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Ci sono scene inutili e ripetitive (il duello al buio) altre prese pari pari da fatti di cronaca (l'omicidio del presidente in stile Kennedy), ma complessivamente il film diretto da Valerii si guadagna la sufficienza grazie a un livello realizzativo superiore rispetto a molti spaghetti western del periodo. In più, il cast si dimostra volenteroso e abile.
Atipico western che si distacca notevolmente dai classici leoniani,con una trama che richiama l'omicidio del presidente Garfield ( ma ovviamente anche quello Kennedy), diretto con mano sicura dal capace Tonino Valeri che può contare su un ottima sceneggiatura che rifugge il classico scontro buoni e cattivi e su un cast capace. Da riscoprire, ingiustamente semidimenticato.
Ogni riferimento all'omicidio di John Kennedy è puramente voluto, segno che la teoria Oswald fin da subito faceva acqua da tutte le parti. La narrazione ha un'impostazione molto precisa, dovuta proprio all'utilizzo di questa cornice che conferiscon al film di Valerii delle connotazioni da vero thriller di fantapolitica utilizzando tutti gli stilemi dello spaghetti western. Ritmo molto sostenuto, senza un'attimo di pausa fino al suo termine. Una lavoro ben costruito e meritevole di visione, anche perchè prima di JFK di Stone dovranno passare molti anni.
Anche se il western è di fatto un genere storico, gli americani non l'hanno mai trattato come tale ma come un genere epico. IL PREZZO DEL POTERE è interessante proprio perché ribalta tale idea classica e hollywoodiana: questo magnifico western "transatlantico" attinge dal thriller politico e anche da quello spionistico, ovvero un genere anglosassone, per parlare di un'eventualità storica che teorizza sulla neo-fondata America, con avvenimenti non così tanto fantasiosi, come un attentato al presidente, che possono anche ispirarsi alla cronaca reale. E' quindi un rimbalzo di ispirazioni e visioni diverse sul cinema e sul mondo che porta lo spaghetti western a essere non solo un'operazione pop e commerciale ma proprio un fenomeno cinematografico globalista che segna il progresso del cinema e che purtroppo avviene di rado. Tonino Valerii utilizza gli stilemi dei film italiani, quelli di genere, locali e low budget, dimostrando che anche la tecnica, per quanto povera e funzionalista, ha un suo valore narrativo e artistico.
JFK a Dallas , cent' anni prima ... Uno spunto davvero intrigante : la trasposizione dell' assassinio di John Fitzgerald Kennedy nel Far west , a soli 6 anni dal fatto reale ! In visita a Dallas poco dopo la Guerra di Secessione , il presidente Garfield viene ucciso in una congiura che riguarda tutti i potenti notabili del Texas . Ma ci sarà qualcuno che , per vendetta personale o per ragion di stato , farà sì che la giustizia , magari in sordina , trionfi ... Peccato che dopo l' attentato l' atmosfera cambi ed il film , lasciando solo in sottofondo gli intrighi politici , si trasformi in un più classico Spaghetti Western . Ma pure così rimane una pellicola godibile anche grazie ad un cast veramente convincente , che ha lavorato davvero su alti livelli . A fianco del solito Giuliano Gemma , atletico ed astuto ma un po' meno mattatore , troviamo l' azzimato presidente dell' ex divo Van Johnson , il losco burattinaio del corrotto Fernando Rey , lo sceriffo doppiogiochista dell' ottimo Benito Stefanelli e due attori poco conosciuti ma qui molto efficaci come Ray Saunders e Warren Vanders . Parti secondarie per gli immancabili caratteristi spagnoli ( visto che il film è girato in esterni nella classica Almeria ) , come i bravi Pepe Calvo , Antonio Casas , Manuel Zarzo e Josè Suarez . A valorizzare il tutto , la bella fotografia di Stelvio Massi e la convolgente colonna sonora di Luis Bacalov , con l' ottimo tema principale epicheggiante . Tonino Valerii era l' epigono più vicino allo stile del maestro Leone ( di cui è stato anche assistente ) e si vede chiaramente nel gusto estetico di alcune belle inquadrature . Un film ben confezionato , magari anche con qualche farragine , ma da rivalutare . Comunque vicino al 7 .
Un Presidente Americano che appoggia le idee di Lincoln diventa martire in quel di Dallas, Il suo assistente fa il doppiogioco, il vice-presidente è un burattino in mano dei buricrati del posto. In tutto questo intrigo politico sembra stare un po' fuori dagli schemi Gemma, che in realta' cerca una vendetta privata, ma non è cosi. Un western politico interessante e ben fatto condito da ottime musiche.
Ottima regia, fotografia e trucchi, ma la trama è alquanto zoppicante. Non che non sia intrigante, ma viene svolta piuttosto male. Nel complesso rientra nella categoria degli spaghetti-western impegnati ma non impegnativi.
un bellissimo western politiko diretto dal grandissimo tonino valerii, ke qualke anno dopo, grazie all'aiuto del suo maestro sergio leone, ci deliziera' kon "il mio nome è nessuno". protagonista è un grande giuliano gemma ke si trova ad indagare per far luce sull'assassinio del presidente degli stati uniti. capitava, all'epoka, di prendere spunto da fatti di kronaka realmente akkaduti e lo stesso akkade con questo gran film inpirato alla morte del presidente kennedy. merita la visione.