hungry hearts regia di Saverio Costanzo Italia 2014
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hungry hearts (2014)

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locandina del film HUNGRY HEARTS

Titolo Originale: HUNGRY HEARTS

RegiaSaverio Costanzo

InterpretiAdam Driver, Alba Rohrwacher, Roberta Maxwell, Jake Weber, David Aaron Baker, Victoria Cartagena, Toshiko Onizawa, Dennis Rees

Durata: h 1.49
NazionalitàItalia 2014
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2015

•  Altri film di Saverio Costanzo

Trama del film Hungry hearts

Jude è americano, Mina è italiana. S’incontrano per caso a New York. S'innamorano, si sposano e presto avranno un bambino. Si trovano così in poco tempo dentro una nuova vita. Sin dai primi mesi di gravidanza Mina si convince che il suo sarà un bambino speciale. E' un infallibile istinto di madre a suggerirglielo. Suo figlio deve essere protetto all'inquinamento del mondo esterno e per rispettarne la natura bisogna preservarne la purezza. Jude, per amore di Mina, la asseconda, fino a trovarsi un giorno di fronte ad una terribile verità: suo figlio non cresce ed è in pericolo di vita, deve fare presto per salvarlo. All'interno della coppia inizia una battaglia sotterranea, che condurrà ad una ricerca disperata di una soluzione nella quale le ragioni di tutti si confondono.

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Voto Visitatori:   7,17 / 10 (24 voti)7,17Grafico
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Voti e commenti su Hungry hearts, 24 opinioni inserite

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Goldust  @  07/11/2024 15:14:34
   6½ / 10
La tematica alla base del film merita tutto il rispetto di questo mondo e non è facile imbattersi in pellicole così impegnate dove il dibattito sul bene comune per un figlio è imperniato su punti di vista così estremamente diversi. Non è facile neanche seguire un racconto così lento e claustrofobico che annienta l'anima ed il corpo dei protagonisti. Un lavoro a tratti sgradevole per la sua crudezza ma necessario, non la tipologia di opere che prediligo ma questo è secondario.

Thorondir  @  27/12/2023 12:03:33
   7½ / 10
Fin dalla prima scena il quadro cinematografico è già chiarissimo: un uomo e una donna chiusi in un bagno e impossibilitati a muoversi, a risolvere quella situazione senza un aiuto esterno. Tutto il film sarà giocato narrativamente e visivamente sulla costrizione, sull'impossibilità di uscire dalla situazione che riguarda il come crescere il piccolo che nasce dalla relazione (da notare che quel figlio è il frutto dell'imposizione di Jude (Adam Driver) a Mina (Alba Rohrwacher)). Lei sta per cambiare città per questioni lavorative ma Jude la mette incinta contro la sua volontà, costringendola ad accettare qualcosa che non voleva. È uno scontro di vedute quello di "Hungry Hearts" costruito però sul riconoscimento reciproco, sul tentativo di rigettare scadimento nell'odio (lui che dice che Mina non ha al mondo altri che loro due, lei che non vuole che lui alzi la voce, non vuole lo scontro frontale). Ma è anche un film in cui lo screenplay gioca con lo spettatore: da una parte è impossibile provare empatia per le convinzioni di Mina che mettono a rischio la vita di un neonato, dall'altra è altrettanto impossibile empatizzare con l'egoismo di Jude che sconfina nella violenza fisica. "Hungry Hearts" è quindi un congegno da cui i due personaggi sembrano realmente impossibilitati ad uscire, complice una regia che sceglie inquadrature e posizionamenti della macchina da presa che aumentano il senso di claustrofobia dei personaggi, all'interno di questo mini appartamento che diventa gabbia da cui uscire per Jude, rifugio sicuro per Mina e imposizione per il piccolo (che non ha nome). A metà strada tra incomunicabilità antoniniana e freddezza hanekiana e pesantemente debitore al Polanski di "Repulsione" e "Rosemary's Baby", questo film di Costanzo avrà anche un retrogusto derivativo, ma è anche un film perfettamente coerente, con scelte stilistiche sempre al servizio del racconto cinematografico.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  17/04/2021 19:25:32
   7 / 10
Buon dramma che poggia sull'ottima prova della coppia Driver-Rohrwacher. Pellicola intensa, bravo Saverio Costanzo.

DarkRareMirko  @  19/07/2019 23:25:23
   7 / 10
Costanzo si riconferma regista dotato ed atipico, con echi di Polanski e Garrone, che non ha interesse alle risultanze da botteghino, interessato com'è a storie indipendenti e coraggiose; bene i due protagonisti in ruoli non facili.


Fa abbastanza riflettere ma qua e là manca comunque qualcosa; ad ogni modo da ripescare.

EddieVedder70  @  17/09/2017 21:32:07
   7 / 10
Dopo "i numeri primi" S.Costanzo torna e va in trasferta a New York con cast in gran parte d'oltre oceano (Kylo Ren di SW in primis) ... e non si brucia!!!
Davvero bravo alla regia, nel contenere i tempi, nel far esprimere gli attori al meglio, nel mantenere alta la tensione, sempre in crescendo, nel far vivere la claustrofobia del contesto. Film pesante per il tema, film che non lascia indifferente (almeno chi ha avuto un bambino), film che rimane addosso anche dopo la visione. Bravissima ed insopportabile la Rohrwacher.
Chiaro, non è un film adatto a tutti e difficilmente mi verrà voglia di rivederlo.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  12/09/2016 16:07:07
   6 / 10
Film drammatico molto lento che poteva essere sviluppato in modo decisamente migliore. Alba Rohrwacher brava, sempre che l'intento del regista fosse quello di renderla un personaggio antipatico e irritante.

fabio57  @  09/09/2016 09:23:19
   7½ / 10
Ottimo lavoro. Saverio Costanzo dirige un film di grande spessore ,con notevole maestria. Il tema affrontato poi è attuale e interessante. La questione dell''alimentazione vegana nonché poi la medicina alternativa, è materia delicata e controversa, da maneggiare con cura ed è indubbio che non si possa gestire da soli senza un supporto scientifico La posizione della macchina da presa con delle zoomate iperboliche, da angolazioni impossibili dimostra grande padronanza tecnica.La prova degli attori è superlativa. Alba s'immedesima talmente tanto da sembrare autenticamente folle. Smagrita e con gli occhi affossati, regala agli spettatori un personaggio indimenticabile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  27/04/2016 12:19:02
   7½ / 10
Dopo svariati anni dal suo ultimo lavoro, il forse sottovalutato "La solitudine dei numeri primi", Costanzo ci racconta un'altra storia, ancora piu' disperata della precedente.
La coppia in questione vive un amore fugace, tutto montato velocemente infatti, fino alla nascita del loro figlio... nella Madre scatta quell'impulso protettivo estremo non poi cosi raro.
Un'ottima Alba Rohrwacher riesce ad essere estremamente antipatica ma riesce a creare ache quel senso di "pieta'" nei suoi confronti che la lega comunque allo spettatore.
Un film forte, che se non fosse per il finale troppo convenzionale avrebbe meritato di piu'.

Michele1958  @  09/03/2016 23:40:06
   7 / 10
Un titolo proprio azzeccato, mi ha fatto capire quando il troppo amore può anche uccidere....

freddy71  @  21/02/2016 12:10:09
   6½ / 10
mah un film molto psicolgico....però alba rohrwacher a me piace troppo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/08/2015 23:22:51
   7 / 10
Il film di Costanzo non è propriamente una storia d'amore. La considero un'infatuazione che il peccato originale di lui (la gravidanza non voluta) la trasforma in una storia d'amore "forzato" che libera le ossessioni già latenti in Mina. Il bambino è il simbolo perfetto di un amore malnutrito, che non cresce e destinato alle tragiche conseguenze. Al resto pensa la buona regia di Costanzo che fotografa una quotidianeità distorta, fatta di spazi strettissimi (lungimirante la scena divertente del bagno all'inzio) e claustrofobici dove l'amore soffoca e non si espande. La buona prova dei due protagonisti garantisce anche il superamento di qualche empasse di una sceneggiatura meno asciutta e con qualche digressione inutile. Una pellicola inusuale su un rapporto che non doveva mai nascere.

sim2704  @  24/07/2015 12:16:12
   8 / 10
un film che parte lento ma che col passare del tempo crea nell'utente una sensazione di angoscia crescente. Per tutta la durata del film ti aspetti che possa accadere qualcosa di importante in un verso o nell'altro. Il finale non è poi così scontato. Veramente un bel film!

TheLegend  @  05/07/2015 05:14:54
   7 / 10
Un dramma ben costruito,per nulla banale.
Ai miei occhi la madre non è parsa poi così completamente pazza,magari ossessiva nelle sue attenzioni ma non pazza;anche perchè se dovessimo analizzare scientificamente le sue idee,non sarei così sicuro che avessero più ragione i medici o che fosse completamente nel torto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  28/06/2015 19:42:30
   7 / 10
Drammone psicologico talmente assurdo da sembrare quasi grottesco..
non riesco a immaginare che una madre possa essere così scema.
Comunque il film parte piano per poi esagerare in un delirio di ossessioni e fobie.. ben girato con luci sobrie e senza troppa musica. ottime interpretazioni.

Jumpy  @  03/06/2015 00:12:52
   7½ / 10
Un thriller psicologico di notevole impatto emotivo. Inizio abbastanza scoppiettante seguito da una parte decisamente più lenta e noiosa, dopo una po' il film decolla, eventi e situazioni si susseguono in un crescendo intenso e toccante.
Fa rabbrividire l'idea che persone del genere possono esistere davvero...

barone_rosso  @  19/05/2015 23:41:20
   7 / 10
Finalmente Alba Rohrwacher ha trovato l'unica interpretazione che le riesce bene, quella della pazza psicopatica. Il film inizialmente è noiosetto, ma per fortuna le vicende prendono una buona piega.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  12/02/2015 12:48:22
   7 / 10
Costanzo è chiaramente attratto dai conflitti personaggio-ambiente. Disegna vite come racchiuse in gabbie, gabbie che sembrano partorite prima di tutto dalla mente degli stessi personaggi e che invece derivano dai nodi non risolti tra il personaggio e chi lo circonda.
Mina passa da una gravidanza tutto sommato non desiderata a una dedizione totalizzante e malata per il bambino. Jude precipita suo malgrado nella tela di ragno in cui lei ha trasformato le loro vite implose e segregate. Il segreto del film sta nel suo essere tutt'altro che manicheo come sembra. Il razionalismo di Jude è messo in dubbio e inaspettatamente ci troviamo a empatizzare per Mina: nonostante l'insostenibilità delle sue posizioni c'è qualcosa di storto nell'incomprensione di fondo di Jude. Il personaggio davvero maligno è quello della suocera, messo bene a fuoco dall'inconscio di Mina sin dalle nozze. Quel ritornare del figlio alla madre è segno di una claustrofobia più remota, quella dell'utero. Una casa respingente, carica di sinistri trofei di morte; e un sogno premonitore. Infine la spiaggia di Coney Island, in due malinconici tramonti staccati nel tempo, che vedranno i protagonisti irrimediabilmente separati: E un bambino che crescerà non sotto i migliori auspici.

Il film ha ovvi motivi di pregio nella messa in scena, claustrofobica sin dalla prima scena. La mano autoriale del regista che parla anzitutto per immagini si vede nel saper fare un uso sapiente del long take e del grandangolo, come dei movimenti di macchina. L'acme in questo senso è raggiunto nella parte centrale del film, per poi placarsi improvvisamente nella gelida deriva finale.
Ha ragione chi scorge nel film un omaggio a Polanski - non necessariamente quello di "Rosemary's baby" (che pure è il rimando più ovvio, visto il tema) - così come nel precedente "La solitudine dei numeri primi" (forse più ambizioso anche se meno controllato) erano evidenti i rimandi a Kubrick.
In fondo è proprio la classe di Costanzo, la sua eccentricità nel panorama italiano, a essere per ora anche il suo grande limite: quando si emanciperà dai suoi grandi modelli, di volta in volta dichiarati, forse potrà regalarci un film importante davvero, capace di imporsi anche per ciò che racconta e non principalmente per come lo racconta.

gandyovo  @  09/02/2015 19:11:24
   7½ / 10
angosciante relazione con recitazione ottima da parte di Rohrwacher in un personaggio che sembra quasi appartenerle. apprezzata la regia in una new york che fa da grigia cornice al dramma familiare. il regista mi aveva colpito con private e per i miei gusti questo è il suo miglior film. ovviamente non è una pellicola per tutti.

gaffe  @  01/02/2015 19:39:21
   7½ / 10
Boccata d'ossigeno per il cinema italiano, avevo già apprezzato "la solitudine dei numeri primi", molto citazionista ma ben fatto.
Qui Costanzo si ripete, anzi di più, facendo un film quasi completamente concentrato in un appartamento, evidenti i riferimenti a polanski (repulsion e rosemary's baby).
Peccato per il finale, poteva essere costruito meglio, ma ben vengano questi film.

pak7  @  31/01/2015 03:03:32
   7½ / 10
Perfetto thriller - drama in stile Polanski, da cui riprende le atmosfere, i lunghi silenzi, le pause, ma anche i colpi di scena.
Costanzo, alla sua quarta regia, ci regala una piccola chicca, ambientata in una New York quasi irriconoscibile, in una periferia che potrebbe anche essere quella di una piccolissima e ridente cittadina italiana.
Un amore che nasce e che prima si inizia a sfilacciare per poi sgretolarsi dopo l'arrivo di un bambino. Lo spettatore non può che guardare atterrito l'egoismo di una madre (la Rowracher) piena di complessi, fobie assurde, uno spettatore che non può far altro che empatizzare, o meglio simpatizzare, per un padre diviso tra l'amore di suo figlio e l'odio profondo per una donna che ormai non gli appartiene più. Splendida la colonna sonora.

marimito  @  18/01/2015 22:38:29
   7 / 10
Un'attenta analisi sociologica della genitorialità.. della responsabilità dell'essere genitori ai tempi moderni.. con le paure che si trasformano in vere e proprie fobie.. e le fobie in veri e propri drammi..
La Rohrwacher si presta ad impersonare un vero e proprio personaggio Polanskiano mentre Driver un pò scompare vicino a lei..
Un epilogo assolutamente non banale e retorico. Sicuramente un film angosciante, ma bello.

M-Wil  @  18/01/2015 14:13:37
   7½ / 10
Il tema della cultura alimentare, che fa da principe all'interno della pellicola, non è altro che il pretesto per mettere in risalto lo scontro ideologico tra i due "cuori affamati" Jude e Mina.
Un duello fatto di quell'ideologia sorda e prepotente, che pensa sempre di essere nel giusto.
Saverio Costanzo non giudica mai i suoi protagonisti, anzi, probabilmente è il pubblico stesso che lo farà schierandosi.
Regia complessa, intima e ambigua che da vita a un thriller davvero originale.

Invia una mail all'autore del commento cupido78  @  16/01/2015 21:14:29
   7½ / 10
Orgoglio nazionale. Saverio Costanzo vive artisticamente distante dalla masnada di registucoli, pseudovideomaker, director ridotti a fare tv sul grande schermo con attori da rotocalco.
Il film è grande, i due protagonisti veri, profondi, nudi.
Ad una fotografia poco piacevole si sommano una serie di scelte stilistiche ben azzeccate, con Costanzo alle ottiche, dietro la macchina da presa.
La storia veicola il tema della diversità sezionando un nucleo familiare globalizzato in una New York inospitale, poco umana, aliena per il piccolo appena nato.
La grande mela si trasforma in un territorio di conflitto dove transita l'utopia e il fai da te nutrizionale come pretesto per definire una crisi e una malnutrizione spirituale che coinvolge i protagonisti e, inevitabilmente, tutti noi. L'epilogo, tesi del film, ci avvisa sulla violenza dell'intolleranza e della compassione.
Consigliato in lingua originale. Bello bello bello.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  16/01/2015 02:37:37
   7½ / 10
Con uno stile univoco ma poco "europeo" che fa pensare a Polansky e a Cronenberg, Saverio Costanzo si rivela e conferma uno dei pochi cineasti italiani che "osano" al di la' di certi eccessi formali. Il suo limite e' quello di cedere a un'epilogo francamente un po' forzato, e di avere un interprete maschile, Coppa Volpi a parte, non all'alterra della parte. Ma tutto il suo film, quasi un thriller sulla "purezza" del Regime alimentare, e' coinvolgente e doloroso, affascinante e alienante al tempo stesso. E' un lavoro di buona qualita' che disturba, spiazza, atterisce. E la Mina di Alba Rohrwacher una figura materna inquietante, fragile, indimenticabile

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