Kitano si mette al centro di un gioco delle parti in cui interpreta sia il ruolo di regista che quello di attore come se fossero due personaggi diversi.
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Allora, questo film non è altro che un personalissimo Sogno di Kitano, che inizia con uno degli incubi che più lo hanno tormentato. Non a caso il titolo vuol dire letteralmente "di Takeshi". Come spesso succede un grande regista all'apice della sua carriera sente il bisogno di raccontare se stesso, a volte anche solo per giustificarsi o autocelebrarsi. Niente di tutto ciò in questo caso: l'8 1/2 di Takeshi è differente, cambia la forma, che è più confusionaria e frammentata da piccole parodie dei suoi precedenti film, soprattutto quelli Yakuza; il classico tema del doppio, che si snoda in una serie di deliranti sequenze di cui è sinceramente inutile cercare di cogliere il significato; come l'opera felliniana, comunque, mantiene un'inalterata sincerità di fondo. Frecciatine divertite anche sui suoi fan e sulle due facce del successo: la ragazzina ingenua che aspetta tutte le sere il signor Kitano per dargli un regalo e l'insopportabile nevrotica che lo perseguita. Eccessivamente caotico e sconnesso, è difficile districarsi in questo labirinto di visioni e chi non conosce i film di Kitano non ci capirà una mazza, però è un originale esperimento per tentare di svelare il Kitano prima come uomo che come regista.
Non so quanto questo film voglia essere autobiografico...so solo che Kitano ci porta nella piu' totale follia in maniera maggiore rispetto ad altri suoi lavori...Qui impersona due personaggi diversi ma che alla fine sono la stessa persona ma che alla fine...beh,non è che si capisca tanto dove voglia arrivare! Ho apprezzato,infatti,piu' la prima parte,che l'ultima completamente folle! Si e' occupato anche del montaggio a quanto ho letto nei titoli di coda...
film sul sogno e sul cinema, sul doppio. come tema non è nuovo, anzi ultimamente è piuttosto di modo, ma kitano è originale ed è capolavoro. mi dispiace che quest'opera d'arte non sia stata ancora capita.
Difficile commentare questo film: la prima parte mi è piaciuta molto, la seconda l'ho trovata un pò troppo senza senso. I due Takeshi rappresentano nien'altro che la figura dell'uomo di successo,riuscito nella vita, e quella dell'uomo mediocre che vive una vita piatta sperando prima o poi nel grande salto. Ironico, a tratti fa riflettere grazie anche ad un grande Kitano molto malinconico nel ruolo dell'uomo "comune". Credo che sia il suo primo film che vedo (non conoscendo il suo stile potrei dire delle grandi bo.iate), magari per poterlo apprezzare ho come l'impressione che dovrei conoscerlo meglio perchè in alcuni tratti mi da l'idea di un film introspettivo. Provvederò presto perchè (non lo scopro certo io) la sua regia mi sembra ottima. Per descrivere la seconda parte...SPOILER!!!
Dal ritrovamento dell'arma dello yakuza, Takeshi sogna di vivere un'esistenza da personaggio dei film, dove si prende finalmente la rivincita su tutte le amarezze che gli aveva riservato la vita (tra l'altro ne approfitto per chiedere a qualcuno se ha capito il ruolo della donna che odia i due Takeshi) Sarà pure un sogno ma gli elementi fantastici illogici sono troppi e la seconda parte mi sembra una serie di sequenze spesso fini a se stesse. Il finale è gradevole e fa tornare un pò tutti sulla terra ma mi lascia comunque perplesso su alcune cose.