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L'argomento è di quelli delicati, da andarci cauti, e dev'essere stato anche il pensiero di Levinson nel girare questo film. Perché durante la visione si nota infatti una certa freddezza e un certo distacco nel racconto, una sorta di cronaca degli avvenimenti ma senza quel coinvolgimento che uno si aspetterebbe da un film che tratta un tema così scottante. In realtà le scene forti ci sono, ma si perdono un po' dentro l'apatia generale del film. Bisogna anche dire però che piuttosto di eccessivi sentimentalismi preferisco la scelta del regista.
Al Pacino non è più quello di una volta, ma insieme ad Insomnia questo è sicuramente il suo miglior film degli anni Duemila.