madre e figlio regia di Aleksandr Sokurov Russia 1997
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madre e figlio (1997)

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locandina del film MADRE E FIGLIO

Titolo Originale: MAT I SYN

RegiaAleksandr Sokurov

InterpretiGudrun Geyer, Alexei Ananishnov

Durata: h 1.15
NazionalitàRussia 1997
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1997

•  Altri film di Aleksandr Sokurov

Trama del film Madre e figlio

In un paese di campagna ai confini del mondo sono rimasti in due: una madre malata e consumata a un passo dalla fine e un figlio che la cura e la accudisce, la pettina e la solleva in braccio, portandola fuori, all'aria aperta, appoggiandola a un albero, sdraiandola su una panchina. Unico segnale esterno: il fumo di una locomotiva, che l'uomo osserva da lontano, nella speranza di raggiungerlo. Il silenzio, tutto intorno, è assordante. La natura è ostile. E il male inesorabile. "C'è qualcuno lassù?" domanda straziata la donna al persistere del dolore. E il suo "angelo" custode": "No, non c'è nessuno".

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Voto Visitatori:   8,20 / 10 (25 voti)8,20Grafico
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Voti e commenti su Madre e figlio, 25 opinioni inserite

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Danae77  @  30/10/2015 18:50:05
   8 / 10
Un cordone ombelicale mai tagliato. Ciò che di madre era nell'infanzia, ora è di figlio verso il tramonto. Medesima inconsapevolezza nell'avventura del nascere e del morire. Tenero abbraccio tra i viali di un autunno malinconico. Lento come l'attesa, nella paura di lasciar soli e la disperazione di esserci lasciati. Un appuntamento, un desiderio...la carezza amorevole strappata ad un essere ormai di passaggio.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  15/07/2013 15:24:12
   7½ / 10
Visivamente eccezionale, è però d'una lentezza esasperante. E' un quadro in movimento, regala emozioni e non una storia. Notevole.

Badu D. Lynch  @  27/04/2013 18:39:18
   9½ / 10
Madre e Figlio è un'opera sublime, cosparsa di silenzi passionali e di passioni silenziose. Un film interiore, in cui il sogno ardente e voluttuoso, evapora prima di raggiungere la calda realtà. Tutto ha il sapore di una ferita invisibile che non si cicatrizzerà più : una sofferenza impalpabile e astratta, ma comunque interminabile - l'urlo del muto. La pellicola è un quadro dolente e vitale, dipinto con i colori romantici e irrazionali di un amore viscerale e incestuoso. Un lungometraggio in cui è evidente l'avanzare del temporale e il retrocedere di Dio : l'uomo è l'artefice della propria disperazione e della propria nebbia, ed è ingiusto colpevolizzare una qualsivoglia entità trascendentale - lassù in cielo c'è solo tanta pioggia. Madre e Figlio è estasi e poesia visiva ; è quiete caotica che non diverrà mai frastuono armonico : è musica celestiale suonata da un angelo carnale.
La Natura avvolge il Creato, come il figlio abbraccia la madre. Il film è un continuo arrancare dei protagonisti attraverso un percorso che già conoscono : un tragitto simbolicamente infinito e amaramente diritto - senza via d'uscita, ma solo con qualche deviazione o pausa dannatamente riflessiva e razionalmente anestetizzante. Il vento continua inesorabilmente a soffiare, ma non è in grado (e non deve?) di fermare l'inarrestabile sentimento puro (o puramente impuro) dei protagonisti. L'assenza quasi totale di dialoghi viene sostituita da un profluvio di ambigui sguardi, che assumono un significato importante - quasi sessuale. Un'opera irripetibile, splendidamente deforme e implicitamente deformante ; una storia che sembra svolgersi in una dimensione parallela, anzi, in un inferno parallelo. La pellicola è il posticipare costantemente l'arrivo di una fine necessaria, indispensabile per allontanare definitivamente questo "male" amorale ; è la distillazione del desiderio fisico, la sua non-morte eterna. Il film è il prequel represso di Faust, quasi come fosse la sua infanzia inesplosa. Una tragedia greca soffocata - una probabile tragedia russa.
Un pò Trakovskij e un pò Freud, un pò cinema e un pò psicanalisi.
Arte pura.

Oskarsson88  @  04/11/2012 22:07:00
   4½ / 10
Palma d'oro per film più lento della storia del cinema e nominato all'oscar come film contemporaneo con minori dialoghi escludendo il cinema muto. Quest'opera non delude le pretese e si trascina in un'ora di niente, di silenzio. Pare chessò di vedere delle diapositive che ogni tanto si muovono...può essere più vicino ad un dipinto che ad un film...sostanzialmente, con tutta la buona volontà, non si regge, perchè fissare le stesse immagini mute per minuti su minuti è uno sforzo notevole, ed è solo sofferenza...ma d'altronde, visti i premi vinti, non c'era da aspettarsi molto altro...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  07/01/2012 14:00:30
   7½ / 10
"E il cuore quando d'un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d'ombra,
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua di fronte all'Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
E avrai negli occhi un rapido sospiro."


Non un film facile, siamo tutti d'accordo. Ci ho visto tanto Tarkovskij, compresa quella pesantezza che odi e però riesce a trascinarti all'interno di un mondo intenso. Ed è vero che i tempi morti sono tanti, che pur durando poco più di un'ora sembra durarne il doppio, eppure lo stile pittorico e pieno di silenzi, inframmezzati ogni tanto da suoni e visioni lontane di viaggi (locomotive e navi), è affascinante ed immerso nella natura.
E allora ti ritrovi commosso, anche se vergognosamente ammetto dopo tanti sbadigli, al quarantaquattresimo minuto di film quando magari prima ti veniva voglia di staccare e comunque non ci riuscivi, attirato come una calamita al film e ai suoi ritmi ammalianti e da quadro in movimento.
Stesso dicasi il finale, che mi ha subito ricordato la poesia di Ungaretti di cui sopra: forse ha poco a che vedere col significato di questo Madre e Figlio, avrò sbagliato ad inserirla e ad accomunarla alla pellicola, ma ormai per me saranno inscindibili.

Lory_noir  @  05/11/2011 17:45:03
   5 / 10
Ho letto diverse recensioni sia on line sia in un dizionario dei film per capire meglio quello che ho visto. Do un cinque perché secondo il mio modesto parere è un film a metà. Soggettivamente non mi piace lo stile "pittorico" che usa il regista, inoltre non mi è piaciuto proprio il suo modo di raccontare, malgrado la bellezza di alcune scene che però insieme per me non hanno costituito un film, più un'immagine e quindi un qualcosa di limitato rispetto a quello che avrei voluto vedere. Inoltre l'ho visto con i sottotitoli e la lingua originale, a me del tutto sconosciuta hai miei occhi non ha legato i dialoghi ad emozioni, rendendomeli freddi, letti e non recitati.

paride_86  @  15/09/2011 00:08:22
   5 / 10
Madre e Figlio nella brughiera, ritratti come archetipi umani e specchi di sentimenti semplici e universali.
E' un film lento e silenzioso, ripreso per lo più con lunghe scene a camera fissa che si alternano a paesaggi che sembrano non finire più.
C'è chi scambia volutamente i vuoti del film - ovvero il suo abbondante 90% - per riflessioni poetiche e oniriche, ma restano pur sempre dei vuoti.
Sia ben chiaro, non ho un pregiudizio verso i film lenti e riflessivi, né per il cinema d'autore; "The Tree of Life", tanto per fare un esempio, è altrettanto poetico e lirico, ma infinitamente più ricco di contenuti.

bulldog  @  28/05/2011 20:24:26
   7½ / 10
Un'opera d'arte visiva di enorme livello , il cosiddetto quadro in movimento.

Ma aldilà delle contemplazioni dei magnifici piani sequenza, il restante mi ha lasciato abbastanza indifferente.
Le eventuali "riflessioni" sul tempo che scorre, sulla natura, sull'amore di un figlio cozzano inevitbilmente con una lentezza esasperante votata più che altro a dar risalto alla potenza delle immagini tralasciando tutto il resto che non scaturisce da sè in automatico.
Non è il Sokurov migliore, ho trovato ad esempio "OTETS I SYN" nettamente superiore.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  26/05/2011 00:21:41
   8½ / 10
Un limbo irreale accompagno l'ultimo viaggio di una madre con il figlio. L'incedere molto lento del film è un valore aggiunto dove l'intimità dei gesti, le parole che rievocano ricordi raggiungono un lirismo straordinario.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  22/05/2011 09:58:06
   9½ / 10
Il vangelo di Caspar David Friedrich narrato attra/verso il Golgota.

Ciaby  @  22/07/2010 20:50:39
   10 / 10
Estasi.
Un film che è un viaggio magnifico fatto di silenzi ed emozioni palpabile.
Ancora una volta è capolavoro, e uno dei film più belli degli anni '90.
Obbligherei chiunque reputi Steven Spielberg il miglior regista di sempre a vederlo a riptizione. Quel finale, volutamente prevedibilissimo, strappa il cuore.

2 risposte al commento
Ultima risposta 23/07/2010 12.59.23
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Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  05/05/2010 21:30:31
   9½ / 10
Un film squisitamente opposto ai canoni del cinema cui siamo abitutati.
Impossibile non lasciarsi trasportare dalla bellezza delle immagini, dalla essenzialità degli elementi, verso un mondo al di là della civiltà, delle convenzioni, verso un mondo autentico, dove poter contemplare il Tutto, subire il dolore più grande e vivere la speranza della rinascita, di un successivo incontro.
E' poesia filmata, è pura arte in movimento, è Friedrich umanizzato, è l'impeto di Turner portato sullo schermo. E' l'amore più autentico - quello che lega una madre al figlio e viceversa - quello che lega noi uomini alla nostra madre, la terra, la Natura. Questo film è come una melodia che lentamente riempie i nostri cuori, prendendo il suo tempo.
La trama è semplicissima e l'eccessiva staticità dell'azione potrebbe annoiare gli spettatori "medi", abitutati agli stander hollywoodiani ed in questo si vede chiaramente un parallelo tra le pellicole di Sokurov e quelle dell'ancor più grande(imho)Tarkovskij: è cinema che non necessita di grossi colpi di scena ed il ritmo narrativo è segnato da una pressoché immutabile linearità: ma è proprio questo il bello.
La Natura, al cui cospetto siamo nulli(e le splendide inquadrature lo mostrano in maniera palese), ottunde i nostri sensi, ci trasporta con il pensiero verso l'Infinito cantato da Leopardi, lontani dai dolori della vita(e della morte), dalla caducità e dalla sofferenza.
E la promessa di ritorno alla fine... insomma, questo film è una meraviglia per il cuore e per gli occhi... e la semplicità è il suo punto di forza.
Che altro dire? Nove e mezzo è il minimo che posso dare...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  30/07/2009 17:49:30
   8½ / 10
Di vaghi spazi, nature immense, sfumate e sofferenti, oblique pitture, scorrono le tele con al centro il medesimo soggetto dell’amore struggente, del tempo che scorre, tra madre e figlio.
Come spiando in uno squarcio nella luce, questo desolato affetto umano, mortale, pare, nel guardarlo, a nostra volta d’essere guardati.
Difficile, come il cinema di Tarkovskij, ma qui colto nel cuore della sua essenzialità, è “Madre e figlio” di Sokurov; e come la è un’approfondita contemplazione d’un quadro… Ma intenso a tal punto che infine sembra quasi d’aver pianto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  21/02/2009 20:22:32
   6½ / 10
Difficile restare svegli...Ci sono dei momenti esageratamente morti che confermano il mio disagio verso il cinema Russo!
Ho letto dei bellissimi commenti che certamente mettono in risalto spunti interessanti che non sono riuscito a notare durante una prima visione...posso ammirare il coraggio del regista ma questo modo di fare cinema non è nelle mie corde probabilmente!

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  05/06/2008 12:43:11
   9½ / 10
E' proprio vero che l'impressione che si ha, guardando questo piccolo grande capolavoro, è quella di un quadro in movimento. Stilisticamente "Madre e figlio" si pone agli antipodi rispetto ad "Arca russa": allo spettacolare piano sequenza unico di quest'ultimo (che Sokurov realizzerà cinque anni più tardi), si contrappongono qui inquadrature fisse e talvolta in lieve movimento, che si impongono con la loro straordinaria bellezza. Una fotografia magnificente fa di ogni singola immagine un'opera d'arte visiva a metà tra il reale, in cui si immortalano gli ultimi momenti insieme di una madre e di un figlio nella cornice di una natura ritratta in tutta la sua poderosa maestosità, e il surreale creato da un'alone che contorna ogni singola scena, spesso lievemente distorta in senso oblungo.
Ma "Madre e figlio" non è soltanto un meraviglioso esercizio di stile: alla eccezionale bellezza formale si coniuga la riflessione sul tempo che scorre, resa strepitosamente dal treno in movimento il cui vapore si dissipa nell'aere. A ciò si aggiungono l'imponenza di una Natura che sopravvive all'uomo facendolo sentire un impotente, e l'ineluttabilità della morte che sopraggiunge inesorabilmente nell'ultima struggente scena. Al sopra di tutto, però, si erge il profondo amore del figlio per la propria madre agonizzante: egli l'accompagna nel suo breve percorso verso il trapasso, donandogli momenti d'amore di una intensità unica che culminano quando, alla fine, di fronte alla sua morte, le sussurra dolcemente di aspettarlo là dove si trova.
Il dolore del figlio non è ostentato, ma trattenuto -salvo quel momento di abbandono solitario tra gli alberi, e nonostante ciò arriva allo spettatore con una potenza dirompente. E' questa la forza di "Madre e figlio": la capacità di trasmettere con i gesti infinitamente di più di qualsiasi parola.

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Ultima risposta 03/09/2009 17.51.04
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jhon-mambo  @  02/04/2008 16:56:53
   4½ / 10
bah.....vidi questo film un paio di anni fa e tutt'ora mi risulta difficile trovare parole adatte a descrivere la sensazione che provai!allora ho deciso di fare due valutazioni una tecnica e una personale e poi tirare le somme nella votazione!iniziamo con quella personale:
forse non sono un cultore di questo genere cinematografico fatto di immagini pochi suoni zero dialoghi....da quanto ho potuto capire questo film rappresenta la metafora della vita fatta di dolore morte sofferenza etc etc....ma è proprio questo che mi spinge a giudicare male questo film,perchè la vita non è fatta solo di pessimismo cosmico ma è fatta anche di cose bellissime....la vita stessa è bellissima anche perchè ti permette di provare proprio quelle sensazioni negative!quindi per me è stato fatto un quadro un pò troppo negativo,e quindi io che vedo il bicchiere d'acqua mezzo pieno non posso accettarlo poichè anche nell'esistenza della persona + triste e martoriata della storia dell'umanità c'è una cosa minima cosa, forse una briciola paragonandola alla vita stessa, che porta almeno per un istante un alone di felicità....e sono proprio quelle persone incosapevoli di ciò che in realtà sono le + felici perchè riescono a custodire meglio quell'attimo di vera felicità anzichè di altre persone che custodiscono migliaia di attimi di finta felicità!per quanto riguarda il giudizio tecnico:
apprezzo il lavoro fatto,lo sforzo disumano nel rappresentare una vita intera con svariate metafore etc etc....ma neache qui posso dire di essere rimasto esterrefatto.
però ho apprezzato tantissmo la fotografia.....come dico spesso era un quadro in movimento!

9 risposte al commento
Ultima risposta 08/04/2008 23.02.16
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Invia una mail all'autore del commento Rusty il Selvag  @  01/08/2007 02:29:16
   10 / 10
Fuori dal sentiero



Fermiamoci qui ed io dormirò

Tra questi immensi alberi

Veglianti sul mio corpo

Che lento s' abbandona

Al canto delle foglie

Al soffio e alle carezze

D' un vento che m' abbraccia

Come una dolce madre.




Mika

norfolkiano  @  01/07/2007 18:53:30
   8½ / 10
un uomo, sua madre e la natura. tre protagonisti immortalati da un regista che crea un capolavoro di immagini, un cinema "dipinto", silenzioso, drammatico.

lupin 3  @  18/03/2007 19:12:13
   6½ / 10
Lungometraggio molto strano...
La vita..la morte...la solitudine..l'intimità....temi molto difficili per un essere piccolo come l'uomo.

2 risposte al commento
Ultima risposta 12/04/2007 16.39.31
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Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  13/03/2007 22:40:01
   10 / 10
Un quadro in movimento, è questa l'impressione che si ha vedendo questo affresco cinematografico regalatoci da Aleksandr Sokurov.
Un figlio ed una madre, la malattia, la paura della morte, della solitudine, un tuffo nell'oblio, nei silenzi della natura, nel lirismo.
Il fischio del treno come metafora del tempo che scorre, il contrasto di colori tra il verde dei prati ed il cielo pumbleo carico di pioggia, il tremolare delle foglie al vento, la natura che si impossessa dell'uomo, la fragilità di questo di fronte all'inesorabilità della morte.
Bellissimo.

8 risposte al commento
Ultima risposta 25/10/2009 18.44.00
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TAINKA  @  08/05/2006 13:57:34
   10 / 10
un film che ha dell incredibile tanta è la forza che ha di catapultarti dolcemente nella poesia delle immagini... l'uomo entra a far parte della natura diventando un tutt uno anzi le inquadrtature riservano un centrale posto all immensità della natura lasciando quasi subalterna la figura umana che prende per se solo un minimo spazio in una sorta di quadro. i discorsi semplici ma complessi nel significato... un capolavoro di straordinario pathos e ricchezza tematica che non puo non essere visto

giax-tommy  @  17/02/2006 14:51:16
   10 / 10
è un film su cui pensare e ripensare e analizzare ogni singolo fotogramma.la fotografia dava al film un tocco di impressionismo.i temi trattati sono si i soliti ossia dio la paura della morte la solitudine,ma sono trattati in termini originalissimi...senza mai cadere nel banale....per me è durato troppo poco però!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Antoniusblock  @  22/12/2005 18:11:20
   10 / 10
Non so se esistano parole appropriate per descrivere la bellezza e la poesia di questa pellicola.
I paesaggi omaggiano il grande pittore romantico Caspar Friedrich, I dialoghi sono sporadici, ma di una intensità che lasciano senza fiato. Sokurov ci ha lasciato un film che va aldilà del cinema contemporaneo, un film che esce dai canoni, che fa piangere e pensare.
Lo spettatore diventa un tutt'uno con la natura, ne sente il vento, l'odore dell'erba...

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Ultima risposta 23/12/2005 15.51.51
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ds1hm  @  25/11/2005 14:56:27
   9 / 10
Il miglior film di Sokurov, complicatissimo ma stupendo. Poesia infusa nel tema trattato, poesia nel paesaggio. Coloro che lavorano nel mondo della fotografia potrebbero ricavare un quadro da ogni scena di questo capolavoro. 9 - Solo perchè non è universalmente comprensibile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  21/09/2005 15:15:22
   10 / 10
Il capolavoro del geniale regista russo Alexandr Sokourov, erede di Andreij Tarkovskij, in questo caso anche superiore.
E' un film complessissimo che si basa però su una trama semplicissima, ovvero quello di un figlio che accudisce una madre morente. Sokourov utilizza pochissimi dialoghi, lasciando spazio a lunghi e infiniti silenzi, e sulla base di questi pochi e semplici elementi, tratta temi universali come la morte, la pietà, l'effetto materno, l'uomo che è nulla ed è solo nell'immensa natura.
Sokourov dirige un capolavoro fuori dal tempo, di rara bellezza, estremamente inquietante nel descrivere la solitudine del protagonista immerso nella natura e i suoi stati d'animo, descritti con maestria attraverso alcuni effetti ottici.
Senza nessuna concessione allo spettatore, il regista si muove con lentissimi piani sequenza, spesso senza movimenti, dipingendo una natura infinita nel quale l'uomo è solo una parte infinitesimale, lasciato solo a se stesso, senza poter contare su niente.
Soukurov mette in scena sostanzialmente un'opera d'arte, e ispirandosi alla pittura, ricrea questi immensi paesaggi dal vivo. La natura in questo film diventa la vera protagonista.

"Madre e figlio" è l'opera di un genio, un regista che non guarda agli spettatori, un regista che fa opere complesse e difficilissime, servendosi di storie semplicissime come queste.

Sokourov, come molti altri autori (per lo + orientali), è la prova concreta della deficienza (in questo caso delinquenza) della distribuzione italiana, che se ne è incredibilmente dimenticata.
Veramente incredibile, tra l'altro da noi di Sokourov sono arrivati solo due film, "moloch" e "Arca russa", gli altri non esistono.

Un immenso capolavoro come "Madre e figlio" da noi è stato trasmesso a "fuori orario" e su satellite.
A pensarci viene da piangere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/06/2008 12.49.37
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