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La Rinascita del Metallo. Tokyo. Goda cammina per le strade affollate, Kiriko lo aspetta a casa. Goda è in procinto di tornare a casa, Kiriko canta una melodia infantile. Goda rientra a casa, Kiriko si è suicidata. Il problema è la pistola... Quella pistola che trascinerà Goda in un turbine allucinato di violenza e di distruzione, di angoscia e di decadenza, di morte e di rinascita. Poche parole molti messaggi. Tsukamoto mostra e dimostra con l'immagine e non si serve di altro. Poi Goda per caso incontra Chisato, una ragazza che appartiene ad una banda teppista di "Oyagi-Gari": è qui la svolta decisiva. Dolore e sadismo, violenza e follia; Goda si unirà a loro con un rapporto masochistico e oscuro fino al tragico e stupendo epilogo. Saranno le lacrime e le fiamme a purificare i corpi, a liberare gli spiriti. Tutto succede e si succede rapidamente: Non c'è tempo di osservare nè di riflettere. Lo spettatore è solo ed è il solo in grado di subire e di adorare la genialità di un maestro che ha raggiunte e oltrepassato la piena maturità artistica. Nulla è fuori posto; La musica di Chu Ishikawa è semplicemente perfetta, il montaggio è frenetico e allucinato, la fotografia è celata da un bianconero sporco e patinato e la maniacale insistenza sul dettaglio rende nuovi e misteriosi gli oggetti più comuni. La danza del proiettile non è mai stata così insistita: Feticismo del metallo e perversione del linguaggio (ovviamente metacinematografico): La depravazione e la follia vivono in noi tutti ed è ormai consequenziale assistere alla degenerazione di Chisato che si rotola e tenta di parlare con stivali e altre nullità materiali... nè stupisce vedere una persona che a pochi secondi dalla morte risponde alla madre che non tornerà a cena quella sera... nè infine partecipare dello spaesamento dei personaggi e della loro impossibilità di (soprav)vivere fuori del massacro. Qui Tsukamoto tenta nuovamente di descrivere la morte dello sguardo, la disumanizzazione metropolitana, la follia dell'uomo e la morbosità verso il metallo: non ultima la lotta tra i sessi in un mondo dove non regna alcuna differenza tra uomo-donna, realtà-sogno, vita-morte. Semplicemente un Capolavoro.