il grande uno rosso regia di Samuel Fuller USA 1980
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il grande uno rosso (1980)

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locandina del film IL GRANDE UNO ROSSO

Titolo Originale: THE BIG RED ONE

RegiaSamuel Fuller

InterpretiLee Marvin, Mark Hamill, Robert Carradine, Bobby Di Cicco

Durata: h 1.53
NazionalitàUSA 1980
Genereguerra
Al cinema nel Novembre 1980

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Trama del film Il grande uno rosso

Seconda guerra mondiale. Il Sergente e i suoi quattro soldati formano una pattuglia di ""invulnerabili"" in forza al ""Grande Uno Rosso"", il primo reggimento di fanteria americano. Le battaglie si susseguono, fronte dopo fronte, dalla Tunisia alla Sicilia; dalla Normandia al Belgio; attraverso l'Europa fino in Cecoslovacchia, dove si scoprono gli orrori dei lager nazisti. A guerra finita, il Sergente, come già gli era successo alla conclusione della prima guerra mondiale, spara a un tedesco per errore, ma questa volta fa di tutto per salvarlo.

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Voto Visitatori:   7,55 / 10 (21 voti)7,55Grafico
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Voti e commenti su Il grande uno rosso, 21 opinioni inserite

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stratoZ  @  09/10/2023 14:19:08
   7½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Buon film di guerra di Fuller in uno dei suoi ultimi lavori, "The Big Red One" ha molti elementi in comune con "Platoon" che Stone realizzerà sei anni dopo, diciamo che possiamo considerarlo il Platoon della generazione precedente, entrambi sia Stone che Fuller sono stati sul campo di battaglia in prima persona e forniscono una versione della guerra dal punto di vista dei soldati, entrambi con l'ausilio del voice over che funge da flusso di coscienza, entrambi mostrano una disillusione sugli ideali bellici, insomma gli elementi in comune sono tanti, fa eccezione la guerra combattuta.

Con "The Big Red One" Fuller ci porta nel cuore del secondo conflitto mondiale, mostrandoci la divisione che dà il nome al film tramite il punto di vista di un soldato, la particolarità del film è lo spezzettare la vicenda mostrando più fronti della guerra, per rendere bene l'idea della vastità del conflitto e dell'enorme dispiego di mezzi.
Il film offre diverse sequenze di indubbio valore sebbene non lo trovi il massimo dell'originalità, tuttavia fin dall'inizio riesce ad avere una forte componente empatica a partire da una delle prime sequenza, l'incontro delle truppe americane con quelle francesi con la conseguente dichiarazione di alleanza dei francesi e i festeggiamenti insieme, mostrati a distanza ravvicinata dalla regia splendida di Fuller, una sequenza da enorme sospiro di sollievo e che riempie di gioia per l'aver evitato la battaglia.

La regia di Fuller è ispiratissima come al solito e regala ottimi momenti di cinema, da quelli più claustrofobici dei carri armati che passano sopra le buche con dentro i soldati vivi, vedibile anche come la metafora del reduce che è letteralmente stato schiacciato dalla guerra ma in quel caso ne è uscito vivo. Altra trovata registica niente male è l'uccisione del soldato nemico all'interno della casa con una pseudo soggettiva del soldato morto che vede il nemico chiudergli le finestre di fronte ad esso annerendo lo schermo, riposando per sempre, dando una forte sensazione di morte.
Un po' più banalotta la metafora della donna che partorisce dentro il carro armato attorniato dai corpi morti dei soldati tedeschi, la vita che rinasce in pieno contrasto con la morte della guerra, un po' facilotta diciamo.

Particolarmente toccante invece è la sequenza in Sicilia col bambino che ha come unico desiderio quello di dare una degna sepoltura alla madre, una sequenza abbastanza pesante emotivamente con i soldati che accetteranno pur di avere le informazioni di cui sono alla ricerca e si trascineranno il carretto col corpo ormai putrefatto, il culto dei morti rappresenta un atto di ritrovata civiltà che nel contesto bellico si era totalmente persa.

E ancora vi sono anche diverse scene un po' più leggere in apparenza come i momenti di ballo e i dialoghi tra i soldati riguardanti i vizi e le donne, momenti che presi a solo potrebbero dare una sensazione di ottimismo ma nel contesto rappresentano i desideri dei soldati ormai non tanto in astinenza ma in una quasi dimenticanza di essi, vissuti come qualcosa di lontano, bei tempi andati.

Alla fine penso sia un ottimo film bellico, specialmente per la regia che da quel surplus in più all'opera, la scrittura non la trovo brillante come i capolavori del genere ma si fa guardare molto bene, da segnalare un anziano Lee Marvin e l'allora stella nascente Mark Hammill che quell'anno stesso combatterà un'altra guerra, questa volta non contro i nazisti ma contro l'impero galattico, ma questa è un'altra storia…

VincVega  @  13/04/2022 08:26:01
   7 / 10
Visionata la versione lunga. Pellicola di guerra narrata quasi come un film d'avventura con peripezie varie dei protagonisti, non sempre collegate in maniera ottimale ma assolutamente interessanti e godibili. E' un film dispersivo, a volte sembra che le scene siano tagliate in malo modo, ma le sequenze d'impatto non mancano (lo consiglio in lingua originale con i sottotitoli).

Goldust  @  09/10/2020 11:24:03
   6 / 10
Non posso dire che il film sia brutto ma neanche che mi abbia coinvolto più di tanto.. Ho visto la versione estesa e ridoppiata ( così così ) e probabilmente ho fatto male: per quanto la pellicola riesca a restituire l'aleatorietà della vita e la sensazione d'impotenza dei soldati davanti alla morte, le gesta di questa pattuglia di anti-eroi americani è costruita con battaglie mal assistite da una vera costruzione logica ( Nord Africa, Sicilia, Parigi, Cecoslovacchia, sono situazioni diverse trattate sempre allo stesso modo ) ed è troppo diluita nei tempi e nei luoghi per fare davvero breccia nel cuore dello spettatore. A tratti ci si annoia insomma perchè due ore e mezza così sono lunghe da far passare e perchè gli interpreti aggiungono poco di personale ai propri personaggi senza così farne emergere i lati predominanti. La sufficienza è raggiunta per alcune sequenza di grande trasporto e resa scenica come il tentativo di agguato tedesco o l'ingresso nel lager e, ovviamente, per il messaggio disincantato che ci lascia il regista, uno che il conflitto bellico lo conobbe da vicino per averlo seguito come reporter: gli uomini in guerra non sono eroi ma carne da macello. E' l'opera più celebrata di Fuller, ma per me è ben lontana da essere la migliore.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  13/10/2018 18:11:38
   7½ / 10
Ho visto la versione "integrale" di questo film e, probabilmente, avrei fatto meglio a vedere la versione originale (del resto il regista era morto da un pezzo quando è uscita questa riedizione, diversa da come lui aveva deciso di far uscire la pellicola al cinema). Quel che infatti non funziona molto sono i tempi di certi passaggi, troppo lunghi e dispersivi, quando invece si vede molto bene che gli eventi rilevanti della storia, essendo tantissimi e in fronti diversi della guerra, erano già ampiamente sufficienti a raccontare una lunga storia. Quel che rimane, comunque, è un film molto personale e quasi autobiografico, in cui vengono mostrati i fronti dove Fuller combatté veramente durante la seconda guerra mondiale. A volte crudo, a volte surreale, bizzarro, sorprendente, patriottico (o il suo contrario) ci presenta una guerra ormai lontana per l'America che aveva ormai visto Apocalypse Now! Non resta che farsi trasportare in questa sua unica visione

BlueBlaster  @  18/07/2018 18:35:31
   7 / 10
Nulla di eccezionale sotto l'aspetto tecnico o di sceneggiatura ma il fatto che racconti praticamente tutti gli interventi militari degli States in Africa/Europa durante la WWII lo rende interessante e poco noioso (io ho visto la versione classica) sopratutto per chi come me si è visto una marea di documentari a riguardo.
Il fatto poi che sia praticamente una biografia del regista e che lo stile abbia dei tratti documentaristici lo differenzia dagli altri film bellici.

Italo Disco  @  12/04/2018 18:06:08
   8 / 10
Mi è sembrato antieroico e cinicamente propenso verso una visione umana e realistica della vita in fronte, mi ha ricordato LA GRANDE GUERRA con la sua sequela di combattimenti, momenti di tensione ma anche battute e scene più leggere. Mi è piaciuto perché non si lascia andare a facili sentimentalismi e la drammaticità spicciola è tenuta alla larga; è pur vero che lascia un senso di freddezza e poca empatia verso i protagonisti. Esiste in 2 versioni quella cinematografica del 1980 e quella denominata Reconstruction (ridoppiata) uscita in home-video nel 2004.

Overfilm  @  15/01/2017 23:55:54
   5 / 10
Non sono un fan dei film di guerra e comunque, al netto del mio giudiizo sulla tipologia dei film, la media esaltante per questo film non la comprendo.
Buona la prova di Lee Marvin che pero' non e' sufficiente a salvare il film.
In qualche commento viene indicato come dal film appaia chiaro che l'importante in guerra e' salvare la pelle... pero' alcuni passaggi mi sembran fin eccessivi:
che i soldati siano considerati numeri (dalle alte sfere) ci sta... eccome.
Ma che tra commilitoni ci si comporti in questa maniera.. beh... forse e' un pochino esagerato.
Ad ogni modo e' un film che personalmente non mi ha lasciato granche'...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  10/09/2012 14:39:53
   4 / 10
QUESTO COMMENTO E' IN RIFERIMENTO ALLA VERSIONE RESTAURATA ED ORRIBILMENTE RIDOPPIATA DEL 2004 (2h e 40 mins di durata).


Era da tempo che non mi annoiavo così tanto durante la visione di un film. "Il Grande Uno Rosso" di Fuller, da molti ritenuto uno dei capolavori del genere bellico, è in realtà un vero e proprio strazio dal primo all'ultimo minuto.
Coinvolgimento emotivo pari a zero, una marea di scene inutili buttate lì a caso, sequenze di guerra interminabili e praticamente tutte uguali (gran parte poi vengono bruscamente interrotte nel bel mezzo dell'azione), regia di Fuller piatta, apatica e completamente televisiva, personaggi tagliati con l'accetta che non suscitano il benchè minimo cenno di interesse (a fine visione, nonostante la durata, lo spettatore fa ancora una fatica boia a cercare di ricordare i volti e i nomi dei quattro giovani protagonisti).

Due/tre sequenze riuscite (i carri armati sopra le teste dei soldati, il tentativo di agguato dei tedeschi, e il parto all'interno del panzer) e la buona prova di Marvin non bastano proprio a salvare un'opera in definitiva noiosissima, irritante, e totalmente assente di emozioni o poesia.

Fuller è uno che la guerra l'ha vissuta in prima persona, ma ciò comunque non giustifica la realizzazione di un film così brutto.
Questione di gusti e punti di vista, ma per me rimane uno dei peggiori prodotti mai realizzati sulla guerra. E stavolta lo ammetto: mi consola molto sapere che non sono l'unico a pensarla così.

Una vera agonia.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  23/08/2011 14:58:25
   10 / 10
La parola d'ordine è sopravvivere, l'essenza stessa della guerra. Attraverso un gruppo di giovani soldati viviamo vari spaccati della seconda guerra mondiale: dal deserto nordafricano, allo sbarco in italia fino al dramma dei campi di concentramento. E' il racconto personale di un Sam Fuller che ha vissuto quei giorni di paura ed orrore, senza ricorrere furbescamente alla retorica. Uno dei migliori film di guerra mai realizzati.

edmond90  @  22/08/2010 11:29:38
   10 / 10
Uno dei piu grandi film di guerra di tutti i tempi dal grande regista indipendente Samuel Fuller.Una pellicola che mostra nel profondo le ansie,le paure e le aspettative dei soldati,senza un briciolo di retorica o di enfasi.
Ricco di scene indimenticabili,alcune delle quali beffarde e ironiche(il parto nel carroarmato),Il Grande Uno Rosso rappresenta una tappa fondamentale per ogni appassionato di cinema di guerra e non,un must indimenticabile.
Consiglio a tutti anche il meraviglioso libro,dello stesso Fuller,edito dalla Elliot.

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Ultima risposta 22/08/2010 11.33.38
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Gruppo COLLABORATORI julian  @  27/04/2008 23:21:18
   7 / 10
Un film sulla guerra quasi inedito.
Non oserei definirlo un film di guerra, qualcuno potrebbe rimanere deluso...
Sebbene giri essenzialmente tutto intorno alla guerra, essa tuttavia resta solo un quadro sullo sfondo, nel quale si svolgono le vicende.
E gli episodi raccontati sono di quelli che non ti aspetti, come la nascita di un bambino, davvero impensabile in campo di guerra.
Chi cerca film atipici, che si discostano dai canoni tradizionali del genere a cui appartengono, può andare sul sicuro con questo.

amoreblu  @  28/12/2007 17:03:18
   9 / 10
Girato in diverse ambientazioni (Africa, Italia, Ardenne) racconta le gesta del reggimento "Uno Rosso" durante la II Guerra Mondiale. Lo fa in mondo atipico, non cedendo alla blockbusterizzazione del conflitto, ma presentandone un affresco drammatico in cui "la sopravvivenza è l'unica gloria in guerra". Fuller ha realmente "fatto la guerra" e si vede.
Mereghetti cita delle inesattezze sui manifesti del Duce durante l'episodio ambientato in Italia.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  28/11/2007 09:34:22
   7½ / 10
Film atipico sulla guerra che mi ha lasciato spiazzato.
Fuller tratta un tema scabroso, che si presta a molteplici riflessioni filosofiche, con originalità e ironia. I protagonisti, uno sparuto manipolo di soldati che viene di volta in volta affiancato da giovani reclute dal destino inesorabilmente segnato, sembrano quasi dei partecipi assenti e distaccati dell'abominio che si svolge sotto i loro occhi trasognati.
Il regista, tralasciando la descrizione minuziosa dei massacri (da sempre elemento indefettibile di tale genere di film), si sofferma più che altro sullo stridente contrasto tra l'orrore della guerra, determinata dalla pazzia dei Potenti che l'hanno voluta, e chi è coinvolto in essa senza capire perchè è coinvolto. Contrasto che si acuisce nelle scena del parto che sembra assurgere ad inno alla vita in una cornice di morte.
Magniloquente è la sequenza della mattanza nel manicomio, in cui la consapevole follia omicida dei "sani di mente" si unisce e si confonde con quella inconsapevole del pazzo.

onda  @  15/11/2007 18:52:04
   7½ / 10
Fuller rappresenta la guerra con una serie di situazioni su vari fronti della seconda guerra mondiale, in cui prevalgono aspetti grotteschi, senza fronzoli retorici.
Alcune scene sono memorabili (quella del manicomio per esempio), però non riesco a considerarlo un capovaloro per il fatto che la messa in scena risulta un pò approssimativa (forse per mancanza di budget) e fasulla.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  12/11/2007 01:01:08
   9 / 10
Non ho parole: è un film bellico che non assomiglia a nessun altro, forse può vagamente rievocare "La croce di ferro" di Peckinpah ma molto alla lontana... un'immenso affresco Bressoniano (eh sì) per cui "La sopravvivenza è l'unica gloria in guerra".
Se non strappo il massimo dei voti è per qualche riserva nella prima parte: i toni farseschi stridono con l'impatto tragico nella vicenda, come nella sequenza dei soldati francesi di Vichy che abbracciano i soldati Usa, o la sequenza discutibile dell'organo sessuale di un soldato esploso per una mina..
A parte questi due episodi sinceramente superflui, il film è ovunque memorabile: un Lee Marvin semplicemente straordinario ci accompagna in un quarto di secolo di guerre, oscurando il pur amarissimo e radicale nemico Schroeder.
I momenti migliori del film sono quelli dove la tensione è apparentemente sedata da una "pace terrificante" come direbbe una canzone di De Andrè.
Straordinarie le prove di Carradine, di Mark Rydell - soldato pacifista (?) (mai così bravo neanche nella saga di Star Wars) e il cameo della signora Chabrol, Stephane Audran, davvero incredibile.
E le sequenze da antologia si sprecano: i carriarmati che sorpassano sulle teste dei soldati nascosti sotto le pietre, il passaggio di mano in mano delle mine come per beffare la morte, il soldato Rydell che viene spronato a fucilate dal sergente a mostrare coraggio, l'imboscata dei soldati tedeschi che si fingono morti in una sorta di affresco sabbatico degno dei dipinti di Bruegel, il paradossale e grottesco cenacolo dei malati di mente mentre tutto intorno è fuoco e sparatoie (sullo sfondo, una riproduzione del Cenacolo), le porte che si aprono nella polvere tra volti disfatti di sopravvissuti dai campi di sterminio.

La grande capacità di Fuller è di aver controllato un'arco temporale quasi incongruo, come se la guerra fosse un immenso set in cui tempo e date non hanno alcuna importanza rispetto alla sua disfatta morale.
Oltretutto c'è una razionalità sorprendente nel dipingere nemici e amici dei vari fronti senza stereotipi o licenze di parte.

Uno dei più grandi film bellici di tutti i tempi: non assomiglia a nessun altro, dicevo, tranne che per "i corpi che continui a calpestare"

Dick  @  05/07/2007 22:49:34
   8½ / 10
Film di guerra fatto da chi la guerra l' ha vista da vicino descrivendola come un via vai di sangue e violenza doove ciò che conta è l' autoconservazione e molti sono stati solo dei rimpiazzi.
Carradine dopo un pò è andato a fare "La rivincita dei Nerd".
P.S. Meno male che la scena in italiano l' ho potuta vedere in originale. ^^

Sidewinder  @  01/04/2007 00:32:18
   4 / 10
A parte le battaglie Fuller ci consegna un film contenutisticamente pare a 0 per l'80% della durata, scene inutili buttate qua e là, mi aspettavo molto di più.
Attori confusi e accuratezza dell'impianto scenico deludente.
Alcune scene sono da risata involontaria. Irritante.
A confronto Salvate il soldato Ryan è da 10.

5 risposte al commento
Ultima risposta 12/11/2007 00.41.05
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Sistino  @  15/09/2006 19:22:10
   5 / 10
Doverosa premessa: Il film che ho visto è la versione ricostruita che dura ben 40 minuti in più (156 minuti rispetto ai 113 originali) per cui il mio commento può essere sfalsato rispetto agli altri... non avendo visto la versione originale evito di dire che secondo me il film risulta essere a tratti noioso. In quasi tre ore sono condensati talmente tanti eventi (dall'operazione Torch alla campagna d'Africa, dalla Sicilia allo sbarco in Normandia, dalle Ardenne alla Cecoslovacchia) da poter rappresentare ciascuno di essi solo con brevi episodi. Conseguentemente è quasi ovvia l'assoluta mancanza di una corretta ricostruzione storica dei fatti, delle uniformi e dei mezzi impiegati, e sotto questo punto di vista il film mi ha profondamente deluso (ancora non riesco a capire cosa ci faccia uno pseudo carro armato coperto da un telo mimetico nel bel mezzo di un anfiteatro romano). Lo stile narrativo è sicuramente particolare anche in considerazione dell'epoca in cui uscì il film, ma non regge il confronto con "La croce di ferro" di Peckimpah, uscito tre anni prima!
Una considerazione finale da cui non posso esimermi: perchè, trovandosi in aperta campagna, far partorire una donna in uno spazio angusto e sporco come l'interno di un carro armato? Sfido chiunque abbia avuto anche una piccola esperienza come carrista, a dirmi come possano trovare spazio all'interno di un panther: partoriente in posizione ginecologica, sergente ostetrica ed un improvvisato ginecologo.

1 risposta al commento
Ultima risposta 17/04/2007 00.40.02
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  17/05/2006 13:16:18
   9 / 10
che questo capolavoro abbia solo cosi pochi voti mi sorprende un po'...
non do il voto massimo perche c'è una scena che non condivido ed è quella dove il militare tedesco piangendo si ritira dietro quella grossa croce...un po troppo dalla parte degli americani...
ma solo questo ah!per il resto è straordinario...scene molto forti per l'epoca in cui usci(una su tutte la morte dei malati di mente).
un viaggio su tutti gli orrori di guerra e non manca nemmeno una citazione dell'olocausto(tragica la storia del bambino).
stupendo...

benzo24  @  29/06/2005 19:35:20
   10 / 10
Uno dei migliori film di guerra mai realizzati. Samuel Fuller è uno dei registi più straordinari che siano mai esistiti. Ogni suoi film è molto più che una semplice esperienza visiva.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  02/12/2004 21:09:45
   10 / 10
Uno dei film bellici migliori in tutta la storia del cinema.

Indimenticabile!

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