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Con "La Conquista di Doldrey" è innegabile il miglioramento rispetto a "L'uovo del re dominatore". La fluidità dell'animazione è finalmente più che accettabile, e viene dedicata maggior cura ai personaggi di contorno (in primis Caska) nonostante l'attenzione si riversi comunque quasi in toto (come normale che sia) sui nemici/amici Gatsu e Grifis. I fatti prendono campo in maniera inequivocabile rispetto alle parole, con numerosi, e al solito sanguinosi, momenti di battaglia tra cui, oltre la presa dell'inespugnabile fortezza di Doldrey, spicca lo scontro tra Gatsu e un numero impressionante di avversari in un suggestivo uno contro tutti. L'azione si erge a protagonista assoluta, tuttavia l'introspezione dei personaggi non viene accantonata, riuscendo a mettere in luce con poche pennellate altri interpreti di un certo spessore e soprattutto ad alimentare i dubbi di Guts, già di per suo poco propenso alla sottomissione, ancor più destabilizzato dalla sfrenata ambizione di Grifis e della considerazione di questi nei confronti dei suoi compagni di ventura. Il successo sembra arridere alla squadra dei Falchi con addirittura cerimonia sfarzosa organizzata a Midlands, ma le carte in tavola stanno per cambiare, apparecchiate mirabilmente mediante uno script altamente funzionale anche per i neofiti (a patto di vedere il primo capitolo) e nonostante alcune situazioni -anche di una certa importanza- vengano tralasciate, il riassunto nel suo insieme non è per nulla raffazzonato, bensì perfetto per introdurre l'ultima drammatica parte della cosiddetta "Epoca D'Oro". L'utilizzo del colore ancora una volta ruba l'occhio con Toshyuki Kubooka, rispetto al primo film, molto più sicuro in cabina di regia.