Ritratto di una ricca liceale alle prese con i primi turbamenti erotici dell'adolescenza. Si concede a un maturo amico di famiglia e s'accorge di essersi sbagliata, ma non ne fa un dramma: lo sbaglio l'ha ferita, non sporcata.
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Il mio correlatore di tesi triennale lo paragonava addirittura a La dolce vita, peraltro uscito nello stesso anno, anche se, qualche scena a parte, non è che abbian troppo in comune.
La Spaak è strepitosa, il suo sguardo finale in camera è memorabile, così come i secondi della scena iniziale, immersivi al massimo (quelli dove lei è a letto da sola); bianco e nero di alto livello, fotografia grandiosa, bravi attori, regia di Lattuada inimitabile, ma ad ogni modo qualche momento noioso e forzato comunque c'è (magari dipendenti dai vari tagli che la pellicola subì).
Si potrebbe quasi parlare di capolavoro, complice i dialoghi curati, ma ad ogni modo è un film che ha resistito benissimo ai 50 anni e passa che si porta appresso.
So che di recente è stato rieditato in dvd: è un film da vedere, tra i migliori del dotato regista.