bassa marea regia di Fritz Lang USA 1950
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bassa marea (1950)

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locandina del film BASSA MAREA

Titolo Originale: HOUSE BY THE RIVER

RegiaFritz Lang

InterpretiKathleen Freeman, Lee Bowman, Jane Wyatt, Louis Hayward

Durata: h 1.28
NazionalitàUSA 1950
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1950

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Trama del film Bassa marea

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Voto Visitatori:   8,10 / 10 (10 voti)8,10Grafico
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Voti e commenti su Bassa marea, 10 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Wilding  @  10/02/2022 17:24:38
   6½ / 10
Un noir secco, asciutto e ottimamente realizzato nonostante l'evidente budget ristretto. Sceneggiatura striminzita nel finale ma comunque un bel film.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  29/09/2020 12:52:50
   9 / 10
Che bello perdersi nella filmografia di Lang! Anche quando si limitava a girare un film a basso budget, per pochi intimi, senza attori famosi, tirava fuori un capolavoro senza tempo. Incredibile, anche in questo caso, come questa pazzesca e modernissima riflessione sulla colpa e sulla crudeltà dell'essere umano sia praticamente sconosciuta rispetto alla filmografia di uno dei più grandi registi della storia del cinema.

2 risposte al commento
Ultima risposta 30/09/2020 13.12.44
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ZanoDenis  @  16/05/2015 19:22:28
   8½ / 10
Non c'è niente da fare, questi noir che si facevano un tempo in america hanno un fascino incredibile, più che resistere alla prova del tempo posso affermare che questi film più tempo passa, migliori diventano, poi qui abbiamo alla regia un maestro come Lang, e il gioco è fatto.
Bassa marea è un noir interessantissimo, basato sul senso di colpa e sulla paura di essere scoperto, si crea una suspense leggera, sottile, ma che riesce a tenere col fiato sospeso per tutta la durata del film, il destino del protagonista è affidato al caso, alla bassa marea appunto, come suggerisce il titolo, c'è da dire che l'intreccio è incredibile, per non parlare della parte tecnica, si sa dal periodo del muto che Lang è un genio di giochi di ombre, della fotografia, e questo film non è un eccezione.
Secondo me è un piccolo gioiellino, senza dubbio da vedere e riscoprire.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  04/02/2013 20:42:09
   8 / 10
Un Lang minore in quanto a fama, ma non di certo per efficacia. La capacità di creare un'atmosfera cupa ed opprimente è seconda solo alle scelte, sempre efficaci e funzionali, di regia. Punti di vista a volte bizzarri, altre volte di una linearità sconcertante per coerenza narrativa.

Il pre-finale processuale è indubbiamente invecchiato, ma coerente con l'epoca della realizzazione. Difetti tanto per appuntare qualcosa. Il resto è un noir secco e mai scontato.

Goldust  @  10/12/2011 18:59:13
   8½ / 10
Poco conosciuto ma ancora oggi tremendamente affascinante, Bassa marea non sfigura affatto se messo a confronto con le più celebri opere Langhiane. Incalzante e spietato, è un noir che rinvigorisce i temi classici dell'ineluttabilità del caso e della sinistra ambiguità dell'uomo, con un'escalation di tensione che non lascia scampo.
Se proprio si vuole cercare il cosiddetto pelo nell'uovo, forse il finale poteva essere confezionato con maggior cura, ma è davvero un dettaglio, resta un grande film.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  26/07/2011 23:08:06
   8 / 10
Uno dei più bei film noir che abbia mai visto. Non tanto per la storia, quanto per la resa visiva ed emotiva di quello che viene rappresentato. Lang ha girato con "Bassa marea" uno dei suoi migliori film americani.
Per quanto riguarda la storia, appartiene in tutto e per tutto all'ossessione americana degli anni a cavallo fra '40 e '50 nei confronti dell'istinto omicida, che si anniderebbe subdolo in ognuno di noi, anche nelle persone cosiddette "perbene".
Anche stavolta il protagonista è un normale borghese, in questo caso integrato in una piccola comunità, forse del sud (probabilmente il delta del Mississippi). Appartiene ad una categoria particolare, cioè quella degli artisti (è uno scrittore fallito) e questo avrà un significato particolare nel corso del film. Comunque, come tutti i protagonisti dei film di Lang visti fino ad ora, ha un raptus, perde il controllo e commette quindi omicidio. L'atto è legato anche in questo caso a qualcosa di socialmente proibito ma di intimamente desiderato (la seduzione della cameriera). Questo la dice lunga sull'ipocrisia diffusa che questi film fanno affiorare (il perbenismo che nasconde il desiderio del peccato).
Tanto più che il timore delle conseguenze sociali di un tale atto porta anche in questo caso a cercare di occultarlo. Si innesta la solita spirale delle conseguenze del mancato controllo degli eventi e del proprio senso di colpa, i quali finiscono per stritolare chi pensava di farla franca.
Qui il gioco però è molto più raffinato rispetto ai film precedenti. In genere viene spontaneo identificarsi con il personaggio presentato per primo, quello che commette la trasgressione. Succede all'inizio anche in questo film. Solo che questo personaggio (Stephen) prende una strada diversa dai protagonisti dei film precedenti; in qualche maniera si sente esaltato dall'atto, si sente "liberato", più "forte" e sicuro di sé. E' in preda all'aspirazione artistica, il successo gli arride. Come invasato non esita a mentire, a far ricadere la colpa sul fratello, a sottomettere la moglie, a darsi ai piaceri proibiti, nonostante sia perseguitato dal senso di colpa.
Piano, piano quindi dall'identificazione nei suoi confronti passiamo al rifiuto, al desiderio di punizione. Ciò è facilitato dall'introduzione del personaggio di John (segnato da un handicap, di carattere debole, timido, ma fondamentalmente onesto e altruista) che piano piano conquista lo spettatore e diventa di fatto il protagonista positivo del film, quello premiato dal solito finale accomodante.
Lo splendore del film sta però tutto nel modo con cui vengono rappresentati gli avvenimenti ed espressa la psicologia dei personaggi: suggestivi contrasti fra luce e ombre, riprese parziali ingannatrici cariche di tensione, riprese notturne argentate della laguna, le visualizzazioni simboliche dei sensi di colpa. Insomma è una festa dell'occhio e dell'animo.
Qui Lang sembra quasi voler insinuare che chi scrive o legge romanzi hard boiled (in generale tutto quello che è estremo) sia in qualche maniera coinvolto in maniera molto più diretta di quello che si immagina. E' l'intuizione che tutto ciò che è estremo e proibito rappresenta il massimo desiderio (inconscio) di un grande numero di persone. Allora lo si percepiva vagamente, oggi lo abbiamo evidente sotto gli occhi.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  10/07/2009 12:43:57
   8 / 10
La (in)capacità di cogliere dal reale sufficienti elementi per scrivere finalmente un buon romanzo. Il Destino langhiano tutto affidato al Caso, e anche la colpevolezza non è sottratta a questa pratica, beffardamente affidata al ciclo naturale delle cose (della marea in questo caso), e assolutamente inquietante nel momento in cui potrebbe anche non riaffiorare mai più. Con "Bassa Marea" si traccia dunque un altro notevole modello di Cinema sulla sottile e ambigua linea che separa l' innocenza dalla colpevolezza, carissima al regista. E', in perfetta linea coi noir anni '50, anche un delirio psicotico efficacemente reso dall' atmosfera claustrofobica, dalla scrittura doppia di due semantiche non affini, dove a riaffiorare è anche la paranoia del protagonista. Bellissima la fotgrafia, formalmente è tra i Lang che preferisco.

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Ultima risposta 10/07/2009 12.50.50
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  28/09/2007 00:13:39
   7½ / 10
Il sacco contenente il cadavere di Emily che torna a galla è la coscienza nera che Stephen, uomo meschino e scrittore mediocre, non riesce a sommergere, malgrado l'abilità nell'usare le debolezze del fratello John e l'ingenuità della moglie, inizialmente troppo occupata a salvare un rapporto ormai finito per vedere in piena luce il lato oscuro del marito. Pur nella povertà dei mezzi a disposizione (il modesto budget si vede!), Fritz Lang riesce a costruire un giallo teso e opprimente, con una fotografia bellissima e con un cast di attori poco conosciuti ma bravissimi nel dare piena credibilità ai propri personaggi.

Gruppo COLLABORATORI antoniuccio  @  08/06/2007 21:54:02
   9 / 10
Ehi Kowa, son contento di averti fatto un piccolo cadeau: l'ho trovato negli sperduti angoli degli scaffali della Feltrinelli, e dopo "M" il mostro di Dusseldorf ho riscoperto Lang come un autore che credo abbia dettato legge e ispirato tutti i capolavori successivi.

Che dire, Kowa come sempre riesce a fotografare, anzi a radiografare la pellicola... L'atmosfera è meravigliosa (la mia preferita) in stile England very very old, la storia è un percorso intimo che segue la tragedia e che rivela il marcio o il tenero che c'è nel cuore.
Il protagonista riesce superbamente a mostrarsi odioso, mentre alcune inquadrature sono talmente studiate ad arte, che spero di non urtare alcuni nel dire che magari saranno state l'ispirazione di altri autori che poi hanno perfezionato la cosa. Mi riferisco ovviamente a Orson Welles, il cui modo di inquadrare è assolutamente unico, del quale ho creduto di vedere un "germe" in questo gioiellino dell'amico Fritz.... Ovviamente la mia è solo una leggera sensazione...:-)

Chi avesse la occasione di vederlo, non ne rimarrà deluso!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  03/06/2007 14:54:22
   8 / 10
Uh credevo di averlo "annegato" (ehm) nella notte dei tempi, di non riuscire più ad affrontare il ricordo di questo misconosciuto e bellissimo film di Lang, tra i più acuti del lungo periodo americano ma anche tra i meno noti (un motivo potrebbe essere proprio il cast, di nomi praticamente sconosciuti). Mai più rivisto, neanche in una tv locale a tarda sera: un film che, tuttavia, oltre all'enorme tensione (suspense) che produce nello spettatore, riesce a metaforizzare il tema della Coscienza della paura e del rimorso. Mi ricorda quasi certi romanzi di Zola, ma c'è ben altro. La capacità espressionistica di filtrare negli indizi del "colpevole" e l'escamotage dello scrittore che mette a nudo, romanzandola, la sua s-confessione. Veramente un bel giallo, a tratti un pochetto prolisso, ma girato in maniera strepitosa

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Ultima risposta 08/06/2007 21.54.42
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