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Frammentario e surreale Chappaqua è l'esperienza che prende spunto dal vissuto dello stesso regista. Ha certamente l'ambizione di essere una sorta di manifesto visivo della Beat Generation. Ciò che Ginsberg o Burroughs hanno messo su carta, Cross lo vuole mettere per immagini utilizzando il mezzo cinematografico. La fuga da un reale opprimente e grigio, lo sdoppiamento della realtà stessa nel bello ed ambiguo finale ne fanno un film molto particolare dove la linearità del racconto è praticamente assente. E' un viaggio lisergico verso se stesso, dentro i propri demoni, forse un po' ripetitivo ma nel complesso affascinante.
posso dire che è un discreto viaggio allucinato con temi cari alla beat generation e alla letteratura del periodo. può essere un po' noioso e difficile da seguire ma per gli amanti delle stranezze un film da vedere
Preso alla mia bella Mondadori di Milano, vicino al Duomo. Allora...mutuare l' opera di burroughs e ginsberg in cinema non è facile. Per me ci sono maggiormente riusciti altri cineasti come Cronenberg (videodrome specialmente, più del suo atto d' amore verso i beat de "il pasto nudo"). Questo film non è magistrale ma mantiene comunque lo spirito acido della nuova rinascita letteraria americana. E' un piacere vedere anche un importantissimo alfiere della musica afro-americana come Ornette Coleman. Si tentava infatti un ibrido tra poesia beat e jazz (specialmente il be-bop) un esempio le liriche di Ferlinghetti musicate. Il jazz, il ritmo sincopato, l' ideale del varcare il confine fisico e morale sono le coordinate di una pellicola che ha più valore filologico che artistico. Piacevole.
film psichedelico discretamente folle, che narra una storia addirittura banale facendola però diventare un'esperienza allucinante, un trip con tutti i crismi. se vi è sembrato assurdo Paura e delirio a Las Vegas, stateci alla larga; se vi volete fare un viaggio nell'assurdo paranoico-paradossale correte a reperirlo.
Non è certo un capolavoro, ma neppure si merita di essere così snobbato, quindi aggiungo un punto a quello che sarebbe il mio voto reale.
Stracult sull'america marcia tutta acido e marciapiedi sudici, filmato nell'anno in cui stava sostanzialmente "nascendo" il rock (1966) con due apparizioni di Ginsberg e Burroughs (!!)
Indispensabile per tutti gli amanti di psichedelia/droghe/film particolari/anni '60, ergo un anno fa l'avrei considerato un filmone, adesso che 'sto decennio tutto utopie sogni infranti e giovanotti figli di papà che fumavano l'erba m'ha un pò smaronato e l'ho rivalutato in negativo, non posso vederci più nulla di fantastico neppure in questo film, che comunque rimane molto strano e da vedere.
Chi non digerisce film strani e sconnessi ne stia alla larga, che un pò è risultato noioso anche a me, in certi punti, nonostante duri solo un'ora e venti. Lisergico, anche troppo.
Film allucinogeno che ti trasporta nella mente di un tossicodipendente. La realtà si intreccia all'allucinazione creando un'effetto di stordimento. Di difficile comprensione, ma vale la pena provarci.