accattone regia di Pier Paolo Pasolini Italia 1961
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accattone (1961)

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locandina del film ACCATTONE

Titolo Originale: ACCATTONE

RegiaPier Paolo Pasolini

InterpretiFranco Citti, Franca Pasut, Silvana Corsini, Paola Guidi, Adriana Asti, Adele Cambria

Durata: h 2.00
NazionalitàItalia 1961
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1961

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Trama del film Accattone

Un sottoproletario romano, Accattone, vive sfruttando Maddalena, una prostituta strappata ad un napoletano in carcere. L'uomo evita la vendetta degli amici del carcerato, incolpando Maddalena di tutto ed abbandonandola nelle mani dei guappi. Rimasto senza soldi, Accattone cerca di tornare da sua moglie, che però lo respinge, poi incontra Stella, una ragazza che lui cerca di convincere a prostituirsi. Colpito dal rifiuto di Stella, cerca di guadagnarsi da vivere onestamente, ma sarà tutto inutile

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Voto Visitatori:   8,43 / 10 (53 voti)8,43Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su Accattone, 53 opinioni inserite

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Filman  @  21/04/2016 23:50:56
   8 / 10
Arrembaggio cinematografico di uno dei più eccelsi artisti italiani del secolo precedente, ACCATTONE è un melodioso incontro non esattamente calcolato tra la cultura filmica nostrana conosciuta fino ad allora e il pensiero letterario di Pier Paolo Pasolini, il quale si butta a capofitto nella settima arte senza aver mai appreso le basi pratiche del mestiere registico ma, nonostante tutto, destando interesse non solo per l'espressività conferita dalle sue idee compositive, ma anche per l'aspetto tecnico, caratterizzato proprio dall'utilizzo rozzo della macchina da presa, che conferisce crudezza anziché un impatto amatoriale, così come la direzione delle scelte recitative, con non attori messi a recitare, ben rappresentanti la fetta sociale del sottoproletariato, quella più povera e decadente, testimone di una esistenza tragica e mortificante, senza via d'uscita e sempre accompagnata da un tetro presagio di morte, che conduce il protagonista in questo viaggio estremamente razionale e drammatico, primo stendardo filmico del poeta e letterato, ora anche importante regista.

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Ultima risposta 27/04/2016 17.52.49
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Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  31/03/2016 13:44:48
   10 / 10
Tanta tanta roba.... Pasolini parte in quarta mettendo a nudo il degrado e la decadenza di luoghi e persone..... l'odissea di un uomo che vive sul confine.... inevitabilmente senza speranza...

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Ultima risposta 31/03/2016 19.40.43
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Project Pat  @  13/02/2014 04:22:17
   8½ / 10
Il primo, malinconico capolavoro del maledetto Pier Paolo; un esordio che ampiamente mantenne le sue premesse, dando vita a quello che fu senza dubbio un grande, seppur non troppo lungo ciclo di pellicole, ciclo di cui tutti parleranno, che giudicheranno e sul quale verrà posta una moltitudine di etichette. Quel che è stato, ma ancor oggi, non si può morire senza aver conosciuto questo uomo, senza aver mai visto, letto una delle sue opere. Il film è un pezzo di storia italiana e così sarà sempre.

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Ultima risposta 17/02/2014 17.33.15
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  10/11/2011 21:57:55
   8 / 10
Oggi non possiamo più capire il valore di rottura e di novità di questo film, che all'epoca fu veramente grande (scatenò un autentico vespaio). Anzi è proprio grazie a opere del genere e artisti come Pasolini se oggi possiamo vedere liberamente al cinema anche le situazioni più degradate e meno onorevoli della società di una nazione.
L'Italia è stata la nazione che ha portato la realtà al cinema. Sono stati soprattutto Zavattini e De Sica a rivoluzionare il modo di guardare il mondo tramite la mdp, aprendo alla povertà, al disagio sociale, facendo vedere le cose cose stavano. Il loro sguardo era comunque nobilitante, davano dignità etica al soggetto che trattavano (vedi "Miracolo a Milano" e lo stesso "Ladri di biciclette"). Pasolini va oltre, toglie tutte le illusioni sentimentali e etiche dal soggetto "realtà" e lo mostra socialmente per quello che è, nella sua crudezza e cattiveria.
In "Accattone" fin dalle prime immagini siamo aggrediti dal degrado delle borgate-baraccopoli romane, dagli ambienti sventrati, dai palazzoni in costruzione e dalle nuove strade (immagini che faranno scuola). La gente che ci vive riflette il degrado dell'ambiente: ladri, papponi, mantenuti, prostitute. Tutti che vivono d'espedienti, ai margini o fuori della legalità. Chi lavora vive stentatamente e brutamente di semplice sussistenza.
Sono immagini che fanno impressione anche oggi. La novità è che Pasolini non guarda a questo mondo (in genere rimosso e tenuto ai margini) con fare moralistico o di condanna, anzi in qualche maniera ne è affascinato. E' soprattutto la vitalità e la pienezza di vita delle persone quello che viene messo in evidenza. In ogni scena è un continuo motteggiare, scherzare, litigare, riappacificarsi. E' un mondo con un proprio codice etico e un proprio orgoglio, che lo sguardo anti-borghese di Pasolini riproduce per quello che è, senza scandalismi o moralismi. Osa addirittura riprodurre questo mondo di reietti e infami tramite i mezzi artistici che di solito si dedicavano ai nobili temi e alle grandi persone. Di sottofondo alle imprese da perdigiorno di Accattone si usa nientemeno che la musica di Bach. Ma è soprattutto lo sguardo della mdp quello che evidenzia l'ammirazione estetica di Pasolini verso questo mondo. Continui primi piani sulle facce irregolari e angolose tipiche dei popolani, sui loro sorrisi dai denti radi. Si spiano le loro espressioni vere, genuine, piene di espressività e vita. Ma è soprattutto il gusto per i volumi corporei (maschili) ciò che incanta Pasolini. Il corpo dei personaggi nelle scene è sempre messo in vista, in pose che ricordano i quadri del Rinascimento e di Caravaggio.
Non si vuole quindi nascondere niente, mostrare tutte le brutture e le cattiverie (anche del protagonista) ma allo stesso tempo non condannare a priori, riconoscere le responsabilità dell'ambiente e della società e rivelare tutta l'umanità e la vitalità di questa gente. Ovviamente non può che finire male per questa gente, ma per loro c'è comunque la pietà umana. L'unico film che si avvicina come spirito ad "Accattone" è "I figli della violenza" di Bunuel.

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Ultima risposta 11/11/2011 08.32.25
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  10/05/2010 09:41:22
   8½ / 10
E' un mistero come le musiche di Bach, magnifiche e modeste allo stesso tempo, riescano ad adattarsi all'asprezza di tali rappresentazioni quale commento gentile e coinvolto; e si facciano manto ai sassi, aria delle risse, luce di quei volti ruvidi e autentici che costituiscono le vocali dell'opera di Pasolini. Tacciono, sensibili, all'ansimare del sogno funebre, che ispira pace assieme ad angoscia.

Ma questa scelta non ha qui solo una ragione estetica, o d'un semplice omaggio ad un compositore amatissimo: le musiche di Bach portano dentro all'etica del Neorealismo pasoliniano tutto un discorso, religioso prima ancora che sociale, atto non tanto a mettere in dubbio l'istituzione, quanto il cuore stesso del messaggio cristiano, con il significato non condiviso di redenzione, di Grazia, di umiltà, di rinuncia: di cui la realtà sottoproletaria ne è martire senza fede, ovunque, costretta al suo ruolo penitente.

I fiumi scorrono mai alla luce, in 'Accattone', sono atri solchi che tengono la consolazione gelida del 'farla finita'. La morte, è una liberazione. Il lavoro, questo lavoro degli sfruttati, non consola l'uomo, ma lo flagella. E la donna, che porta con sé l'idea falsa dell'amor puro, è soltanto ingenua, e non fa che aggravare gli senti, senza assoluzione, che arrecare altro dolore.

L'aridità delle strade assolate, periferiche, polverose: più le si frequenta, e più si è lontani dal perdono e dalla Grazia: più sono affamati, quest'uomini, disonesti, crudeli, cinici, e obbligati a vendere la propria dignità per un pezzo di pane, e più entrano nel sentimento della compassione umana, e mai in quella divina.

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Ultima risposta 25/05/2010 19.07.43
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spadaccino  @  02/11/2009 18:45:24
   7½ / 10
pier paolo pasolini dirige questa sorta di commedia che,fungendo da essa,è una riflessione sulla fame sofferta dall'uomo.
bello.

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Ultima risposta 31/03/2016 13.48.46
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Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  03/11/2008 18:16:58
   9 / 10
Per capire l'universo espressivo del film di esordio di Pier Paolo Pasolini è sufficiente soffermarsi sulle dichiarazioni rilasciate dal regista durante un'intervista nel 1975, appena quattordici anni dopo l'uscita del film. Pasolini sosteneva che se avesse voluto girare di nuovo un film come "Accattone", in quel momento non avrebbe trovato un solo giovane capace di parlare e ragionare come i protagonisti della pellicola ne tanto meno in grado di comprendere il linguaggio della borgata romana dei primi anni 60, quel mondo lì nel 1975 già non esisteva più; quel sottoproletariato urbano tanto caro al regista, proposto già in letteratura con lo sboccato ma affascinante linguaggio dei protagonisti dei romanzi "Ragazzi di vita" e "Una vita violenta", straordinari affreschi della vita di borgata, quella borgata che aveva così tanto emotivamente coinvolto il regista bolognese dopo la sua espulsione dal partito comunista italiano per lo scandalo suscitato dalla sua manifesta omosessualità e che lo costrinse a trasferirsi a Roma fino al tragico epilogo all'idroscalo di Ostia, era soltanto un ricordo.
La forza espressiva dei primi piani sui volti di ruffiani, ladri, prostitute, i contro campi panoramici e le lunghe sequenze senza stacco ( indimenticabile quella in cui accattone sogna il proprio funerale), ne fecero un lavoro estremamente innovativo tanto quanto fece scandalo la rappresentazione realistica della vita di borgata, soprattutto alla critica militante dell'epoca, non va dimenticato che il film fu il primo in Italia ad essere vietato ai minori di 18 anni ed i movimenti neofascisti boicottarono violentemente l'uscita nelle sale a Roma scatenando quella sorta di razzismo borghese tanto odiato da Pasolini sempre molto sensibile ai problemi delle classi subalterne.
Tutti bravi gli attori non professionisti, autentici abitanti delle borgate, con una particolare attenzione alla recitazione, sentita e spontanea, di Franco Citti.
Pasolini è stato un uomo che nella vita ha suscitato tante polemiche ma anche tanti riconoscimenti; realismo, religiosità, costante rappresentazione del sacro e del profano ne hanno fatto un autore molto discusso ma straordinariamente affascinante; la sua poesia, il suo modo di narrare e di scrivere, almeno per me, non sono passati inosservati.

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Ultima risposta 03/11/2008 19.04.37
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Jjanawas  @  22/08/2008 13:23:47
   9 / 10
Il film è meraviglioso.
Non sono d'accordo però con quanto scritto da molti di voi sull'intento di pasolini. Credo che in questo film Pasolini non racconti la borgata o il proletariato. C'è anche quello, ma è il contorno ad una storia di una persona cattiva. L'accattone di borgata è quello che scommette, che ozia con gli amici al bar, che ruba qualche pollo. In fondo i ragazzi di borgata non facevano del male.
Ma l'accattone predominante nel film è una figura che fa ribrezzo, che usa la donna che ama, che prende la collanina al figlio,che non vuole lavorare (non che non può), una figura odiosa che si distacca da quella stessa borgata da cui proviene, un *****tto nello stomaco che ci fa capire sin dove può arrivare la cattiveria.

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Ultima risposta 31/03/2016 13.50.49
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Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  15/07/2008 09:43:28
   9 / 10
Ma quanto è bello questo film? Finalmente in tv passano Pasolini e anche se Accattone l'avevo, non ho perso l'occassione. Questo film è stupendo e solo a pensare che è un'opera prima mi vengono i brividi. Scene fantastiche, modo atipico di girare. Pasolini porta sullo schermo ciò a cui aveva già dato vita nelle pagine dei suoi romanzi. Fallita la collaborazione con Fellini, questo film prende vita comunque, e il risultato è fantastico.

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Ultima risposta 15/07/2008 19.27.41
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  20/08/2007 11:04:16
   8½ / 10
Con "Accattone" Pasolini mette in scena il mondo e la realtà a lui più cara e congeniale, quella della Roma popolana e fracassona dei "ragazzi di vita" e dei borgatari, e lo fa attraverso gli occhi e le risate sguaiate di Citti, cui si contrappone il lieve tessuto musicale di Bach. I volti sono sgradevoli, grotteschi, lerci, a suggerire un'umanità degradata perchè a disagio in un mondo in evoluzione; emblematico in questo senso il volto di Accattone sporco di sabbia, una maschera da freak che ne accentua la sgradevolezza tra le risate scomposte degli astanti.

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Ultima risposta 15/07/2008 19.11.40
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