una tomba per le lucciole regia di Isao Takahata Giappone 1988
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una tomba per le lucciole (1988)

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locandina del film UNA TOMBA PER LE LUCCIOLE

Titolo Originale: HOTARU NO HAKA

RegiaIsao Takahata

Interpreti: -

Durata: h 1.33
NazionalitàGiappone 1988
Genereanimazione
Tratto dal libro "Una tomba per le lucciole" di Akiyuki Nosaka
Al cinema nel Settembre 1988

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Trama del film Una tomba per le lucciole

Durante la Seconda Guerra Mondiale, i piccoli Seita e Setsuko, fratello e sorella, sono costretti a sopravvivere con le proprie forze. Persa la madre in un bombardamento, e con il padre lontano, i due bambini vivono in una grotta patendo gli stenti e la fame, con l'unico conforto della luce delle lucciole durante la notte.

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Voto Visitatori:   8,76 / 10 (187 voti)8,76Grafico
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Voti e commenti su Una tomba per le lucciole, 187 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

adrmb  @  23/04/2016 21:22:24
   9½ / 10
(Spoiler alert)

No, a mio avviso lo scopo di Takahata non era assolutamente puntare a commuovere lo spettatore, no e proprio no. Perché il suo fine era un altro: rispondere alla fatidica domanda "Cosa succederebbe se un ragazzino giapponese degli anni '80, figlio del benessere e conseguentemente viziato, fosse catapultato ai tempi della guerra?" Perchè Seita è esattamente così, un ragazzino detestabile e decisamente incapace di fronteggiare una situazione ben più grande di lui. Responsabilità e senso del dovere, concetti decisamente lontani: Seita preferiva crogiolarsi in casa a leggere manga o cazzeggiàre allegramente al mare (arguto inserire in quelle stesse sequenze una famiglia intenta a raccogliere l'acqua salata, dipingendoli rivolti di spalle allo spettatore, con gli occhi puntati sui dui fratellini; e chissà che dentro di loro non li biasimassero...) Ergo, riguardandolo al cinema ho potuto tenere a freno l'emotività e concentrarmi razionalmente sul grandissimo lavoro di analisi della meschinità e i comportamenti umani.

E a proposito di meschinità mi vien da citare immediatamente la zia, sicuramente una persona indifferente e insofferente ai due giovani ospiti, ma eccessivamente bistrattata dall'opinione generale a mio avviso che la vede come una sorta di matrigna cattiva di disneyana memoria (colpevole in tal senso l'impostazione manichea del primissimo doppiaggio italiano). Perchè le sue motivazioni, perfettamente circoscritte all'interesse suo e della famiglia, mi sono sembrate comunque del tutto ragionevoli e non errate. Tutto ciò ovviamente non la assolve dalle colpe proprie del generico essere umano, lei - come tutti - ne è dentro fino al collo: mancanza di tatto, di empatia, avidità di cibo. Strepitosa la sequenza in cui la si vede far sparire in un batter d'occhio i rimasugli di riso dalla pentola, per poi leccarseli avidamente dalla mano. Meschina e cattiva sì, ma sono tutti condannati. Takahata non si schiera, com'è giusto che sia, ma si limita intelligentemente a narrare oggettivamente una storia, scevro da qualunque schieramento.

E poi ovviamente, come non citare la meravigliosa tematica dell'autoinganno, costante nei prodotti filmici di Isao, dal raffinato 'Omohide poro poro' fino al suo testamento artistico 'La storia della principessa splendente', ma che qui conduce all'esito più drammatico, la morte di entrambi, narrata nel modo più crudo e disturbante possibile. Perché non vi sono salvatori a questo giro, l'empatia del contadino di 'Omohide poro poro'? Ma completamente assente! Qui stava tutto nele mani di Seita, se integrarsi nella comunità o giocare a fare la famigliola nella grotta, scappando dalle responsabilità. Ma la morte è sempre in agguato, le lucciole, frivolo divertissment serale ben presto cesseranno di lampeggiare, visi ricolmi di gioia e felicità si tingeranno di lacrime, letteralmente "stropicciandosi" grazie al superlativo medium animato. I bambini che devasteranno la grotta criticheranno il pasto andato a male preferendogli la zuppa, quella medesima zuppa che i due bambini avevano rifiutato in passato, firmando così la condanna a morte.


"Perchè le lucciole devono morire così presto?"

Cinismo fino alla fine insomma, da brividi il montaggio finale che vede le ragazze passeggiare a guerra finita, la vita ricomincia, e il contadino esaltarsi di fronte alla bellissima giornata; e lo spettatore, lo spettatore scosso e senza fiato, perché lui sì, cascato nel tranello di dare importanza a due reietti.

Grandissimo e ricchissimo film, che trova la sua unica pecca in quel buchino di sceneggiatura ben sviserato in precedenza. Ma di fronte a un'opera di tal portata è un peccatuccio più che veniale, no?

1 risposta al commento
Ultima risposta 23/04/2016 21.24.16
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