io, robot (2004)

A prima vista "Io, Robot" potrebbe sembrare il solito filmonzo botti, esplosioni, testosterone-a-palla (cit.) & filosofia-by-ChuckNorris: la serie di vertici che compone il temutissimo quadrato terribbole. In verità il film è più una linea retta tracciata dalla diligente unione dei i primi due punti, un compitino pulito pulito che Proyas svolge con poche sbavature, evitando saggiamente di scadere nelle pretese intellettualoidi dei fratellini bavosi e offrendo al pubblico una pellicola di onesto intrattenimento. Si assiste impotenti alla solita sequela di imprese stracazzute del *****tto problematico di turno, ovviamente coadiuvato dal medesimo campionario di personaggi stereotipati e a colpi di scena telefonati, fra citazioni di 2001: osiddea nello spazio e siparietti romantici in fin dei conti non proprio d'ammore. Proyas gioca fino in fondo tutte le sue carte, evitando proprio le citate complicazioni sentimentali con la quattrocchi del caso [ovviamente una strafica] e sfornando una pellicola sì superficialmente fracassona ma in fin dei conti non troppo banale in relazione all'imprescidibile frivola essenza del blockbuster americano.
I problemi si notano purtroppo a ridosso del becero finale pseudoenigmatico e pseudofilosofico, che par stonare clamorosamente con quel concetto di intrattenimento senza pretese di cui sopra, dove il regista calca eccessivamente la mano con sequenze pateticamente adrenaliniche al limite del guardabile e solito nonché odiosissimo montaggio al fulmicotone.
Ciò comunque non intacca una buona prima parte che, potenza evocativa a parte, riesce in linea di massima a soddisfare lo spettatore senza pretese.
Non per nulla le due ore scivolano via come acqua in uno sciacquone, senza rimpianti né sgradevoli ricordi.
Infine, sul piano delle comunque accettabili interpretazioni, vien da chiedersi quale valore aggiunto doni la personalità del pur buon Will Smith ai film che va ad interpretare - a parte mostrare i pettorali, si intende.
Rispondiamoci con sincerità.