lawrence d'arabia regia di David Lean Gran Bretagna 1962
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lawrence d'arabia (1962)

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locandina del film LAWRENCE D'ARABIA

Titolo Originale: LAWRENCE OF ARABIA

RegiaDavid Lean

InterpretiPeter O'Toole, Omar Sharif, Alec Guinness, Jack Hawkins, Anthony Quinn, José Ferrer, Anthony Quayle, Claude Rains, Arthur Kennedy, Donald Wolfit, I.S. Johar, Gamil Ratib, Michel Ray, John Dimech, Zia Mohyeddin, Howard Marion-Crawford, Jack Gwillim, Hugh Miller, John Barry, Bruce Beeby, Fred Bennett, John Bennett, Steve Birtles, Robert Bolt, Peter Burton, J.R.M. Chapman, Barbara Cole , Basil Dignam, Peter Dukelow, Mohamed El Habachi, Kenneth Fortescue, Harry Fowler, James Hayter, Jack Hedley

Durata: h 3.42
NazionalitàGran Bretagna 1962
Genereavventura
Al cinema nel Novembre 1962

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Trama del film Lawrence d'arabia

Il giovane tenente Lawrence ottiene la carica di osservatore del principe Faisal, capo di un'armata tribale araba. Da semplice osservatore, Lawrence decide di restare per aiutare Faisal.

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Voto Visitatori:   9,01 / 10 (47 voti)9,01Grafico
Miglior filmMiglior regiaMigliore scenografiaMiglior fotografiaMiglior montaggioMiglior sonoroMiglior colonna sonora
VINCITORE DI 7 PREMI OSCAR:
Miglior film, Miglior regia, Migliore scenografia, Miglior fotografia, Miglior montaggio, Miglior sonoro, Miglior colonna sonora
Miglior film stranieroMiglior attore straniero (Peter O'Toole)
VINCITORE DI 2 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior film straniero, Miglior attore straniero (Peter O'Toole)
Miglior film drammaticoMiglior regista (David Lean)Miglior attore non protagonista (Omar Sharif)Miglior attore debuttante (Omar Sharif)Miglior attore debuttante (Peter O'Toole)Miglior fotografia a colori (Freddie Young)
VINCITORE DI 6 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior film drammatico, Miglior regista (David Lean), Miglior attore non protagonista (Omar Sharif), Miglior attore debuttante (Omar Sharif), Miglior attore debuttante (Peter O'Toole), Miglior fotografia a colori (Freddie Young)
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Voti e commenti su Lawrence d'arabia, 47 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

TheShadow91  @  28/05/2015 18:14:36
   8½ / 10
Film diviso in primo e secondo tempo.

Primo tempo: S P E T T A C O L A R E!!!!!!Fa ciò che solo un kolossal riesce a farti fare.Farti respirare e godere a pieni polmoni atmosfera e magia.Non ho mai amato le ambientazioni desertiche,ma in questo film David Lean è stato un vero e proprio mago!!Ovviamente il film non è stato certo uno "screensaver" fatto di paesaggi desertici, ma anche il biopic di Lawrence è riuscito a svilupparsi perfettamente: spicca in primis l'eroismo e l'umanità del protagonista,seguito dalle dure regole di sopravvivenza della civiltà desertica (un far west nella sabbia insomma) e non ultimi gli interessanti sviluppi politici

Ecco,dopo un primo tempo a dir poco perfetto,tutti questi elementi per me sono iniziati a venire un pò a meno.Perlopiù è stato un piccolo e personale calo di intensità,eccetto che nell'incredibile momento

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER,per poi far spegnere di botto il film nei momenti finali di caos politici,ovviamente coerenti col biopic,ma personalmente hanno rappresentato momenti senza il minimo fattore emotivo;deludente infatti anche la sequenza finale del film:Tutto ciò ha fatto purtroppo sfumare il 10 che avevo già pronto per questo film

2 risposte al commento
Ultima risposta 07/06/2015 16.07.55
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  19/11/2012 18:41:47
   9½ / 10
3 ore e mezza volate via quasi senza accorgemene. E' un film molto "pieno", che nonostante l'approccio convenzionale e classico verso la materia trattata, continua ancora a fornire tantissimi stimoli a riflettere sulla natura umana e soprattutto a godere di uno spettacolo visivo che non ha uguali nella storia del cinema.
Sì, perché è la dimensione visuale quella che più colpisce del film: la monumentalità dei paesaggi, il loro imporsi sulle sorti umane, la grande potenza espressiva che la semplice natura riesce a conferire alle scene è qualcosa di sublime e indimenticabile. Certo, qui si usa l'approccio classico dei film western, anche se rispetto al modello si accentua l'aspetto minaccioso e inospitale dell'ambiente. Non si tratta comunque del paesaggio spirituale ritratto da Herzog nei suoi film, è pur sempre un paesaggio da cartolina. Certamente qui entra in gioco il fatto che nel 1962 questi film sopperivano al desiderio "turistico" delle singole persone e davano la possibilità di "viaggiare" a chi non se lo poteva permettere. Oggi questi paesaggi (della Giordania) li possiamo tranquillamente vedere dal vero, però messi nel contesto teso e avventuroso del film conservano tuttora il loro grande fascino.
Altro grande pregio del film è quello di non avere mai cadute. Anche se il ritmo è lento, ogni scena conserva un suo pathos, una sua tensione, che cresce in continuazione. C'è poi il fatto che nonostante i paesaggi da cartolina e le vicende falsate dalla stilizzazione avventurosa di stampo western, c'è una profonda indagine negli animi umani, il porre spesso lo spettatore di fronte a scottanti dilemmi etici. Insomma non è solo occhio e adrenalina, è anche sensibilità e riflessione.
Con questo film Lean prosegue infatti il discorso avviato con "Il ponte sul fiume Kwai". Anche Lawrence d'Arabia è una riflessione sul ruolo degli "eroi", delle grandi persone e il loro difficile rapporto con il mondo. Perché una cosa salta all'occhio: secondo quanto espresso dal film il mondo è governato, trascinato da grandi persone. Sono solo loro che hanno un ruolo attivo e la volontà, la forza di modificare la realtà. Gli altri, le persone normali, non possono far altro che obbedire, seguire quello che hanno deciso i capi, fiduciosi e fedeli, dando loro la vita. Le istituzione collettive impersonali non possono far altro che guardare con sospetto queste "eccellenze" umane, se possibile usarle e alla fine toglierle di mezzo in quanto spesso "controproducenti".
Il ruolo del grande uomo è comunque visto controluce. Non tutto è rose e fiori. Lawrence è roso da questa smania di superamento dei limiti, di affermazione di sé, ma allo stesso tempo si teme, sa di avere aspetti torbidi e negativi che spesso non sa controllare. Le vittorie ottenute spesso si possono trasformare in sconfitte, in sconfitte di se stessi. Le conseguenze dei propri atti sovrumani spesso non riflettono l'intenzione che li ha originati.
Tutto questo è chiarissimo nel film, grazie a una splendida interpretazione di Peter O'Toole che dà al suo personaggio mille sfaccettature diverse e ce lo fa apparire molto umano.
Come in "Il ponte sul fiume Kwai" lo scontrarsi della cultura occidentale con altre culture "forti", porta a un suo stravolgimento e a una sua negazione. Lampante a proposito è l'evoluzione del raziocinante e legalista Lawrence di fronte al violento predone Alì (il bravissimo Omar Sharif). Alla fine i ruoli si sono rovesciati, le parti scambiate.
Insomma, Lean prepara epiche e grandiose celebrazioni di eroi-condottieri ma allo stesso tempo smonta e relativizza queste figure, mostrandone i lati umani e deboli e soprattutto il fatto che perdono il controllo di quello che fanno, non riescono come vogliono a dominare la realtà, le conseguenze di quello che fanno non sono quelle volute.
I kolossal di Lean finiscono in pratica con il far bere agli eroi l'amaro calice della sconfitta, mettendoli di fronte all'inutilità delle loro grandi imprese, facendoli bruciare dal fuoco che essi stessi avevano provocato.

3 risposte al commento
Ultima risposta 21/11/2012 00.42.30
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Dick  @  13/06/2006 16:54:22
   9 / 10
Film avvincente e profondo con scenari mitici e attori bravissimi.

1 risposta al commento
Ultima risposta 08/09/2011 19.49.07
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