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Terzo ed ultimo film di quella che si può considerare la "trilogia del Vietnam" di Stone (che dedica l'opera alla madre). Solo che in questo caso, il film si incentra non più sui soldati americani, ma sulla vita e il punto di vista di una giovane contadina vietnamita costretta a sopravvivere alla guerra sia sul fronte di casa che su quello del "nemico". Un melodramma non esente da retorica e da qualche luogo comune di troppo, ma decisamente straziante, sofferto, crudo, poetico, e davvero molto coinvolgente (sia nella prima parte in Vietnam che nella seconda negli U.S.A., con la protagonista che si ritrova completamente spaesata davanti alla cultura e alle comodità americane). Modesta la regia (purtroppo un pò meno potente rispetto al solito), splendida la fotografia, molto buone le performance di Hiep Thi Le, Joan Chen, e del povero Haing S. Ngor; magistrale invece Tommy Lee Jones, perfetto e spaventoso nella parte del soldato folle incapace di reintegrarsi nella società. E' uno dei Stone meno conosciuti e più sottovalutati, ma personalmente, ritengo che sia una delle sue opere migliori. Da riscoprire.
Nota: musiche di Kitaro, il musicista che compose la bellissima "Seiun" presente in "Manhunter" di Mann.