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Una pura follia demenziale degna di un Grindhouse, ma ricca di nobilissimi spunti dissacranti: è un pò il marchio di fabbrica di John Waters. Che per l'occasione ricicla "la" sua Icona favorita, Divine, rozza e strasbordante madre alle prese con i problemi dei figli, morale (anti?)abortista compresa. Il tutto, filtrato dagli strani espedienti tipo Odorama (memorabile e disgustoso/a Divine quando vomita dentro la sua borsetta bleah) e interpretato da un ex-bellone gay del cinema anni cinquanta (Tab Hunter) e dall'ex leader dei Dead Boys (poi Lords of the New Church) Steve Bators, punkettone trapiantato al cinema in un ruolo assai gustoso: il cosiddetto "killer dei supermarket" che si diverte a prendere a calci nelle gambe di alcune malcapitate vecchiette. Un vero spasso, peccato che alla lunga la linea di demarcazione tra satira e parodia rischi di stancare. Ma un film così cattivo, così paradossale ed eccentrico, non si vede poi tante spesso: la scena miglliore? Quando la figlia di Divine decide di abortire e viene maltrattata e insultata da un'associazione cattolica antiabortista