista per essere vero, ma un ruolo del genere, ai limiti della credibilità è funzionale proprio a creare questo ampio scarto tra ciò che dovrebbe essere e ciò che è. Lo sguardo marpione di Kingsley domina il film, tra furbizia e cinismo, di un uomo che forse vede in questo ragazzo sempre più sperduto ciò che era lui stesso un tempo. Un film senza picchi, ma nemmeno senza cedimenti. Poco originale, ma utile per dare uno sguardo ad uno degli scandali più vergognosi dell'ONU, il programma Oil for Food.