Il giovane bancario Total (F. Bucci), marxista-mandrakista e allergico al denaro, si licenzia e decide di colpire un ricco macellaio (U. Tognazzi), prototipo del ladrocinio organizzato, in quel che ha di più caro: la proprietà che, oltre a essere un furto, è una malattia. Dopo avergli inutilmente spiegato che i ladri veri e i ladri del commercio sono i due pilastri su cui poggia l'umano consorzio e che abolirli vorrebbe dire l'anarchia, il macellaio lo strangola.
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