Un ex marine viene coinvolto suo malgrado nel tentativo di stabilirsi su di un pianeta particolarmente ricco di specie vegetali ed animali e di sfruttarne le grandi risorse: quando però la razza indigena si ribellerà a questo colonialismo cosmico, l’uomo passerà dalla loro parte per guidarne la rivolta.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Un viaggio stupefacente, soprattutto per gli occhi (visto in 3D), ma anche per la mente, nel mondo da incubo della guerra di conquista e nei dettagli psichedelici, intensissimi, di un pianeta immaginario fatto di colori iridescenti, montagne miazakiane, giungle vertiginose, animali preistorici coloratissimi.
Un po' sovradimensionata e didascalica la prima parte, il film si compie veramente nella seconda, quando il soldato protagonista acquista una coscienza e rinasce nella nuova pelle di indio-indigeno-popolo ribelle che riottoso alla "democrazia" e alla "libertà", con una maturazione che è anche spirituale e politica, non solo amorosa come ha scritto qualcuno. "Cosa potremmo offrigli, noi? La birra light e i jeans... non credo che gli interessi".
Cameron riesce a rappresentare la superiorità culturale di un popolo che non vuole essere colonizzato. Un inno alla liberazione dalle guerre imperialiste USA, il film contiene un messaggio chiaro che lo rende controcorrente nella storia del cinema hollywoodiano, specialmente in questi tempi di pesante propaganda mediatica filo-occidentale.
Memorabile, davvero epica e ricca la scena della grande battaglia. Da storia del cinema.