l'implacabile condanna regia di Terence Fisher Gran Bretagna 1961
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l'implacabile condanna (1961)

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locandina del film L'IMPLACABILE CONDANNA

Titolo Originale: THE CURSE OF THE WEREWOLF

RegiaTerence Fisher

InterpretiOliver Reed, Clifford Evans, Yvonne Romain

Durata: h 1.31
NazionalitàGran Bretagna 1961
Generehorror
Al cinema nel Gennaio 1961

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Trama del film L'implacabile condanna

Professore adotta piccolo orfanello che, da grande, rivela gli istinti bestiali di un licantropo. Dopo aver lottato invano contro la maledizione per amore di una fanciulla, verrà ucciso proprio dal padre adottivo.

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Voto Visitatori:   7,07 / 10 (7 voti)7,07Grafico
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Voti e commenti su L'implacabile condanna, 7 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Testu  @  02/04/2019 00:39:05
   6½ / 10
Mostra la sua età, qualche minuto gli avrebbe giovato e il finale è molto classico, ma almeno affronta la figura della licantropia in modo diverso dal solito morso casuale. Reed ha l'agilità di un carrello della spesa e comunque poco si poteva fare al tempo lato action / trucco, quindi si sono concentrati poco sulla figura animalesca è più sull'uomo maledetto e chi gli sta attorno.

BlueBlaster  @  15/12/2015 02:42:42
   6½ / 10
Se volete vedervi un film sul lupo mannaro che racconti per bene la nascita, la vita e la morte questo è il film giusto!
Praticamente un romanzo visivo molto classico, girato molto bene da quel professionista che era Terence Fisher in pieno stile Hammer.
Possiamo poi contare su un signor attore come protagonista ossia un giovane Oliver Reed, una fotografia ottima, piuttosto ordinarie le musiche e minimali gli effetti speciale dell'epoca.
E' un film parecchio datato quindi difficile aspettarsi fiumi di sangue, chissà che terrore o trasformazioni da Oscar...
Il filone è melodrammatico ma merita comunque una visione.

alex94  @  17/11/2015 19:41:06
   7½ / 10
Mi è veramente piaciuto questo film della Hammer diretto dal mitico Terence Fisher.
La trama è parecchio interessante,vira abbastanza sul drammatico,mostrando i tormenti e le preoccupazioni dei personaggi protagonisti che si ritrovano ad avere a che fare con un lupo mannaro..............alquanto curioso il fatto che la licantropia non si trasmette più con il morso di un uomo lupo ma basta essere nati in un certo giorno e da una certa situazione...........
Interessante anche il fatto che Fisher anche in questo caso un po come in Dracula usa il mostro come una metafora del diverso,un uomo il cui destino è già stato segnato e contro il quale non può fare assolutamente nulla.
Se proprio devo trovare qualcosa che non mi ha particolarmente convinto è sicuramente il finale,più che discreto certo,ma non all'altezza del resto del film.
Curatissimo naturalmente dal punto di vista tecnico,regia,fotografia,scenografie,recitazione ed effetti speciali (il make up del lupo è veramente spettacolare,peccato che lo vediamo un po troppo poco,il primo attacco avviene solo dopo un ora) sono tutti di buon livello.
Un film convincente,un po lento ma sicuramente riuscito sotto tutti i punti di vista,da vedere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  24/07/2014 09:58:57
   7 / 10
Non la solita brughiera nebbiosa a far da sfondo alle gesta di questo uomo lupo. L'ambientazione spagnola già di per sé determina la volontà di Terence Fisher di discostarsi leggermente da un argomento già ai tempi piuttosto inflazionato. Ed infatti il licantropo in questione diventa tale per via di una maledizione, non per un morso o un graffio come tradizione vuole.
Siamo a cavallo tra quella sottile linea che divide religione e superstizione, il piccolo Leon cresce e con lui la sete di sangue. Il protagonista viene raccontato fin dalla nascita, anzi, ancora prima, visto che è figlio di una violenza sessuale perpetrata da un mendicante nei confronti di una procace servetta.
La prima parte, quella della genesi del male in cui il dubbio si instilla con i primi fatti di sangue a macchiare l'amena campagna iberica, è la più interessante, in quanto meno convenzionale. Ideale per dar forma al concept della pellicola, in cui la dannazione del protagonista diventa simbolo di rigetto e conseguente emarginazione sociale. Il dramma del "mostro" sa di beffa, Leon non è malvagio per sua scelta ma lo diventa per natura, a causa di una serie di sfortunate coincidenze che lo condannano appena nato.
Con l'avanzare dell'età cresce la consapevolezza che muta in disperazione straziante. "L'implacabile condanna" (ottima la traduzione del titolo) ha più rilevanze tragiche che orrorifiche, con la disperazione del diverso a riempire lo schermo e gli sporadici attacchi sanguinari a cornice di una situazione in cui il rimorso è centrale.
Il film perde un po' di interesse nella seconda parte, quando si "siede" su clichè tipicamente horror combinati a momenti romantici francamente troppo sdolcinati.
Eccellente Oliver Reed, ottimo -come consuetudine Hammer Film- il lavoro su scenografie, abiti e suppellettili varie, il make-up è in linea con gli effetti dell'epoca, non perfetta la sceneggiatura con qualche passaggio forzato.

Jolly Roger  @  03/07/2014 00:07:50
   7 / 10
Siamo nel 1700, il protagonista di questa storia è Leon, un bambino innocente, ma suo malgrado maledetto.
Egli non è stato frutto dell'amore, ma di uno stupro, compiuto ad opera del più disgustoso dei pezzenti.
Tra i vari demoni che circolano in cerca di prede deboli, quali sono i bambini non desiderati dai loro genitori, vi è lo Spirito del Lupo, che prontamente si insinuerà nell'anima del povero Leon.
Nel frattempo, il bambino crescerà cullato nell'amore di una tenera famiglia adottiva. Tuttavia, già da bambino, egli manifesterà la tendenza a trasformarsi in lupo. Sarà solo l'amore del padre adottivo e della premurosa badante a tenere a freno le trasformazioni: infatti, più Leon è circondato dall'amore delle persone che ha intorno, più la sua anima è forte e riesce a contrastare il demone che ha dentro.
Al contrario, senza l'affetto dei cari, il vizio sveglia lo Spirito del Lupo: l'anima viene tentata e resa più debole, soggetta al potere della luna e della trasformazione in uomo lupo.
Quando Leon diventerà un bel giovanotto e partirà in cerca di fortuna, si troverà da solo. Si troverà lontano dal suo paesello, lontano dall'amore della sua famiglia, in una città più grande, dove sarà sfruttato 7 giorni su 7, per arrivare al sabato sera e, come gli altri, spendere la sua paga settimanale in alcol e prostitute...Riuscirà, lontano dai suoi cari, a contrastare la maledizione, mentre sarà preda dei vizi della città? Basterà l'affetto della sua nuova amata?

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  28/05/2012 23:05:16
   7 / 10
Di fronte alle mutazioni dell'Ululato o Un lupo mannaro americano a Londra, L'implacabile condanna mostra tutti i suoi anni, se guardiamo esclusivamente al make up. Certamente è un film ben costruito sui personaggi, evidenzia in misura maggiore rispetto alla pellicola Weggner il conflitto interiore in cui convivono la purezza e l'istinto bestiale. Tutto il film è comunque un lungo martirio del protagonista, prigioniero sia in senso letterale e non di un destino a cui non può sfuggire (la costante presenza delle sbarre). Da evidenziare inoltre la bella l'intepretazione di un giovane Oliver Reed.

Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  09/11/2010 13:20:58
   8 / 10
Altro gioiello Hammer firmato T. Fischer, il quale ci propone un dramma... il dramma che si consuma tra amore e maledizione... merito soprattutto della performance del grande Oliver Reed qui alla sua seconda prova Hammer dopo lo splendido "Il rifugio dei Dannati" di Francis.
Regia immensa di Fisher... come sempre.

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