tutta colpa di giuda - una commedia con musica regia di Davide Ferrario Italia 2008
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tutta colpa di giuda - una commedia con musica (2008)

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locandina del film TUTTA COLPA DI GIUDA - UNA COMMEDIA CON MUSICA

Titolo Originale: TUTTA COLPA DI GIUDA - UNA COMMEDIA CON MUSICA

RegiaDavide Ferrario

InterpretiKasia Smutniak, Fabio Troiano, Gianluca Gobbi, Cristiano Godano, Luciana Littizzetto, Francesco Signa, Paolo Ciarchi, Linda Messerklinger

Durata: h 1.42
NazionalitàItalia 2008
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 2009

•  Altri film di Davide Ferrario

Trama del film Tutta colpa di giuda - una commedia con musica

Quando Irena Mirkovic accetta di collaborare con don Iridio per la messa in scena in un istituto penitenziario di una paradossale "Passione Pasquale" non sa che quell'esperienza le cambierà la vita. Non solo perché l'incontro con il direttore del carcere Libero Tarsitano la spingerà a chiudere definitivamente la relazione con il suo fidanzato-attore Cristiano, ma perché presto si troverà di fronte a un problema insolubile. Dopo aver conquistato la fiducia dei detenuti, Irena si rende conto che "dentro" nessuno è intenzionato a fare la parte di Giuda, per motivi che in un carcere sono chiari a tutti. Nonostante le sue insistenze, i "ragazzi" restano fermi nel loro rifiuto e inoltre c'è anche chi rema contro lo spettacolo: suor Bonaria, una religiosa inflessibile ma dotata anche di spirito molto pratico. La situazione si sblocca quando Irena ha un'illuminazione: se Giuda non si trova, perché non pensare alla storia di Gesù in un altro modo?

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Voto Visitatori:   6,15 / 10 (17 voti)6,15Grafico
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Voti e commenti su Tutta colpa di giuda - una commedia con musica, 17 opinioni inserite

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Oskarsson88  @  05/12/2021 20:30:32
   5½ / 10
Commedia musicale con carcerati che non mi ha preso molto

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Dexter '86  @  09/07/2010 21:31:32
   6 / 10
Apprezzabile il coraggio di tentare qualcosa di originale ma il senso di incompiutezza che rimane dopo la visione è grande. Di fatto non c'è una vera e propria trama e alcuni personaggi (vedi Littizzetto e Godano) sono a dir poco superflui. Quel che rimane sono le discrete prove di Kasia Smutniak e Fabio *****no e l'ottima colonna sonora made in Marlene Kuntz insieme all'orecchiabile canzoncina che dà il titolo al film.

goodwolf  @  25/06/2010 15:16:26
   5 / 10
Pur riconoscendo il coraggio, l'originalità, le buone intenzioni e qualche ottimo spunto tra i dialoghi, il film non mi ha convinto molto e non mi ha entusiasmato.
5 di stima

bussisotto  @  24/01/2010 15:05:13
   6½ / 10
A me è sembrato un film coraggioso.
Incompleto, forse, ma ben strutturato e arricchito da una sceneggiatura intelligente e (quasi) mai banale.
Si possono criticare alcune scelte registiche e visive, ma Ferrario dosa saggiamente i momenti leggeri e gli spunti di riflessione.
La Smutniak mi ha convinto solo a metà, molto meglio Fabio Tro.i.a.no, nel ruolo del direttore del carcere, all'interno del quale è ambientata la vicenda.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  06/10/2009 15:01:19
   7½ / 10
Davide Ferrario si conferma uno dei pochi registi italiani che hanno molto da dire sebbene il suo nome sia poco pubblicizzato da critica ed esperti del settore.La sua sperimentazione cinematografica prosegue ed affascina, perché rifugge regole e schemi,rivisitando la nostra realtà sociale e le sue norme mediante percorsi personali basati su profonde riflessioni sempre molto ispirate.
Utilizzando come spunto di partenza uno spettacolo teatrale messo in piedi da alcuni detenuti del carcere torinese delle Vallette,il regista si lancia in un'analisi sulla religione e sui dogmi e parabole tramandate nei Vangeli.In particolare pone sotto esame la necessità della sofferenza come tramite per la salvezza.Scetticismo e necessità di comprensione sono incarnate nel suo alter-ego femminile,ovvero la sorprendentemente intensa Kasia Smutniak,nei panni della regista alla quale è affidato il compito di preparare al meglio i detenuti per la recita.L' approccio della ragazza verrà però considerato blasfemo dal parroco del carcere,spaventato dall' idea di voler rileggere in chiave più umana la storia di Cristo,negando il simbolo della croce,emblema di sofferenza e sacrificio.
Con tono leggero e per nulla spocchioso Ferrario interroga se stesso e lo spettatore,illustra la condizione dei carcerati domandandosi quanto sia indispensabile la loro sofferenza all’espiazione dei peccati, in un accostamento forse irriverente ma a mio avviso pienamente centrato,laddove al posto di croce e chiodi sono sbarre e cemento a provocare patimenti.
Molto buone le musiche e divertenti gli intermezzi musicali improntati quasi su un caos giocoso e divertito,non scevro da lievi (e volute)imperfezioni al fine di rendere la giusta dose di realtà.
Da premiare la capacità di sfruttare al meglio gli anonimi ambienti carcerari,mentre è palpabile l’affetto che Ferrrario riflette sui protagonisti (per la maggior parte veri carcerati).Notevole la performance di Fabio Tro.iano,disilluso direttore dal carcere dalla parlantina facile,la cui storia d’amore con la protagonista è illustrata con semplicità disarmante senza melensaggini da soap opera.Non guasterebbe una maggiore considerazione per questo autore mai banale,il quale si distingue per un approccio che unisce piacere professionale con quello della ricerca soggettiva.


TheLegend  @  25/08/2009 20:48:03
   3 / 10
Ok interessante l'idea di far recitare i detenuti e belli i concetti che vuole esprimere;nonostante questo è veramente un film pessimo sotto tutti i punti di vista!
Molto noiso,con una regia anonima e degli attori professionisti che quasi non si riconoscono dai detenuti e altri(Kasia Smutniak)che spero siano rimasti in carcere....
Non mi ha trasmesso veramente niente...

paride_86  @  16/08/2009 18:36:55
   4½ / 10
Davide Ferrario, regista dichiaratamente ateo, affronta in "Tutta colpa di Giuda" la passione di Cristo ambientandola in un carcere e prendendo lì spunti e attori.
Il problema di questo film è la premessa di fondo - ripetuta anche nella martellante canzoncina -, ovvero il parallelismo tra Gesù e i carcerati (come Gesù sono stato condannato/ non avevamo un buon avvocato/ [...] tutto per colpa di Giuda). Io sono agnostico e credo di essere obiettivo se dico che mentre Gesù era veramente innocente quando è stato arrestato e giustiziato, non si può certo dire lo stesso per spacciatori, rapinatori e assassini. Chi sarebbe il loro "Giuda"? Lo stato che li tiene dentro?
Il film è tutto impregnato di una retorica buonista che presenta i carcerati come vittime: condizione accettabile solo se si facesse almeno un minimo riferimento al pentimento per i crimini commessi.
Sul fronte religioso, poi, presenta la solita diatriba progressisti conservatori: ci risiamo! Una fede religiosa non si può cambiare: se ti piace l'accetti, se non ti piace ne scegli un'altra in cui ti riconosci meglio (oppure scegli di essere ateo/agnostico). Ma non si può pretendere di modificare un credo: la religione non è democrazia, ma dogma.
Guardando questo film mi è ritornato in mente quando Jovanotti cantava "io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa/ che parte da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa/
passando da Malcolm X attraverso Gandhi e San Patrignano": ecco, "Tutta colpa di Giuda" ripropone lo stesso qualunquismo.
Nonostante tutto devo ammettere che le prestazioni del cast sono state superiori alle mie aspettative, compresi i carcerati veri; un ruolo piccolo e inutile è stato riservato, invece, per Luciana Littizzetto: che spreco.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  13/07/2009 22:32:45
   6½ / 10
Un'idea forte alla base della nuova pellicola di Davide Ferrario, che si conferma uno dei migliori esponenti del cinema italiano dopo il fantastico "Dopo mezzanotte"; buona prova della Smutniak!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  18/06/2009 19:12:40
   7½ / 10
Ho aspettato mesi di vederlo nella mia citta', e devo dire che valeva davvero la pena aspettare...una ventata di freschezza, veramente, nel panorama del nuovo cinema italiano, a metà strada tra l'inchiesta sociologica e il musical, con riferimenti che vanno dal Tano da morire di qualche annetto fa al Dancer in the dark di Von Trier.
Oh d'accordo non sempre il film di Ferrario illumina lo sguardo: sembra che nel suo epilogo in particolare scivoli in una visione un po' di superficie (cfr. l'indulto trattato come il proverbiale recesso di pregiudicati in arresto permanente), ma è indubitabile la sua sincerità, anche nell'irriverenza mai artificiosa verso i dogmi della fede (in fondo la vita di Cristo ha molti punti in contatto con la sorte umana, per questo è affascinante e controversa) e pure nell'indulgenza post-ideologica nei confronti di codeste pecore nere della società contemporanea.
Frasi come "buttare la monnezza sotto il tappeto e nessuno si preoccupa del problema, il tappeto" faranno sicuramente inorridire l'imborghesito di turno, mentre a noi ci restano una serie di immagini più o meno memorabili (il concerto fuori le mura - Buju Banton forse? - il cenacolo...senza traditori) e qualche personaggio davvero azzeccato e guardacaso reale (Harmonica man con la sua illusa - rubata? - vitalità).
Le ottime musiche dei Marlene Kuntz completano il tutto, anche se Godano che fa il poeta maledetto e la Littizzetto suora mi sembrano inutili orpelli.
Pensando a questo film mi verrebbe voglia di parlare e riflettere sulle condizioni reali delle carceri italiane, come ciò che sta avvenendo - nell'omertà e indifferenza totale - a Santa Maria Maggiore a Venezia: uccidere d'inerzia non è un atto d'umana giustizia.
Ma il film dispensa energie, fa meditare, consapevolmente atto a franare quel "muro di cemento" anche culturale e sociale che divide noi e "loro"

Sylar-V  @  17/05/2009 17:19:06
   2 / 10
Mi dispiace proprio ma questo voto e quasi troppo, nonostante comprenda l'originalità del film non mi e piaciuto per niente, sarà anche che quella sera sono stato obbligato a vedere questo film in mancanza di qualcosa di meglio però ve lo sconsiglio vivamente tanto più che l'unica cosa che mi ha impedito di dargli 1 fosse la canzoncina

claudio54  @  04/05/2009 06:56:45
   7 / 10
Non male. Coraggioso ed originale. I detenuti se la cavano benissimo, hanno una loro dignità interpretativa, non sono delle semplici comparse. Da questo punto di vista l'operazione è correttissima. Kasia è bravissima, perfetta nel ruolo. Poco credibili alcune scelte. In alcuni momenti la realizzazione sembra un po' tirata via. Da dimenticare la comparsata della Littizzetto, praticamente una marchetta di infimo livello. Sonoro in presa diretta pessimo, come al solito.

spoonji  @  22/04/2009 10:55:57
   8 / 10
Io ho trovato questo film splendido. Un film che porta un ventata di nuovo nel solito panorama italiano fatto di film d'amore stracciapalle. Trasuda arte da tutti i pori. Ci sono ottime riflessioni sulla religione e sulla vita, infatti mi stupisco che nessun portavoce del papa abbia avuto qualcosa da dire a riguardo.
L'equilibrio fra la drammaticità (in senso teatrale) e l'ironia è perfetto, con i carcerati che vanno sempre ad alleggerire, ma non a smontare, i momenti seri e carichi di riflessione.
Inoltre ho trovato la "signora Taricone", per citare il commento qua sotto, bravissima e perfettamente naturale e a suo agio nella sua interpretazione. Anche Fabio *****no è ottimo nel ruolo di direttore.
A mio parere un film assolutamente da vedere, che vi farà uscire dal cinema con il sorriso e carichi di ispirazione artistica.

marcodinamo  @  20/04/2009 19:59:21
   6 / 10
6 di stima a Ferrario, ma il film non convince. Eccessivamente buonista e la signora Taricone farebbe bene a cambiare mestiere

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  20/04/2009 16:25:13
   7 / 10
Ferrario ha un suo stile, originale e riconoscibile, e anche questa volta azzecca un film non facile, sia per il tema che per la struttura.
Grande padronanza della camera, del fuoco e dei primi piani, ottime le musiche, deplorevole la distribuzione che corre dietro a Oldoini e dimentica chi il cinema lo sa fare.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/04/2009 23:13:18
   7½ / 10
E' un film particolare con un ambientazione realistica come il carcere abbinato al musical. Sembra quasi un paradosso, ma il film funziona: è frizzante, scorrevole e sincero senza traccia di ipocrisia sulle tematiche affrontate come la religione. Offre molti spunti di riflessione e ottimi intepreti dalla Smutniak ad un bravissimo *****no nei panni del direttore del carcere. La pecca più grave è come al solito la distribuzione nelle sale, alquanto scarsa, ma spero che il passaparola renda giustizia ad un film che vale la pena di vedere.

4 risposte al commento
Ultima risposta 17/04/2009 23.40.51
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  16/04/2009 01:54:58
   7 / 10
Con tono amatoriale e tocco leggero Ferrario gira, dentro il carcere di Torino, un film sempre in bilico tra finzione e realtà.
Il risultato è discontinuo: la trama è un pretesto per giocare con le inquadrature e la bellezza della Smutniak.
Gradevoli le musiche, superflua la Littizzetto

polbot  @  13/04/2009 21:51:08
   8 / 10
Film originale e coraggioso. Un film che parla non del carcere, ma dal carcere. Il carcere è occasione per riflettere su qualcosa ancora più in profondità del "ha senso il carcere?". Film intelligente, a metà tra un'attenta sceneggiatura e l'improvvisazione, il che gli dona freschezza. Ottime le musiche originali. Perdoniamo l'uso "pubblicitario" dell'inutile personaggio della Litizzetto

2 risposte al commento
Ultima risposta 14/04/2009 09.59.15
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