lo sciacallo (2014)

E' buono, è coraggioso, vale.

Modesta produzione tirata su da un Gyllenhaal irriverente al punto giusto, malgrado un personaggio forse troppo monocorde e un soggetto oltremodo lineare e intuibile.

Jake Gyllenhaal superlativo, il suo sguardo è peggio di un sciacallo!
Non ricordo un film del genere, quindi premio la novità, o se ci saranno c'è sono pochi con questa trama. Mi è piaciuto.

Avevo grandi aspettative, voti alti, Gyllenhaal mi piace... Invece, che monnezza! Neanche l'interpretazione riesce a convincere, sorvolando su una trama abbastanza banale e priva di spunti. Alla fine anche il regista si fa prendere dalla follia del protagonista. Peccato, un'occasione sprecata.

assolutamente in disaccordo con gli altri commenti. Di certo non lascia a bocca aperta la storia e le scene, che molte volte sono veramente di una forzatura che non si adattano ad un film che vuole essere un thriller drammatico. Nulla a che vedere con thriller veri e di spessore. Film che ti scordi dopo 10 minuti dalla visione.

Bel film, qualcosa di nuovo...mi piace come viene costruito il personaggio protagonista, mezzo pazzo , ma intelligente e volenteroso.
Anche il finale mi ha soddisfatto.
Da vedere confrontato ai film del momento al cinema.

L'esordio di Dan Gilroy come quello del fratello Tony (Michael Clayton) è di quelli che si fanno notare, all'apparenza un soggetto comune, uno come un altro, eppure l'estetica e il formalismo cinefilo nella regia fanno la differenza.
Innanzitutto allestisce una quieta notturna dettata da una realistica fotografia delle strade urbane di Los Angeles che già basterebbe per citare 'Drive', un lavoro di silenzi, attese, meditazioni interrotte solo dalle chiamate d'emergenza della polizia, l'altro ad una buona memoria visiva potrebbe essere la locandina, ma è sul primo punto che Gilroy costruisce le fondamenta del suo successo per plasmare verosimilmente lo sviluppo di un ozioso squattrinato che ruba per vivere in un self made man con la mdp in spalla, una sorta di 'Taxi Driver' moderno e alcune riprese dei marciapiedi, delle vetrine dall'auto sono lì a testimoniarlo.

Detto del formalismo che già si evince in un debuttante, inscena poi questa vasta e dannatamente riuscita allegoria tra il cannibalismo mediatico del video operatore e il regista di film, i piani sequenza che passano al dettaglio delle figure rivelatorie (pensare ad un gesto apparentemente innocuo ma che anticipa il cinismo che esploderà in seguito quando sposta le foto di famiglia accanto ai buchi di proiettile nel frigo), mutare la scena del crimine, spostare il cadavere per ricercare l'effetto luce del lampione e riprenderla in avvicinamento, oppure in soggettiva nella casa degli orrori, riprendere il volto dei colleghi andando contro la morale del codice deontologico, mettendo in causa anche le emittenti che vivendo di ascolti pur di ottenerli fanno dello spettacolo fregandosene altamente anche delle beghe legali e più universalmente parlando la moda che può essere oggigiorno associabile allo smartphone o comunque ai moderni cellulari con videocamera incorporata a far uscire in noi il voyeurismo (in genere da incidenti stradali) nel momento in cui siamo testimoni di un fatto di cronaca nera e ad ergerci a videoamatori riprendendo molestamente qualsiasi cosa ci capiti a tiro.

C'è poi un Gyllenhaal che sembra proprio ricercarseli selettivamente i ruoli, e recentemente non ne sta sbagliando uno, conferire quella sciupatezza fisica, il volto scavato pallido, occhi sgranati che sembrano uscire dalle orbite, aspetti associabili al disturbo ossessivo-compulsivo del carattere come annodarsi i capelli nel momento in cui deve entrare in azione, o quel bisogno di programmare la propria vita meticolosamente, pensare alla spregiudicata richiesta alla direttrice di rete (una Rene Russo ottimizzata brillantemente dalla regia del marito) e a quell'insistito parlar compiaciutamente di sé con gli altri.

Concludendo, Gilroy in questo esordio sa a chi rifarsi, quei 2-3 cult in cui si riconosce il regista, navigato, ha atteso abbastanza per il salto alla regia e si vede che è un gioiellino in cui ha speso più tempo per pensarlo che a farlo, regia low profile di quelle che ad un dialogo preferisce una sequenza immersa nel silenzio a creare l'atmosfera per quella successiva.

Speravo mi prendesse ancora di più, ma personalmente non riesco ad arrivare a 7.....

ottimo thriller con un bravissimo Jake Gy

Più cinico non potrebbe essere. Una vera opera di sciacallaggio.. bravissimo Jake

Buona l'interpretazione di Gyllenhaal, anche se a tratti alquanto "scolastica". A sprazzi l'attenzione cala. Comunque in definitiva ritengo sia un buon film: perciò lo consiglio.

No scusate, Thriller!?? Film fuori da ogni schema, ben interpretato, ma alla lunga stucchevole. Merita una visione, ma resterà poco nella memoria.

Bel thriller ottima trama e un grande attore.Ho apprezzato molto il finale molto significativo.Assolutamente consigliato

Finalmente si apprezza un innovativo ed ottimo thriller, che, come non mai, costringe lo spettatore a rimanere incollato alla schermo per l'intera durata del film, senza annoiare minimamente nemmeno per un secondo. La presenza obbligatoria delle telecamere, considerando la vicenda, aumenta gradualmente la suspance rendendo l'intera storia quasi reale. Protagonista eccelso cinico e spietato, si merita ampiamente il soprannome di sciacallo.

Buon film, buon Gyllenhall! La sua prova fa da motore a tutto il film. Un personaggio cinico, spietato che non si ferma davanti a niente. Ma anche un film che viene raccontato in maniera decisamente asciutta, asettica e priva di sentimento.

Film abbastanza interessante, ma dallo sviluppo tutto sommato prevedibile.
I personaggi si muovono in un mondo biecamente cinico, in cui, ormai, il sensazionalismo a tutti i costi impera e le coscienze e le sensibilità delle persone sono in costante addormentamento. Rifulge soprattutto la fotografia di Elswit che è uno dei migliori direttori della fotografia in circolazione e non si smentisce certo qui.

Film teso, cinico e nervoso come il suo protagonista.
Davvero una visione interessante.
Ottimo Jake Gyllenhaal.

Che gli vuoi dire a un film così... è perfetto, non ha niente che non funzioni. Secondo me il thriller dell'anno, perchè di thriller si tratta, altro che no! Mi ha messo un'ansia addosso guarda non me l'aspettavo proprio. Promossissimo.

mi aspettavo molto di piu'....il film in se per se e' da 6 ma Jake Gyllenhaal e'mostruoso veramente...... da guardare sicuramente ma non aspettatevi un capolavoro

Se voleva essere una critica a un certo modo di fare giornalismo l'ho trovato un pò deboluccio e poco incisivo sotto questo punto di vista.
Resta comunque un film valido che con qualche accorgimento in più nella sceneggiatura sarebbe potuto essere migliore.

un buon thriller/poliziesco vagamente noir , soprattutto nel carattere del protagonista e per la presenza di varie scene notturne , girato in modo semplice ma efficace per buona parte della durata , un po' troppo scontato ( lineare ) per me sia nella trama che nei risvolti. mi dissocio da voti e commenti iper-entusiastici comunque ,è un discreto film ma semplifica e indaga ben poco sia l'uomo ( cinismo arrivismo o altro ) sia , oltre a cio' alcune scelte (passagi dialoghi e sceneggiatura) sono tutt'altro che realistiche (SPOILER)*


di gyllenhall ho preferito altri film tra cui sicuramente il piu' vicino a questo come ritmi e ambiente è "end of watch" che ho trovato sicuramente piu' realistico girato meglio ma soprattutto piu' ricco e anche un filo piu' complesso

SPOILER

Piccolo gioiellino del festival di Roma e per fortuna l'ho visto in versione originale.
Un protagonista cinico, nervoso, senza scrupoli, ossessivo e coinvolgente ecco il personaggio interpretato in modo ineccepibile da Gyllenhaal che fino all'altro ieri non davo due lire.
Una sceneggiatura impeccabile che critica i mass media e la mancanza di scrupoli di chi ci lavora.
Consigliatissimo

Molto ben fatto, e già è una buona base di partenza, lo sviluppo della storia è abbastanza lineare, ma la cosa che personalmente mi è piaciuta è il modo in cui viene raccontata, lontana dalla solita mentalità U.S.A., del "vincente" o "perdente", intimista fino a un certo punto, come se si volesse non appesantire troppo l'atmosfera, io avrei scavato un po' di più ma è ok anche così, forse anche la parte finale è leggermente "annacquata", ma come direbbero loro, resta un "great job"

dal trailer immaginavo fosse il classico film nè carne nè pesce...mai impressione fu più sbagliata.
da un incipit certamente non originale, grazie anche alla prestazione di un magistrale Jake Gyllenhaal, viene invece fuori un gioiellino, che spiazza per come viene trattato l'argomento, senza mai cadere nella faciloneria e nella banalità.
un'ottima sorpresa, consigliato.

Gran bel film.
Girato benissimo, alterna sapientemente scene d'azione e a scene più introspettive.
Jake Gyllenhaal fantastico, si cala perfettamente nella parte e riesce a trasmettere molto bene le emozioni e inquietudini del personaggio.

Ccomplimenti

Che gran film ragazzi! Visto al 'Festival Internazionale del Film di Roma' e sono rimasto molto impressionato da questa visione. Jake Gyllenhaal è stato superlativo. Il film non sarebbe stato lo stesso senza la sua interpretazione da Oscar. Praticamente tutto il film si muove intorno alla sua figura, facendolo scorrere velocemente e riuscendo a tenere alta la tensione dall'inizio alla fine. Rimani ipnotizzato davanti allo schermo per tutta la durata.
Una critica al cinismo dei media veramente folle, con un protagonista altrettanto pazzo, un vero psicopatico in azione. Gli sguardi, le espressioni facciali e gli occhi spalancati e spietati che Gyllenhaal dona al suo personaggio, trasmettono allo spettatore tratti di follia e genialità perversa propria del protagonista. La sua faccia scavata buca letteralmente lo schermo!
Grande esordio alla regia di Dan Gilroy, che realizza uno dei migliori film del 2014.

non mi ha convinto a pieno...i dialoghi, in alcuni, casi non sono particolarmente sensati e il finale, considerando la follia, che esce fuori col passare del tempo, del protagonista è abbastanza prevedibile (certo, forse non proprio l'ultimissima scena...)
Trovo la media esagerata, ma rientra nella sufficienza.

uhm dunque...
.... film interessante che merita senza dubbio una visione, Gyllenhaal ottimo.

Ma (perché ci sono diversi MA):

epilogo direi prevedibile anche per chi come me guarda un film senza cercare di immaginare il finale.. in questo caso però avrei scommesso qualsiasi cosa sul fatto che

SPOILER

inoltre il personaggio di Bloom per quanto ottimamente interpretato mi sembra inverosimile in quanto caricato di troppe "qualità" (passatemi il termine) difficilmente riscontrabili in un unico soggetto: cioè un ladro (in quanto disoccupato) con evidenti problemi di testa si scopre imprenditore, pianificatore, negoziatore senza eguali ecc ecc il tutto studiando da autodidatta tramite video su internet? mah....

in sostanza il limite di questo bel film che lo fa restare lontano dall'essere un capolavoro sta proprio in questa artificiosità..

cavolo, fatemelo dire, qui abbiamo trovato un personaggio identico ad Hannibal Lecter

Bellissimo, Jake Gyllenhaal supera se stesso: dimagrito, con gli occhi che bucano lo schermo del cinema, inquietante e cattivo.
Mi è piaciuta la storia, molto originale, ma il film in effetti E' Gyllenhaal. Da Donnie Darko ad oggi è sempre stato uno dei miei attori preferiti, ed anche stavolta non mi ha delusa.

Lo Sciacallo(Gyllenhaal) è inquietante:
nel suo modo di apprendere teorie
nella maniera di porsi con altre persone non degne di lui
negli sguardi che lancia quando ha fame di scoop,notizie e materiale scottante da girare

Ha una missione da compiere,lo si legge negli occhi.
Il problema sorge quando Gilroy descrive tutti i passaggi che servono per arrivare a completare l'opera ultima,il grande piano.
Problema inteso come caratterizzazione minuziosa di un'anima disturbata,sociopatica,un involucro disfatto con al suo interno tanta rabbia,arrivismo,e lucida pazzia.
Il personaggio di Gyllenhaal Lou Bloom oltre a prevalere intellettualmente sugli altri coprotagonisti al suo fianco,fa suo due tipi di telecamere:
-quella che possiede per filmare omicidi,rapine e incendi
-la cinepresa del regista,per mettersi sul piedistallo,catturare completamente la nostra attenzione ed essere padrone assoluto della scena.

E da questo punto non si torna più indietro.Si oltrepassano cancelli invalicabili.Si superano limiti posti da una società fintamente perbenista e moralista.
Società (giustamente denunciata) che appena è alle prese con la notizia più violenta del giorno,si inchioda al televisore come sanguisughe al pascolo.
Il regista e sceneggiatore non si accontenta di puntare il dito su un uomo che non ha più le sembianze di un uomo,ma una macchina determinata a raggiungere i suoi obiettivi.Mette sullo stesso piano di Bloom anche il resto di quel piccolo mondo ritratto in una Los Angeles quasi luciferina nei suoi colori scuri e sinistri.

In sala mi sono detto"questo soggetto è mentalmente instabile" si,giusto.
La scena finale però,dove avviene il faccia a faccia con la direttrice dell'emittente televisiva nella quale lavora Bloom,rasenta l'apice del grottesco.
Grottesco ma dannatamente vero quello che ci viene fatto vedere.
Una finestra sui media che usano le telecamere come arma per spettacolarizzare la violenza.

Nightcrawler,magnifico.
Non perdetelo di vista,vale la pena gustarselo al cinema.
Come minimo una nomination agli Oscar per Gyllenhaal e Gilroy alla sceneggiatura originale,ci sta tutta.

Saluti da tnx.

Finalmente il cinema mainstream americano torna a partorire un personaggio di carattere come fu il Bale di American Psycho in una pellicola che nonostante non brilli di originalità per il tema trattato ha la forza di non scadere mai nel deja-vu né si perde in eccessi modaioli.
La vera forza della pellicola resta comunque l'interpretazione di Gyllenhaal che da vita a un personaggio sgradevole in cui è impossibile riconoscersi che mi ha ricordato per certi versi performance come quella di Kinglsey in Sexy Beast e quella di Moura in Tropa De Elite..
Tra un Nolan e un cinepanettone buttateci un occhio visto che merita..

Opera prima di Dan Gilroy, fratello alle prime armi come regista dello sceneggiatore-regista Tony Gilroy, che non fà rimpiangere il fratello. Il titolo italiano è purtroppo come al solito furviante nel senso che rivela subito la natura del protagonista e toglie non poco al film. La storia è su di un poveraccio che è finito a vivacchiare

SPOILER
dopo la crisi economica del 2008, tutta la fisicità di Jake Gyllenhaal deborda in maniera controllata ma affascinante nel suo personaggio Joel, un sociopatico con un livello di autostima che arriva al narcisismo per degenerare

SPOILER
Ciò lo porta a cercare di provocare la stima anche se Joel

SPOILER
La fotografia è notevole, complice il fatto che si svolge quasi tutto di notte, inoltre la sceneggiatura di Gilroy è semplice ma efficace, stupisce che escano ogni tanto film non scontati come questo,un plauso particolare a Jake, che si candida secondo me almeno a ricevere una candidatura all'oscar, è diventato un attore completo, sono lontani i tempi di Donnie Darko. Insomma un film che merita di essere visto e lancia un nuovo regista nella mischia, il che è sempre un bene.
"ricordatevi: non c'è niente che non vi chiederei di fare senza farlo io stesso."

Interpretazione degna di nota quella di Gyllenhaal, di contraltare il vuoto assoluto accanto a lui: sia in termini di sceneggiatura che di dialoghi. Quest'ultimi appaiono assolutamente sconclusionati e rasentano il piu' delle volte il ridicolo..
Sento parlare di feroce accusa al giornalismo...
Signori, questo non e' giornalismo!!! Qui non si parla assolutamente delle storture dell'informazione, assolutamente! Al limite, se proprio vogliamo, di farlocche ricerche di sensazionalismo visivo..
Nel complesso due ore che si possono tranquillamente dedicare ad altro..
Sopravvalutatissimo!

Non ci siamo!! Bravi gli interpreti per carità, ma il film dov'è?? Trama, azione, suspence... nulla!! Boh!!! Evitatelo!

Lo sciacallo. Gli sciacalli. Chi più, chi meno.
Dan Gilroy alla sua prima regia firma una piccola chicca, un gran bel lavoro, un'opera di denuncia del sistema travestita da thriller.
"The Nightcrawller" non è la classica americanata, non è il solito film da guardare a cervello spento, ma un film che, finito, ti porta a riflettere (come se non ce ne fosse già bisogno) sulla crudeltà, sul cinismo e sulla cattiveria delle persone, non andando tanto lontano da quella che è la realtà. In questo caso si sarebbe addirittura cambiare il titolo del film volgendolo al plurale, (perchè si punta, e pesantamente il dito contro una determinata categoria di lavoratori - i giornalisti) ma il protagonista è ovviamente uno solo, ed è giusto che sia così. Protagonista intepretato da un Jake Gyllenhaal, davvero sopra le righe, attore da molti sottovalutato (forse anche da me), che riesce a rendere una storia del genere un pochino più leggera con qualche battuta divertente.
Uno dei film più cinici e cattivi che io abbia mai visto, e non si parla di violenza carnale, sangue o splatter, ma qualcosa che, almeno personalmente fa ancora più impressione. Correte a vederlo prima che venga oscurato dai cinepanettoni.

Sceneggiatura originale , ritmo incalzante , interpretazione superba di Gillenhaal !!! Straconsigliato !!!

Buon esordio del regista. Un film sul mondo del giornalismo crudo e violento con bravi attori soprattutto Gyllenhaal. Ha però un difetto: ci sono troppe parolacce. Avrei preferito un linguaggio meno scurrile. Nel complesso consigliato.

Una premessa è d'obbligo.
Per i "tramisti", cioè gli spettatori che non rinunciano a farsi una cultura sulla trama dei film che stanno per andare a vedere anche a costo di svelarsi parte dei contenuti, Night-crawler è stato un trappolone bestiale. Nelle locandine e nelle recensioni comparse in settimana il film ci viene presentato come un noir avvincente, un thriller sfolgorante con protagonista un reporter televisivo rimasto vittima di un complotto e di una cosa più grande di lui...
Affatto!
Il film è del genere drammatico e di denuncia sociale, con protagonista un report d'assalto con inquietanti turbe del comportamento che si diverte ad immortalare immagini truci di cronaca cittadina, possibilmente sanguinolente, per speculare su orrore e disperazione.
Gyllenhaal, però, è solo un ingranaggio di uno spietato sistema, che non è meno colpevole di questo "sciacallaggio" squallido che la morbosità della notizia....
I resti di una città e delle vittime, come i brandelli di carne viva di una creatura moribonda, sono impietosamente esibiti in un buon film, che rimane drammatico dal primo all'ultimo minuto, senza incursioni in altri generi.
No noir. No giallo. Assolutamente No action.
una volta decrittato questo messaggio, si può tranquillamente andare in sala e godersi uno spettacolo ben costruito, con un Gyllenhaal credibile e spietato, vistosamente dimagrito e truccato con occhiaie scure e profonde a voler raffigurare un'anima segnata nel profondo da un'apatia morale senza riscatto.
Mi ha ricordato fortemente i ritmi di Zodiac di David Fincher (altro buon film drammatico scambiato per noir da certa critica...).

Nota = Dall'alto della mia cultura cinematografica, sono portata a ritenere che un film senza indagini, senza mistero, senza neppure l'angoscia per le sorti giudiziarie di un colpevole, non appartenga al genere noir nè tabtomeno al giallo.

SPOILER

Sorpresa dell'ultimo festival del cinema di Roma, Nigthcrawler è un film potentissimo che ci regala una delle migliori riflessioni su informazione e giornalismo, raccontando, attraverso uno splendido Gyllenhall, la parabola di un uomo qualsiasi alle prese con il superamento di qualsiasi confine etico e morale. Sceneggiatura perfetta di Gilroy, priva di momenti deboli e spietata nell'inscenare una trasformazione cruda e veritiera, come raramente mi è capitato di vedere al cinema. Oh, questo non è film banale, non lasciatevelo scappare, perchè merita molto.