Widows: Eredità Criminale è la storia di quattro donne che non hanno nulla in comunque, eccetto un debito lasciato loro dalle attività criminali dei loro defunti mariti. Ambientato a Chicago, in un periodo gravido di tumulti e tensioni, vede Veronica, Alice, Linda e Belle prendere il loro destino nelle loro mani e cospirare assieme per forgiare il futuro secondo il loro volere.
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Non è esattamente l'avanzamento di carriera che ci si aspettava dal regista Steve McQueen, dopo l'enorme successo di critica e pubblico ed un inizio di carriera anche molto coraggioso. Non che si voglia bistrattare il noir e neanche si può dire che il film sia una sciagura. Ma sicuramente era evitabile. Innanzitutto si percepisce come il regista non sia portato per questo tipo di racconto, perché la narrazione sembra rimanere inchiodata al suolo, senza le atmosfere e il romanticismo degli action-crime classici e senza la scioltezza comica degli action moderni, solo una piatta sequela di fatti e dialoghi, mai musicati, mai taglienti a livello visivo, con una storia molto pop ma che vuole rimanere sempre molto realistica, perdendo persino questa sfida. Insomma, ci sarà anche di peggio al mondo, ma WIDOWS è un film fatto di star hollywoodiane nessuna delle quali memorabile, senza anima e senza cuore, sia narrativamente sia esteticamente, ed ovviamente senza futuro, perché né osa né ripropone: l'unica produzione cinematografica simile può essere Triple 9 che, pur essendo meno floscio del film di McQueen, segnò comunque la fine della carriera di John Hillcoat.
Un' accozzaglia di stupidi eventi uno dietro l' altro. Troppa carne al fuoco mal amalgamata caratterizza la prima parte della pellicola, la seconda parte invece che diluire la matassa aggiunge e coinvolge numerosi personaggi e colpi di scena, peggiorando ulteriormente la situazione. Alla fine della fiera si tratta dell' ennesimo pretenzioso troiaio mal gestito. Sceneggiatore totalmente rimandato.
McQueen è abile nel compiacere le giurie del festival coi suoi formalismi autoriali e i suoi temi di pseudodenuncia sociopolitica. Con "Widows" è il turno del #metoo, e scemo chi ci casca.
Un heist movie declinato al femminile che ha come punti cardine la miseria umana e la sete di potere. L'eleganza della messa in scena e della regia non sono in discussione eppure è difficile portare a compimento la lunga visione della pellicola senza farsi immalinconire dalla pesantezza delle situazioni e dei personaggi protagonisti. E non c'è un momento di svago neanche a pagarlo oro: niente passaggi minimamente leggeri, niente battute sdrammatizzanti, nessuna figura da mandare a memoria. Anzi, nel grigiore generale forse una c'è: il politico derelitto interpretato da quel vecchio leone di Robert Duvall. Bastano i tre minuti di una sua sfuriata al figlio imbelle Colin Farrell per dimostrare a tutti chi comanda ancora.
FIlmuccio su rapine, aguzzini, indebitamenti al gusto femminismo. Tra l'altro parte molto male.....con sparatoria a meno di 10 metri l'uno con l'altro, e con evidentemente, le canne storte delle pistole! Luoghi comuni, situazioni poco probabili e quant'altro contribuiscono ad affossare un prodotto già mediocre. Le interpretazioni sono tutt'altro che memorabili.
Sono meravigliato da una votazione cosi' alta...il mio parere personale e' che trattasi di un film semplice piatto che non aggiunge nulla al genere. Interpretazioni tra l'altro abbastanza scadenti. Spicca solo Viola Davis. Mah...
Non ho (quasi) mai visto un film con così tanto talento sprecato. Un film di una noia mortale, di una banalità assurda, i cui personaggi risultano senza carisma, piatti e con motivazioni semplicistiche. Assolutamente uno dei film più sopravvalutati dell'anno.