Questa č la storia di un uomo in caduta libera. Sulla strada verso la redenzione, l'oscuritŕ illumina la sua via. In comunicazione con la vita nell'aldilŕ, Uxbal č un eroe tragico e padre di due figli che sente il pericolo della morte, lotta contro una realtŕ corrotta e un destino che lavora contro di lui per perdonare, per amare e per sempre.
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La vita di Uxbal scorre candida fino alla fine, nonostante le sue molteplici e diverse implicazioni nel malaffare, tra cui sfruttamento di immigrati clandestini per le strade e nei cantieri. Privatamente, invece, si trova a dover mandare avanti da solo una famiglia "orfana" di una madre bipolare, mentre un dramma personale è alle porte. L'ultimo film di Inarritu è diverso dai precedenti, almeno nella forma: non è una collisione di storie diverse, ma, più convenzionalmente, il racconto intimista di un uomo alle prese con la sopravvivenza nel mondo cosiddetto "civile". E' certamente meritevole il ritratto delle periferie suburbane: il regista propone allo spettatore il degrado e la complessità delle vite ai margini della società, vite che la maggior parte di noi - ipocritamente - ignora, ma che contribuiscono alla nostra economia e al nostro benessere; d'altra parte, però, Inarritu cade in facili cliché (le sequenza iniziale e finale), inutili digressioni (le capacità paranormali del protagonista: fini a se stesse, visto che il film funzionerebbe benissimo senza) e tecniche documentaristiche (l'odiosissima camera a spalla). Bravissimo, come al solito, Javier Bardem, al quale è affidato un ruolo complesso e sfaccettato.