Adattamento del classico di Dickens: l'orfanello Oliver fa amicizia, nelle strade di Londra, con un ladruncolo e da questo viene instradato a far parte della famiglia di ladri addestrati dal perfido Fagin.
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Non si sentiva granchè bisogno di quest'altra trasposizione della favola nera di Dickens, ma vabbè. I difetti del film sono, secondo me, i difetti del libro (che però non ho letto), dato che Polanski si è mantenuto fedelissimo al romanzo: l'assenza totale nella prima parte di personaggi capaci di un minimo di misericordia, che si può giustificare solo in parte con il fatto che ci troviamo nella terribile Londra ottocentesca, rende la storia troppo forzatamente strappalacrime; la cattiva luce in cui versa per tutto il tempo Fagin, quando poi non è lui il vero cattivo. Fagin è anzi una figura complessa: oppresso da chi è più forte di lui (Sykes), instabile, perennemente in lotta con sè stesso, capace alla fine addirittura di redimersi finendo per apparire come un'ombra dell'Innominato manzoniano. Del film quindi c'è poco da dire... discreto affresco, godibile ma evitabile.
Solo vedendo questo film ho capito che Oliver &Co. è la storia Disneyana di Oliver Twist, cosa che da piccolo non avevo mai capito. A riprova di quanto detto su Fagin, nel cartone esso appare come un personaggio assolutamente positivo.