la signora della porta accanto regia di Francois Truffaut Francia 1981
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la signora della porta accanto (1981)

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locandina del film LA SIGNORA DELLA PORTA ACCANTO

Titolo Originale: LA FEMME D'À CÔTÉ

RegiaFrancois Truffaut

InterpretiGérard Depardieu, Fanny Ardant, Henri Garcin

Durata: h 1.46
NazionalitàFrancia 1981
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 1981

•  Altri film di Francois Truffaut

Trama del film La signora della porta accanto

Bernard (Depardieu) e Mathilde (Ardant), ambedue sposati, si ritrovano vicini di casa dopo essere stati un tempo amanti. I due vengono nuovamente travolti dalla passione e Mathilde finirà sull'orlo della depressione.

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Voto Visitatori:   7,85 / 10 (24 voti)7,85Grafico
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Voti e commenti su La signora della porta accanto, 24 opinioni inserite

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kafka62  @  09/05/2018 15:06:53
   8 / 10
"Né con te, né senza di te": questa è l'epigrafe funeraria che, in chiusura di film, la signora Jouve suggerisce di apporre sulle tombe di Bernard e Matilde, autentici martiri di quel "mal d'amore" di cui già erano caduti vittime i personaggi di "Jules e Jim", "La calda amante", "Le due inglesi" e "Adele H". "La signora della porta accanto" è infatti l'ennesimo film che Truffaut dedica all'influenza sconvolgente, incontrollabile e spesso distruttiva che l'amore esercita sulla vita degli esseri umani. Ambedue felicemente sposati e apparentemente immuni da ricadute romantico-adolescenziali, Bernard e Matilde vengono nondimeno travolti dalla piena dei sentimenti e sono costretti ad attraversare, come in una via crucis, tutti gli stadi della passione amorosa: la diffidenza iniziale, la cauta disponibilità, l'infatuazione, la gelosia, la brama di possesso, fino all'esiziale sacrificio di se stessi. Su entrambi incombe l'ineluttabile presenza, tragica in quanto non consente vie d'uscita, del fato (o, se si preferisce usare termini meno deterministici, del caso): il fato (il caso) fa incontrare Bernard e Matilde otto anni dopo la burrascosa conclusione della loro precedente relazione, li fa diventare vicini di casa, riaccende loro malgrado la scintilla dell'amore e li fa precipitare una seconda volta nel vortice crudele dell'amour fou. Da questo momento in poi, seguendo un copione abbastanza scontato, per i due amanti la vita familiare e professionale viene a perdere ogni importanza e solo la persona amata rimane ad occupare, con patologica maniacalità, il centro dell'attenzione.
Il film di Truffaut, che si apre sul suono di un'ambulanza che si allontana, è già segnato, fin dalle prime inquadrature, col marchio della predestinazione: è un lungo flashback composto da sequenze molto brevi, ognuna delle quali aggiunge un piccolo ma fondamentale tassello a questa angosciosa parabola di amore e morte, descritta dal regista con la doviziosa meticolosità di un caso clinico. A dire il vero, la pellicola si fa apprezzare più per l'acutezza dell'indagine psicologica (anche se trascura i sentimenti intermedi a favore di quelli più eccessivi ed estremi e sviluppa poco il personaggio di Bernard nella seconda parte) che per meriti autenticamente cinematografici. Anzi, se al posto dei pur bravissimi Fanny Ardant e Gerard Depardieu ci fossero stati Meryl Streep e Robert De Niro, "La signora della porta accanto" potrebbe essere benissimo scambiato per un film hollywoodiano, di buona fattura, certo, ma tutto sommato convenzionale. Del Truffaut che più amiamo non rimane molto: c'è ancora una apprezzabile leggerezza nella scrittura filmica (le rapide sequenze divise da fondu neri o da dissolvenze col mascherino), c'è una scena in cui il regista si diverte a far rimanere in sottoveste la Ardant davanti ai numerosi ospiti di un party, e soprattutto c'è il personaggio della signora Jouve, la quale da una parte riveste il ruolo di corifea, dall'altra rappresenta l'occhio distaccato ma critico del regista. E' lei a raccontare a posteriori la vicenda di Bernard e Matilde, così come è lei, che aveva già sofferto vent'anni prima analoghe pene d'amore e per esse era giunta a tentare il suicidio, ad allargare il discorso, universalizzandolo e spogliandolo nel contempo, in virtù del tempo trascorso, dei suoi aspetti più emotivi e melodrammatici.
Allegra, vitale, ironica e dotata di grande umanità, la signora Jouve è anche la prova vivente della maggiore sensibilità delle donne in amore. Nel rapporto di coppia – sembra dire Truffaut – è sempre la donna a soffrire di più, a soccombere psicologicamente di fronte al cannibalesco integralismo dei sentimenti. Al pari della signora Jouve, costretta ad allontanarsi da Grenoble per non incontrare l'uomo di cui era stata innamorata e da cui era stata crudelmente abbandonata, Matilde investe tutta se stessa, fino all'esaurimento nervoso e al ricovero in clinica, nel rapporto con Bernard, il quale al confronto appare immaturo, impulsivo ed egoista. "Io ti amavo, tu eri solo innamorato", dice Matilde a Bernard, quasi a sancire la loro differente statura morale. Al termine del film è proprio lei a schiacciare il grilletto, a fare cioè quello che, alla luce dei fatti successivi, appariva inevitabile fin dall'inizio ma che Bernard non avrebbe mai avuto il coraggio di fare. Matilde uccide Bernard e si suicida dopo aver fatto un'ultima volta l'amore, proprio come un'altra indimenticabile Matilde dello schermo, quella de "Il marito della parrucchiera". Ancora una volta, l'ennesima, Eros e Thanatos vanno paradossalmente a braccetto tra loro, compagni inseparabili e ineludibili dell'umana esistenza.

fabio57  @  11/06/2016 17:40:05
   8½ / 10
Bel lavoro di truffault, amara riflessione sulle derive che può prendere una passione amorosa insana. Situazione molto comune,come canta Venditti"certi amori non finiscono,fanno dei giri immensi e poi ritornano,indivisibili" È certo che l'impeto sentimentale può prendere strade imprevedibili,d'altronde è questo che lo rende magico.Ovviamente l'epilogo tragico lascia sorpresi,anche se poi oggi l'attualità ci sta abituando a storie molto simili a questa,purtroppo.Film bello,intenso e ben recitato.

Odoacre71  @  25/10/2013 21:45:13
   8 / 10
Beh, da Truffaut che vuoi aspettarti se non un capolavoro. Una storia d'amore tragica, impossibile da vivere, ma nello stesso tempo a cui è impossibile rinunciare.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  16/12/2011 21:32:44
   8½ / 10
Storia vista molte volte al cinema ma mai rappresentata cosi bene...
Prenderei questo film come punto di riferimento cinematografico su questo genere di tema,l'adulterio!
Una regia splendida ci permette di addentrarci con animo e cuore in queste due storie d'amore cosi difficili...dico "due storie d'amore" perche non sottovaluterei quella della narratrice che mi ha coinvolto come quella principale!
Intenso

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  17/11/2011 22:42:11
   8 / 10
"L' incubo delle passioni" cantava Battiato, è proprio così, il fuoco della passione non riscalda, distrugge. In amore tutto quello che non riusciamo a tenere sotto il nostro controllo è deleterio, per noi e per chi ci sta vicino. Una passione d'amore dovrebbe essere una cosa bella, positiva, gratificante, non è mai così, chi l'ha conosciuta sa di cosa parliamo e sa che meglio di Truffaut sono pochi i registi che sono riusciti a rappresentarla così drammaticamente bene.
Bernard e Mathilde si sono amati come si sono amate miliardi di persone e come miliardi di persone si sono lasciati ma senza il bacetto della buonanotte, i rancori portano a comportarsi come non vorremmo, va a finire così che ci si sposa con qualcun altro ma non si è particolarmente convinti, ci si vuol bene, l'affetto di cui abbiamo bisogno non ci manca, ci si adegua ad una certa quotidianità ma c'è qualcosa dentro di noi che vuole uscire, qualcosa di sopito da tempo, anestetizzato dal lento scorrere delle giornate, che improvvisamente inizia a bussare quando ci accorgiamo dell'arrivo di una persona che conosciamo bene e che ha deciso di venir ad abitare proprio di fronte casa nostra, uno scambio di sguardi, e l'antico rancore comincia a lasciare il posto ad un sentimento nuovo, incontrollabile, più violento di quello precedente, come non è in nostro potere far sì che le passioni esistano o meno, non è in nostro potere nemmeno stabilirne l'intensità, conosciamo la nostra condizione, se questa non lo permette certi entusiasmi è meglio non farli entrare perché poi diventa impossibile farli uscire.
Truffaut descrive il vortice in cui stanno cadendo i due protagonisti come qualcosa di ineluttabile, sembra voler dire che la natura fornisce l'uomo dei mezzi che possano renderlo felice ma non sempre riesce a gestire i piaceri con saggezza, se uno di questi si presenta a suo arbitrio le cose si mettono male, Bernard cerca in tutti i modi di controllare le sue pulsioni, durante i loro incontri clandestini continua a ripetere: "non abbiamo mai tempo per parlare" , il dialogo sembra l'unica ricetta ma è un antidoto che non produce effetto, la furia della passione prevale sulla volontà di arginarla, è questo il lasciapassare per la follia.
Nel film la storia è narrata da una donna proprietaria di un circolo di tennis storpiata da una caduta in un tentativo di suicidio, anche qui la causa è una delusione d'amore. Il non riuscire ad accettare che un sentimento possa non vivere di rendita e mutare con il tempo è una costante del cinema del regista francese, nei suoi film l'amore è vissuto sempre come un' ossessione che non lascia scampo, è interessante infatti notare come i protagonisti dei suoi film non riescano in nessun modo ad accettare nessuna condizione "non riesco a vivere né con te né senza di te", la drammaticità di questa frase racchiude un universo sempre troppo frequentato dagli esseri umani, se partiamo dal principio che non si può avere la presunzione di fermare ciò che non si è riusciti a tenere lontano, l'unica soluzione per quelli che hanno l'umiltà di riconoscere la loro debolezza a riguardo sembrerebbe quella di tenersi a debita distanza da questo sentimento "se riesco a non amare non sarò esposto al seme della follia", facile a dirsi , se avessimo potuto chiederlo ad Adele Hugo, a Claretta Petacci, ad Eva Braun ecc. probabilmente ci avrebbero risposto che non c'è amore senza passione e che la passione non ha limiti, come una malattia bisogna affrontarla, se questo non riesce c'è sempre una soluzione, quella che ha utilizzato Mathilde. Il cerchio si chiude.

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Ultima risposta 20/12/2011 22.34.34
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Goldust  @  29/09/2011 18:18:09
   8½ / 10
L'amore tragico e indissolubile secondo Truffaut. Impossibile rimanere indifferenti al fascino dell'Ardant ed a quello di una storia unica ed indimenticabile. Un sommesso, spietato, bellissimo film.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  17/09/2011 23:40:09
   10 / 10
Questi film parlano della Vita vera, anche se sono Cinema.
Non posso che inchinarmi davanti a tutto questo, non so neanche esprimermi.
Truffaut sconvolge l'anima dei suoi spettatori, se essi sono identici ai suoi personaggi.
Che un uomo così meraviglioso abbia scritto è una fortuna per noi, o perlomeno per me.
Con questo sconvolgente capolavoro chiudo la filmografia di Francois Truffaut, l'unico vero regista che abbia saputo parlare alla mia anima raggiungendo una inquietante, ma bellissima Coincidenza.
L'esperienza avuta con lui in questi mesi è stata cinematograficamente ed esistenzialmente tra le più ricche, feconde e intense della mia vita.
Sarò grato per sempre, sebbene questo grande Maestro ci abbia già lasciati, per questi splendidi film, che non mi hanno restituito semplicemente un'esperienza estetica, bensì un'esperienza di ricchezza interiore, di sconvolgente verità e di suprema bellezza.
Sono felice di aver finito con questo grandissimo capolavoro, e sono contento di aver finito. Truffaut ha significato per me la riscoperta del Cinema, unica vera passione della mia vita, e questo vissuto non passerà mai. Perchè Truffaut è grande, perchè il Cinema è grande, perchè Io sono grande.

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Ultima risposta 18/09/2011 12.41.07
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dagon  @  19/06/2011 22:07:20
   8½ / 10
L'amour fou devastante come mai è stato rappresentato sullo schermo. L'impossibilità di stare con una persona ma anche di farne a meno, l'amore nella sua accezione più distruttiva ed ossessiva. Strepitosa analisi psicologica del grande regista francese, con 2 attori in forma smagliante.

donfabios  @  03/12/2010 20:53:19
   8½ / 10
film molto bello, elegante e significativo. Magistrali prove degli attori, su tutti Fanny Ardant.

rapture  @  03/12/2010 11:31:18
   8 / 10
Magnifico film di Truffaut, ottime interpretazioni... è un dramma psicologico molto intenso, raccontato in modo impeccabile.

paride_86  @  01/08/2010 14:27:03
   6½ / 10
Una storia d'amore raccontata con la freddezza di una telecronaca, con uno stile prettamente francese.
Molto bravi gli attori a mantenere una certa ambiguità fino alla fine, in modo da non suggerire allo spettatore elementi per intuire la fine della storia, ma per il resto l'ho trovato un po' troppo distaccato dai sentimenti e incastrato nella sua logica, come il meccanismo di un orologio.

carrie  @  03/09/2009 18:04:28
   5 / 10
Mi dispiace ma non mi è piaciuto proprio!
Ho apprezzato alcune sequenze registiche davvero ben fatte (come quella del postino o dell'inseguimento di Bernard durante la festa) ma la trama, i personaggi ed il finale non mi hanno trasmesso nulla. Mi sembra un film che inizia e non sa dove voglia andare a parare.

scottlumber  @  31/03/2009 15:05:42
   4 / 10
un film che finalmente mi porta nella casta di coloro che ce l'hanno con il cinema francese. pur senza scendere negli eccessi rohmeriani, "la signora della porta accanto" si inserisce nel filone neoromantico raccontando la relazione di un uomo e una donna di mezza età vittime di un amore ideale e totalizzante, che messo su pellicola non assomiglia a vita vissuta nè sembra capace di coinvolgere lo spettatore con spunti particolarmente interessanti. è senz'altro una posizione personale, ma quello che contesto in lavori di questo genere è proprio l'iper-romanticismo che assume i contorni dell'ideologia e - questo è un effetto di tale attitudine - la rappresentazione della storia in maniera fin troppo lineare proprio in virtù dell' "altezza" del tema. finale all'altezza dello svolgimento. direi: 2 palle!

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Ultima risposta 31/07/2010 01.06.30
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Doinel  @  12/12/2008 00:37:30
   10 / 10
cupo, elegante, esaltante, inquietante, fatale, l'ultimo capolavoro del grande Truffaut.

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Ultima risposta 12/04/2009 19.43.56
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  27/03/2008 12:28:27
   8 / 10
Storia convenzionale sicuramente, ma ha il merito di essere raccontata con uno stile di un'alta raffinatezza d'autore, una storia d'amore, sesso ed ossessione già viste centinaia di volte, ma l'assenza di un compiacimento erotico fine a se stesso eleva questa pellicola ad una delle più belle rappresentanti questa tematica.
Già all'inizio si percepisce la pasta di questo film, un'inquadratura delle due case fa capire perfettamente lo svolgersi della trama, inquadratura degna delle più alte logiche cinematografiche del muto.
Stupenda Fanny Ardant, bella, sensuale e un'altra grande prova di Depardieu del quale avevo solo una vaga cognizione nelle vesti di un Asterix o Obelix non ho presente.
Truffaut co-scrive una sceneggiatura molto lineare e semplice dove spicca una particolare caratterizzazione dei personaggi, frasi forti come "Sono gelosa più che altro della tua sofferenza" fanno di questo film un sublime affresco introspettivo.

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Ultima risposta 27/03/2008 12.41.50
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  18/12/2007 15:03:29
   8 / 10
La vita quotidiana sconvolta dall'ossessione d'amore. Dalla passione che diventa ingordigia e tragedia.
Questo ci racconta splendidamente Truffaut in "La signora della porta accanto".
I protagonisti Ardant e Depardieu, danno una prova davvero eccezionale.
Un film da vedere.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  23/10/2007 23:43:43
   7½ / 10
Il tema vecchio quanto il mondo della "impossibilità di vivere con o senza te" (vi ricorda qualche canzone?) viene riproposto da Truffaut in questo raffinato dramma d'amore dai risvolti psicologici.
Il film, che a tratti sembra avere dei momenti di "stanca", non è tra quelli che preferisco dell'esimio cineasta francese ; in ogni caso la mano del maestro si vede e si sente...

renee  @  04/10/2007 22:56:52
   8 / 10
ottimo film..non me l aspettavo...

benzo24  @  25/09/2007 18:06:31
   10 / 10
un capolavoro.

lupin 3  @  25/09/2007 17:24:06
   6 / 10
Da guardare senza troppe pretese.
Non male, potrebbe essere migliore.

TORO SCATENATO  @  19/08/2007 17:14:55
   8 / 10
Truffaut sembra disporre di una bacchetta magica, qualsiasi cosa tocchi la trasforma in oro! Godibile, intenso ed allo stesso tempo leggero, questo film oltre alle capacita' indiscusse dei due protagonisti, annovera nel regista un direttore d'orchestra perfetto!

1 risposta al commento
Ultima risposta 24/09/2007 10.18.27
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  07/07/2007 22:04:58
   8½ / 10
Semplicemente stupendo, Fanny Ardant potrebbe anche essere (stata?) il mio ideale di donna

Gruppo REDAZIONE maremare  @  17/02/2007 13:45:46
   7½ / 10
Altro dramma di Truffaut sull'amor fou con due protagonisti strepitosi

Crimson  @  28/01/2007 15:57:38
   7 / 10
'Nè con te nè senza te'.
La spirale ossessiva che non dà scampo, che conduce alla perdita totale della ragione.
Un film amaro, interpretato benissimo, che si concentra quasi esclusivamente sul tema, amplificandolo sempre a livelli più estremi, e riducendo ai minimi essenziali la connotazione dell'impianto narrativo di contorno.
Che soluzione può esserci quando non si stà bene nè con tutto nè con nulla, quando si raggiungono livelli emotivi tali che non sono tollerate vie di mezzo?
Bellissime alcune sequenze, come quelle in ospedale, o come le telefonate contemporanee tra i due protagonisti.

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