In una periferia sospesa tra metropoli e natura selvaggia, dove l'unica legge sembra essere quella del più forte, Marcello è un uomo piccolo e mite che divide le sue giornate tra il lavoro nel suo modesto salone di toelettatura per cani, l'amore per la figlia Sofia, e un ambiguo rapporto di sudditanza con Simoncino, un ex pugile che terrorizza l'intero quartiere. Dopo l'ennesima sopraffazione, deciso a riaffermare la propria dignità, Marcello immaginerà una vendetta dall'esito inaspettato.
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Il film si svolge e dipana e hai l'immediata immedesimazione nello scivolare impossibile di Marcello nell'assurdità di un Destino già scritto e che lo attenderà, solo e perso, nella periferia di sempre col conto inimmaginabile dello Sbaglio, Karma giustissimo e perso, follia che rasenta una lucidità improbabile. Un climax pazzesco, attori stratosferici. Fotografia lugubre ed entusiasmante, i 10 secondi della scena finale dell'epilogo nel negozio sono semplicemente memorabili. Finisce. E hai subito l'impressione di aver visto un film epico dove Marcello, dalle periferie romane o di Castel Volturno che siano, assurge a personaggio universale, fuori tempo e luogo, di tutti i tempi e luoghi.