i care a lot regia di J Blakeson Gran Bretagna, USA 2020
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i care a lot (2020)

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locandina del film I CARE A LOT

Titolo Originale: I CARE A LOT

RegiaJ Blakeson

InterpretiRosamund Pike, Eiza González, Dianne Wiest, Peter Dinklage, Chris Messina

Durata: h 1.58
NazionalitàGran Bretagna, USA 2020
Generedrammatico
Al cinema nel Febbraio 2021

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Trama del film I care a lot

Marla Grayson lavora con successo come tutrice legale di persone anziane non più in grado di gestire le proprie finanze. Ha un grande talento nell'usare la legge a suo beneficio e a svantaggio dei suoi clienti. Ma quando entra in contatto con Jennifer, una cliente apparentemente perfetta, si rende conto che l'apparenza può essere ingannevole. Mentre si aggrapperà con tutta se stessa al suo elusivo sogno americano, Marla vivrà la più misteriosa delle avventure della sua vita.

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Voto Visitatori:   5,77 / 10 (15 voti)5,77Grafico
Miglior attrice in un film commedia o musicale (Rosamund Pike)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior attrice in un film commedia o musicale (Rosamund Pike)
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Voti e commenti su I care a lot, 15 opinioni inserite

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stratoZ  @  03/07/2024 15:07:39
   5 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

È un film dai due volti, con una prima parte molto sul pezzo, che tira su una tematica che per quanto non nuova comunque risulta estremamente sentita, col perfido e meschino personaggio della Pike che si prende tutta la scena e riesce a risultare odiosa, fredda, determinata, assolutamente cinica, catalizzando su di sé tutta l'attenzione ma anche l'odio dei personaggi che ne fanno le spese, oltre che dello spettatore, con quegli occhialini a specchio e il sorriso beffardo, tutta questa parte introduttiva mostra benissimo il tipo di business che riesce a fare, è uno squalo che si mangia i vecchietti e le loro proprietà, ha una buona rete di conoscenze nei posti giusti, riesce a gestire il tutto perfettamente, promettendo una fetta dei ricavi anche a colori che le fanno fare il suo gioco, il sistema sembra infallibile, la sua determinazione e l'empatia inesistente ne fanno un colosso impossibile da abbattere, sempre capace di farla franca anche di fronte al giudice per la sua parlantina persuasiva, gettando nella disperazione anche un figlio che non ha più il permesso di vedere la madre, la figura del tutore legale che viene messa sotto un riflettore che la mostra come una macchina mangiasoldi delle persone anziane, insomma questa parte qui è una carica esplosiva, grazie anche al ritmo sostenuto e al carisma della Pike regge benissimo questa rappresentazione meschina del sogno americano, diciamo che con un soggetto del genere si hanno delle grosse potenzialità.

E poi che succede? Succede che il film si perde in un thriller senza capo ne coda, dopo il momento della soglia in cui la Pike decide di occuparsi di questo cliente succulento, una vecchia imprenditrice in pensione apparentemente senza parenti, prende una deriva forzatissima, che porterà la protagonista in uno scontro all'ultimo sangue contro la mafia russa, ma inizia tutto ad andare male, proprio malissimo, viene introdotto il personaggio di Peter Dinklage, che sarebbe un boss della mafia che si è finto morto anni prima ma ancora controlla tutto il giro e ha i miliardi, non so per quale motivo gli viene dato un sottofondo ironico, viene rappresentato quasi come un buffone, diventa parodistico in certi momenti, con alcune sfuriate di rabbia e delle situazioni demenziali che ogni tanto tira in ballo, ma non è nemmeno questo il problema del film, il problema sono le forzature di una seconda parte totalmente inverosimile, in cui la protagonista e la sua compagna si trasformeranno in Wonder Woman e Captain Marvel e riusciranno ad eliminare la mafia russa da sole, dopo che i sicari più stupidi della storia non sono riusciti ad eliminare nessuna delle due nonostante le avessero già catturate e stordite, insomma diventa un fantasy, poi arrivano tranquillamente al boss e riescono a catturarlo come fosse un bambino sperduto, forse anche più facilmente, non si spiega come abbia così pochi scagnozzi ma vabbè, insomma diventa la sagra della forzatura, fino ad un finale che quantomeno riequilibra tutto, ma insomma, la seconda parte diventa totalmente da buttare.

Poi c'è pure una manfrina pseudofemminista che diventa orrenda, con la protagonista che si pone nei confronti dell'avvocato o dei nemici che si fa in generale dicendo "Tu ce l'hai con me perché sono donna ecc ecc ecc ti da fastidio che una donna abbia successo e blablabla" adesso, con tutto il rispetto, penso ce l'abbiano con te perché stai truffando dei vecchietti e gli stai portando via tutti i risparmi di una vita e le proprietà in maniera illecita e truccando i referti medici, forse, e dico forse, la misoginia qui non c'entra una mazza, che dici?

Nel complesso, mi è piaciuto molto poco, mi è saputo tanto di occasione sprecata, certo, la Pike è perfetta in questi ruoli sadici, lo aveva già dimostrato in "Gone Girl" e qui pure sembra calzare a pennello, peccato questo deragliamento della sceneggiatura, anche perché la prima parte a livello socio/etico era molto impattante.

benzo24  @  02/06/2021 14:18:37
   1 / 10
Praticamente la Pike ha solo due espressioni. Una da scema e l'altra pure. Peggior interpretazione femminile del ventennio in assoluto.
Sul film stendiamo un velo pietoso. Inizia pure bene ma si perde in un estenuante ricerca del colpo di scena che affonda invece la pellicola sempre più nel banale

VincVega  @  06/03/2021 18:23:43
   5 / 10
Pellicola che parte benissimo con l'intro ed il sottofondo musicale della bellissima "Dirge" dei Death in Vegas (però già utilizzata altre decine di volte, per esempio me la ricordo in "Black Dahlia" di De Palma"). Il tema è accattivante ed attuale (mi viene in mente un servizio televisivo recente de "Le Iene"...), purtroppo dopo una prima parte discreta in grado di incuriosire (in cui comunque ci sono diverse forzature, tipo il giudice che accetta tutte le malefatte della protagonista Marla e delle sue compari senza battere ciglio), poi incominciano ad esserci scemenze varie (tipo che questi soggetti mafiosi sono tenuti sotto scacco da Marla e dalla sua compagna, nemmeno fosse un film comico). Un film in cui si empatizza più con i mafiosi che con la protagonista è davvero troppo. Vogliamo parlare della parte finale? Poco credibile è un eufemismo. Marla da tutrice legale si trasforma in James Bond al femminile. "I Care a Lot" faceva presagire qualcosa di buono, vanificato da una sceneggiatura che dopo le premesse inziali manda tutto in vacca. Il contentino degli ultimi minuti, sembra buttato li per il pubblico e migliora la qualità della pellicola. Ottima la Pike, ma questo si sapeva già.

1 risposta al commento
Ultima risposta 06/03/2021 18.26.23
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  03/03/2021 11:38:03
   5 / 10
Film che parte bene e si rovina man mano che prosegue, con una serie di forzature veramente fastidiose che culminano in un pre-finale da prendere a ceffoni lo sceneggiatore:

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Ho trovato un po' fastidioso anche il modo in cui è descritto il rapporto tra Marla e la sua compagna, che ho trovato molto ipocrita e furbetto e non del tutto spontaneo: si tratta di un rapporto che non aggiunge niente né alla caratterizzazione del personaggio né alla storia: non è nemmeno chiaro che ruolo professionale abbia la compagna rispetto a Marla, è una semplice figurina sottomessa a Marla che reagisce in modo passivo a tutto quello che dice Marla, anche quando avrebbe pieno titolo di incazz.arsi con lei. E quindi lo spettatore prova zero empatia sia verso di lei che verso il rapporto, che rimane solo una buona occasione per far vedere un po' di innocui baci lesbo-chic.

Ma anche il personaggio di Dinklage è scritto coi piedi, nonostante la sua bravura: è il classico mafioso russo, solo che ha pochissimi scagnozzi e una madre cui vuol bene ma senza che il rapporto sia approfondito: Dinklage vuole liberarla, ma non si coglie minimamente alcuna profondità nelle sue intenzioni.

Peccato, perché Rosamund Pike è strepitosa, così come il già citato Dinklage (pur alle prese con un personaggio bidimensionale) e la Wiest (anche lei a 2 dimensioni): se il film avesse mantenuto la qualità della rima mezz'ora sarebbe stato un interessantissimo thriller di cui ci saremmo ricordati a lungo: e invece.

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Mauro@Lanari  @  26/02/2021 13:44:40
   4 / 10
Rosamund Pike in modalità "Gone Girl" (Fincher 2014): la sua Marla è un personaggio abietto, malvagio, spietatamente amorale, che Blakeson propone come variante femminista dell'apologia di reato, sebbene cerchi di disinnescare quest'idiozia in un finale sconclusionato quant'il resto del film (cosa c'era di russo in quella mafia?). Eppure l'inizio era promettente con "Dirge" (1999) dei Death in Vegas.

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