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Il viaggio personale di Cocteau nella sua concezione di creazione artistica, in cui il vissuto personale e l'inconscio sono le basi per creare l'arte stessa mettendola in forma cinematografica. Un viaggio pieno di simbolismi tipici del surrealismo, virati in un visione più intimista e autobiografica rispetto a suoi contemporanei come Dalì e Bunuel. Non decifrabile nella sua interezza, ma affascinante in tale viaggio.
Non vorrei nemmeno dargli un voto in quanto, effettivamente, non l'ho capito. Suppongo che quelle immagini e quelle allegorie possano scatenare fortissime emozioni, cosa che a me non è capitata. Sicuramente ricco di sequenze evocative e molto potenti, di grande portata surrealista, non è tuttavia sostenibile per l'intera durata, pur non eccessiva. Forse un giorno rivedrò quest'opinione. Di certo, non per tutti.
Non l’intuibile ma l’assimilabile. Non di simboli è cucita l’opera, ma di immagini sciolte, fra le più libere che si siano mai viste. Cocteau pretende dallo spettatore un assorbimento epidermico, quindi uno smembramento, una scarnificazione che denudi un segreto. “Le sang d’un poete” è uno stupro dell’inconscio.
Lo stesso regista definì il film anti-surrealista, eppure le parole di Apollinaire per certi versi lo vestono a pennello: “ Quando l’uomo ha voluto imitare l’andatura, ha creato la ruota che non assomiglia ad una gamba. Ha fatto così del surrealismo senza saperlo.”
Credo proprio NON ESISTA nella storia del cinema opera sperimentale e d'Avanguardia più radicale e affascinante di questa. Ovviamente è un discorso individualista, perchè non a tutti piace o è piaciuto Cocteau. Un film che apre scenari nuovi, orizzonti visivi e mentali, e riesce abilmente a sposare il surrealismo con la metafora e la lezione dei Pionieri del Mezzo Cinematografico. Ci vorrebbero intere pagine per trascrivere le sensazioni che dà questo Immane Capolavoro, so solo che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta e conquistato in ogni sua singola sequenza- Strano nesso atemporale: le scene iniziali sono proprio quelle che racconta Cocteau nelle prime pagine dei "Parenti terribili": è una mia impressione?