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Da molti considerato addirittura come il suo capolavoro nascosto,Blues harp è certamente uno yakuza-movie validissimo con il pregio di essere lontano dagli estremismi tipici di Miike,specie quelli riguardanti la violenza. Si affrontano tutti i temi cari al profilico regista nipponico dalla malinconia ai personaggi senza radici,aggiungendo anche una trama che parla esplicitamente di omosessualità in maniera a modo suo delicata. Fin qui,pur se pregevole in ogni suo aspetto,niente di entusiasmante almeno per il sottoscritto. Certo la regia è come sempre splendida,è forse la stessa sceneggiatura a non sorprendere più di tanto ma poi si arriva al finale e lì Takashi da il meglio di sé. Nota positiva in assoluto:le musiche. Accompagnano lo svolgimento dell'azione,inframmezzando spesso e volentieri minuti e minuti di arpeggi con l'armonica che non annoiano mai. Merita una visione anche se questo Miike non mi ha convinto pienamente.
Con un incipit che anticipa quello movimentato (eufemismo) di Dead or Alive Miike apre uno dei suoi film più contenuti in quanto a violenza e allegorie, introducendo una storia dettata dal tempo di un blues misto con un curioso rock-pop giapponese, uno Yakuza movie che presenta al solito un dualismo tutto miikiano tra personaggi alla disperata ricerca di qualcosa che possa compensare una loro mancanza interiore. Nulla di originale comunque, anche perché i temi sempre quelli sono: c'è il giovane ambizioso che tenta la scalata al potere (una specie di Tony Montana nipponico), c'è il ragazzo che cerca di sfuggire agli errori del passato col quale alla fine dovrà fare i conti (un Carlito Brigante con gli occhi a mandorla). Miike si distingue per l'intensità con cui carica il loro rapporto particolare di amicizia che sfocia nell'amore omosessuale non corrisposto del giovane yakuza, e alla fine non si sa bene quale dei due sentimenti prevalga nel finale tesissimo ed emozionante ma in parte prevedibile, se si conosce un po' il regista e la sua visione non solo di quell'ambiente, ma dell'uomo. Non è un minore di Miike ma non è uno dei suoi film più rappresentativi così come Una storia vera non lo è per Lynch, ma come lui Miike sceglie di concedersi una pausa malinconica e riflessiva, scandita a tempo di blues.
La solita storia raccontata con l'estro orientale e ben girata dal visionario Takashi Miike. Nella trama il Blues è da contorno( il protagonista suona l'armonica) ma calza a pennello anche se i giapponesi acciaccano più il metal e il rock che il blues. La trama ha degli sviluppi sentimentali tristi e violenti soprattutto legati all'operato della yakuza. Purtroppo è un pò noioso da seguire, estremamente lento. Il bel finale però colma questa lacuna. Una chicca per appassionati.
Gran bel film basato sui valori dell'amicizia e della gratitudine e che affronta delicatamente anche tematiche come quelle dell'omossesualità, della solitudine, della voglia di realizzazione e del bisogno di amare. Questo piccolo gioiellino di MIKE mi ha davvero impressionato positivamente per la semplicità di una storia che riesce ad essere intensa ed a tratti commovente! E' sicuramente un film "impegnato" che si discosta molto da altre opere di questo grande regista che piano piano sto conoscendo, e a cui va dato il merito di saper spaziare sempre abilmente tra i più disparati generi cinematografici!
Il solito ottimo ed eclettico Miike… Yakuza movie che, come per il successivo Dead or Alive 2, è in realtà molto di più… Due ragazzi e una ragazza le cui vite finiscono per intrecciarsi, una storia d’amore che inizia, un’amicizia che forse è qualcosa di più, la voglia di sfondare, di non essere più una persona qualunque, chi mediante la musica e l’armonica, chi mediante la scalata al potere nella gerarchia della yakuza... Inganni, tradimenti, gelosia, amore (etero o gay) e doppi giochi, ma l’amicizia che alla fine trionfa, una corsa per salvare un amico, per permettere almeno a lui di sfondare, per permettere almeno a lui di vivere la sua storia d’amore… Miike intreccia i fili e intreccia le storie e chiude con un’ultima parte davvero notevolissima… E anche qui come in altri Miike tutto si chiude ad ellissi, e quindi il finale è come l’inizio, ma questa volta non ci sarà salvezza, ma questa volta il ragazzino non se ne andrà solo verso l’orizzonte e c’è un bimbo che nasce e una nuova storia che come sempre inizia… Miike abbandona in gran parte le violenze che spesso contraddistinguono il suo cinema e si concentra sulla storia e sul modo di proporla con quei continui innesti musicali che sono praticamente i protagonisti della pellicola… Poetico, malinconico e sorprendente, costruito tutto su un crescendo che porta all’eccellente finale, Miike come sempre riesce a colpire con facilità, basta l’inserimento (al momento giusto) di un’istantanea del passato, di un ricordo fanciullesco e basta (al momento giusto) l’inserimento dell’azione… Come sempre poi, il regista nipponico riesce ad esaltare con il suo solito notevolissimo stile registico… Ottima la prova del cast! Considerato un minore di Miike è in verità una pellicola dal forte impatto ed estremamente riuscita, non raggiungerà le vette di Dead or Alive 2 ma è un film indubbiamente ottimo…
Veramente un bel film, come d'altra parte ci ha viziato Miike. Il protagonista è ancora una volta miikiano in tutto per tutto, perchè non ha un'identità etnica, nè famigliare in quanto figlio di una prostituta giapponese e un suo cliente nero americano. Chuji cercherà di dare un senso alla propria vita tramite la musica e l'amore per Tokiko con cui vuole creare quella famiglia che a lui è mancata. Nel frattempo però lui e l'amico Kenji si erano messi in giri più grandi di loro e ne dovranno pagare le conseguenze.
"Blues Harp" è indubbiamente un ottimo lavoro, che si discosta leggermente dai "normali" film di Miike, forse per il minor uso di violenza. Il film però merita davvero tanto: a parte la regia di Miike, sempre superlativa, anche la bellissima storia si sviluppa al meglio, grazie anche ad un ottimo cast. Numerosi e piacevoli sono gli intermezzi musicali, spesso messi a tacere inaspettatamente da un colpo di pistola, riuscendo così ad allarmare e creare uno strano senso di vuoto....questo è uno dei tanti tocchi di classe di Miike, che rendono il film da vedere assolutamente, per scoprire soprattutto un altro lato del grande regista...
Blues Harp fa parte di quei film di Miike senza estremizzazioni, ne`scene eccessivamente violente o non sense. Il regista dimostra di poter raccontare una storia senza questi elementi che caratterizzano gran parte della sua filmografia con risultati apprezzabili. Il film si svolge nel sud del Giappone, in una citta` dove e` presente una delle piu` grandi basi americane del Pacifico. L`ingombrante presenza straniera si ritrova in uno dei due protagonisti: Chuji (per meta` giapponese e meta`americano), un barista che per arrotondare spaccia (o uno spacciatore che per arrotondare fa il barista). L`altro protagonista, Kenji, e` uno yakuza che mira ad avere il controllo della malavita locale. Per un casuale episodio, i due si incontrano e le loro storie risultano cosi intrecciate. Blues Harp e` comunque un film con i tipici temi di Miike, come la mancanza di un origine e di un`appartenenza ad un luogo o ad un`etnia specifica (la parola inglese rootless rende meglio il concetto) da parte del protagonista e il parallelismo tra due individui che, partendo da ruoli sociali o personalita` differenti, si ritrovano allo stesso livello. Miike inoltre affronta chiaramente il tema dell`omosessualita`: se uno ci fa caso questo e` presente (in maniera piu` o meno nascosta) in moltissimi suoi film ma viene analizzato dichiaratamente solo qui. Il film si ricorda anche per essere uno dei piu` "musicali" del regista giapponese, sia nel senso dello spazio dedicato ad essa all`interno del film sia per il suo uso nello spiegare la mescolanza di etnie (e quindi di generi musicali) nella citta` in questione. In conclusione, Blues Harp risulta ben fatto e interessante, con un discreto finale (differente dai canoni occidentali). Se pero` si vuole vedere un film con le caratteristiche che hanno reso famoso il regista nipponico e` meglio guardare altrove.
...ottimo yakuza movie di Miike... Bella la storia e ottimi attori... Veramente bello, trama ben sviluppata e costruita... Poco conosciuto ma sicuramente da vedere... Poi l''ultima parte in cui si entra nel vivo mi è piaciuta molto... Consigliato...