nick's movie - lampi sull'acqua regia di Wim Wenders USA, Germania 1980
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nick's movie - lampi sull'acqua (1980)

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locandina del film NICK'S MOVIE - LAMPI SULL'ACQUA

Titolo Originale: NICK'S MOVIE - LIGHTHING OVER WATER

RegiaWim Wenders

InterpretiNicholas Ray, Wim Wenders, Susan Ray, Tim Ray

Durata: h 1.25
NazionalitàUSA, Germania 1980
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1980

•  Altri film di Wim Wenders

Trama del film Nick's movie - lampi sull'acqua

Nell'aprile del 1979 il regista tedesco Wim Wenders fa visita al collega americano che considera il proprio maestro: Nicholas Ray. Costui è ormai vecchio, malato di cancro in fase terminale e da tempo inattivo. Wenders filma gli ultimi giorni di vita di Ray che sono anche una lezione sul cinema e di cinema. Alla fine una giunca cinese lascia il porto di New York con a bordo l'urna con le ceneri di Ray.

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Voto Visitatori:   8,36 / 10 (7 voti)8,36Grafico
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Voti e commenti su Nick's movie - lampi sull'acqua, 7 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  15/08/2014 18:51:15
   8 / 10
Via crucis filmata tappa per tappa da Wenders, in nome del cinema o in nome di un'amicizia? Probabilmente la prima e Wenders non lo nasconde in un ouverture che fa da indice, un confronto iniziale con Ray, un patto cinico ma onesto col regista che sacrifica la sua intimità a Wenders e contemporaneamente il tedesco la testimonia in celluloide al pubblico.
Alla fine poteva esserci Ray o qualsiasi altra persona su quel lettino, a Wenders interessava filmare gradualmente gli ultimi barlumi di vita dell'essere umano, in Ray trova un uomo di cinema, un uomo che non ha perso il piacere della cinepresa ma a 67 anni è prosciugato dal cancro di ogni residuo di energia, è uno scambio reciproco quello con Wenders. 67 ma è come sentirsene 90, Ray per anni ha fatto le spese con la dipendenza da droghe e dall'alcool, una vera e propria condanna che lo bandì da Hollywood dopo i 2 kolossal (persino cacciato dal set nell'ultimo dei 2). Un po come Lowry che firmò il suo capolavoro autobiografico, la divina commedia ubriaca, prima di spirare, o la dissoluzione etilica di Edgar Allan Poe, Ray trova nella regia rapsodica -perchè no, narcisa- di Wenders gli stessi effetti angosciosi da trasmettere al pubblico, senza veli, l'espressione artistica dopotutto è il luogo dove le stimmate deviate testimoniano senza costrizioni l'altra faccia della normalità, il passaporto per la gloria artistica. Suggestivi i richiami musicali, i Police che si insinuano, 'Lightning Over Water' che dà il nome all'opera cantata dalla Blakley.
Nell'aria c'è un'atmosfera d'attesa, gli sguardi pazienti di Wenders, la voce stritolata in gola di Ray, la troupe con cui ha familiarizzato e che negli ultimi 6 minuti si pentono di non aver cannibalizzato gli istanti della cremazione. Ray sperimenta sulla propria pelle l'inevitabilità del confronto tra cinema e morte.

jimdellacanapa  @  27/12/2013 21:38:17
   10 / 10
Ti precedono.
Lampi di vita mentre l'altra svanisce invano rimanendo col rimorso.
Giorni interi perduti senza parlarti inseguendo l'uomo che eri cercandoti fra le pagine del libro dei ricordi.
Nei sogni ancora adesso…
Film senza pellicola impressa nella coscienza riavvolgendo il tempo che avevi voltandoti di continuo respirando fumo di sigaretta che come nebbia celava il volto della paura.
LEI ha avuto il suo tributo.
Tu rabbioso dubitavi che il sole stesse veramente sorgendo un'altra volta portandoti in dono lacrime, sudore e ossa che marcivano lentamente non concedendoti in dote una morte rapida forse chissà per espiare la colpa del padre che in passato marchiandoti ha voluto maledirti per sempre plasmandoti a sua immagine e somiglianza.
Ora capisco
Avrei dovuto essere l'approdo dei tuoi pensieri invece sono stato in mezzo alla tempesta un faro senza luce.
Ti ho lasciato affondare
Stupidamente ho perso l'occasione di dirti addio pensando così di tagliare i ponti col passato.
Non ci poteva essere lieto fine.
L'unica cosa che posso dirti è che adesso vivi dentro di me.
Non ti lascerò andare via un'altra volta.
Te lo prometto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  23/08/2012 12:25:38
   8 / 10
La presenza di quel corpo corroso dalla malattia, anche osservando il giusto distacco, ti mette veramente a disagio perchè il film di Wenders è estremo nel raccontare la Realtà senza filtri di una Morte che sta avanzando nel corpo di Nicholas Ray. Oltre alla sincera amicizia che lega i due registi, intercorre una strana mutualità nel loro rapporto. Da una parte è il testamento filmato di Ray, offrire se stesso nel suo disagio reale e dall'altra abbiamo Wenders che gradualmente perde il distacco iniziale e in un certo modo non può fare a meno di seguire Ray, quasi "vampirizzando" i suoi ultimi momenti di vita. E' un film che mi ha suscitato emozioni molto contrastanti, durissimo ma anche estremamente toccante.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  01/03/2010 21:30:42
   7½ / 10
Questo non è un film,non è un documentario,non si può catalogarlo.
Questo progetto di Wenders è il testamento del regista Nicholas Ray ma è un'esperienza veramente unica,in molti punti dilaniante.
Il voto è sette e mezzo ma è uno di quei film (o non film) a cui è quasi impossibile dare un voto.
Straziante e vero.

dobel  @  05/10/2009 15:45:22
   8½ / 10
Ciò che sconcerta maggiormente è il fatto che non ci sconcerti più di tanto. Siamo così talmente anestetizzati dallo schermo da non riuscire a capacitarci sino in fondo che la persona che osserviamo non è un attore bensì un uomo che sta morendo veramente? Si tratta di un film sul progetto di un film che, guarda caso, è il film stesso che stiamo vedendo. Il grande Ray trova forse un modo per esorcizzare la propria morte rendendola parte di uno spettacolo. Mi torna alla mente quella ragazza inglese che qualche mese fa ha acconsentito di essere filmata nella sua fatale malattia in modo da guadagnare molti soldi da lasciare al proprio bambino. Qui non si cela nulla di simile, ma si spettacolarizza un evento tremendo forse per aiutare un amico a morire con più coraggio. Questa operazione richiederebbe un commento molto ampio, non solo cinematografico bensì etico. Ray non si è potuto lasciare andare ( e forse è stata la sua fortuna), non ha potuto (voluto) morire come tutti gli altri, ma ha cercato di trasformare la propria fine in un momento artistico. Ha stilizzato la propria morte facendola diventare un'opera d'arte.
C'è riuscito? Ahimè, si.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  14/08/2006 11:50:00
   8½ / 10
Un capolavoro assoluto, poco da dire... un film che ribalta le convenzioni del cinema tradizionale, raccontando, con uno stile documentaristico ma non troppo, la "morte in diretta" o quasi...
Le fasi della lunga malattia di Nicholas Ray, nel letto d'ospedale o nelle sue confessioni "private" non sono atti coercitivi, ma frutto del rapporto epistolare tra Wenders e Ray, dove l'"artista" Ray - mettendosi a nudo fino a descrivere cinematograficamente la propria malattia . si consegna al pubblico nella veste disperata di un'essere umano come tanti, corroso dalla carne e dal dolore.
Nonostante le molteplici polemiche che l'hanno accompagnato, il film ci appare ancora oggi come un tentativo (forse involontario, ma non credo) di esprimere la capacità perfida dello schermo e dei media di poter affrontare con una telecamera la realtà piu' scomoda e privata.
Se lo guardassimo con un certo distacco, capiremmo che il film è soprattutto un'affettuoso omaggio alla figura cinematografica e umana di Ray, e non ha certo pretese pasionarie à la Winterbotton (tanto per citare un contemporaneo).
Per altri versi, l'"Allievo" si affida al "Maestro", che fu il primo a comprendere l'importanza della macchina da presa in un'ottica voyeuristica.
Che io sappia solo un altro regista, Derek Jarman, col suo "Blue", è riuscito a fare un film-verità altrettanto disturbante e doloroso.
In effetti è tremendamente doloroso, al capezzale di Ray ci siamo anche noi, in fondo

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  10/01/2006 12:43:14
   8 / 10
Un film documentario, sulla morte del regista Nick Ray. Film sconvolgente, che trasuda però amore per il cinema e tutto il rispetto di Wenders verso la persona Nicholas Ray.

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