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Piccolo film fatto in casa, tratto da una piece teatrale, in cui Pacino ribadisce i due amori più grandi della sua vita: la recitazione e la città di New York. A livello di storia siamo sul semplice e i svariati scambi lampo tra i personaggi suonano spesso più ricercati che sinceri, ma è comunque un continuo battibeccare che con nostalgico divertimento riesce a delineare abbastanza bene le dinamiche di amore ed odio che si possono manifestare in una qualsiasi coppia di amici. Inutile sottolineare la bravura dei due attori protagonisti.
Secondo lavoro alla regia per Al Pacino dopo l'esperimento del Riccardo III. Lo stampo teatrale dell'opera è evidente, ma risalta pienamente le eccezionali doti di recitazione dei due protagonisti (d'accordo Al Pacino, ma è affiancato da un grande Jerry Orbach che sinceramente e ignorantemente non conoscevo).
Due vecchi amici squattrinati e falliti sulla soglia della senilità che in una notte di febbraio ripercorrono con enfasi e trasporto il loro passato. Non è di certo un film fruibilissimo, non fosse per le ottime doti di catalizzatori di attenzione dei due attori potrebbe facilmente annoiare, anche perché la storia in sé non presenta tutta questa grande attrattiva. Meno riusciti i vari flashback all'interno del racconto, che se da un lato possono fungere da stacco, dall'altro sono qualitativamente abbastanza scarsi (in tutto, dialoghi e attrici).
Per chi ama Al Pacino è comunque imperdibile. E chi non ama Al Pacino non ama il Cinema.