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Assistere una persona con un male incurabile in stato terminale, permettendogli di potersi togliere la vita senza patire alcuna pena è un fatto umanamente accettabile? Si può definire assassino un ipotetico medico che si dedica a tale proposito? Gli esseri umani, se sanno che è sicuramente finita, hanno diritto di scegliere per la propria vita o la propria morte? Quanto bisogna considerare il proprio limite nel mettersi a paro con la legge, senza andarne al di sopra? I consensi e le approvazioni dei famigliari del malato terminale, possono avere importanza ai fini di un giudizio? La religione può contrastare anche la libertà di scelta di un singolo individuo che soffre mortalmente?Fino a che punto si può tollerare che una sentenza giurdica superi un concetto fortemente umano?L'inevitabile spaccatura dell'opinione pubblica, tra chi sostiene e chi non, quanto e come dovrebbe essere considerata?Riflettendoci scrupolosamente, quali sono le reali ragioni che spingerebbero la moralità e l'etica a considerare sbagliato interrompere un inevitabile e letale agonia di un essere umano? Non è forse vero che in alcune situazioni della storia umana alcune torture consistevano nel mantenere appositamente in vita un prigioniero ai fini di infliggergli una pena maggiore?
Grande Al Pacino, buona regia di Levinson, storia biografica molto significativa che tratta uno dei più grandi conflitti morali dell'uomo....consigliato..