la nona configurazione (1980)

Blatty si mette dietro la macchina da presa per trasporre un suo romanzo con risultati a mio avviso non particolarmente esaltanti.
Pecca di eccessiva autostima confezionando un film con eccessive velleità autoriali purtroppo non concretizzate.
I sottotesti teologici appaiono campati in aria,la sceneggiatura è pasticciata ed i dialoghi sono inutilmente tirati alle lunghe e dannatamente pretenziosi,insomma non si riesce bene a capire dove questa pellicola voglia andare a parare.
Con questo non voglio dire che sia tutto da buttare,anzi,la regia appare piuttosto sicura,le ambientazioni sono azzeccate ed il cast regala una prova notevole.
Gli riconosco un certo coraggio e originalità nella trattazione di tematiche decisamente impervie, per questo mi sento di arrivare alla sufficienza,pur non essendo un lavoro che rivedrei.

Volutamente e palesemente ostico film di Blatty (alla sua seconda regia dopo il buon L'esorcista 3), complesso e di difficile comprensione.

Per quasi due ore si assiste ad un misto tra Qualcuno volò sul nido del cuculo e lo stile di Zulawski, tra sequenze riuscite (come la croce sulla luna) ad altre sin troppo ambigue (come il finale, seppur speranzoso).

Molta religione, molta filosofia, molto mistero.

Molto bravi gli attori (tra cui un insolito Joe Spinell, quello di Maniac e di Rocky e nientepopodimeno che Jason Miller, drammaturgo che nel primo Esorcista faceva uno dei due preti per l'appunto), misurata la regia, sin troppo ambiziosa la sceneggiatura.

Il titolo credo rimandi a concetti che c'entrano con l'infinito; film insolito, interessante, poco conosciuto, poco trasmesso, non perfettamente riuscito.

La nona configurazione è un film non facile da inquadrare, nettamente diviso in due parti distinte: la prima ha un tono da commedia satirica, tra cui molte belle alcune trovate (il paziente-suora che esorcizza il distributore Pepsicola, i cani scritturati per Shakespeare) e nella seconda sfocia nello psicodramma del martirio del protagonista. L'esistenza o meno di Dio è il tema centrale del film, il riuscire a dimostrare che l'uomo non è un essere malvagio per natura innata e che, al contrario, è disposto al sacrificio per gli altri. Perplesso sul finale. Comunque ottimi gli attori a cominciare da Keach e wilson, gli altri a comiciare da Miller tendono a scomparire nella seconda parte. Non un film per tutti.

Questo film o è una cag.ata pazzesca o è geniale. Prima la prima ora e mezza resta in bilico tra il filosofico/verboso/assurdo/grottesco, un po' confuso, un po' pretenzioso, non impeccabile dal punto di vista registico, forse con un po' troppa voglia di stupire, ma molto ironico e, sicuramente, originale. Poi nell'ultima parte tutto viene stravolto, o quasi, le parole lasciano il posto all'azione e alla violenza, molto di impatto, per arrivare ad un finale banale e insopportabile (per me).
Nonostante tutto questo non ho trovato il film noioso, anzi, possiede un fascino considerevole e alcune trovate allucinanti, direi geniali


SPOILER

Difficile mettere un voto, ma credo che ora come ora il sei e mezzo sia giusto, ma so già che rivedendolo potrebbe benissimo cambiare, in meglio o in peggio non so!