dumbo (2019)

Visivamente, soprattutto nella prima parte, è un film stupendo, ma soffre di qualche pecca nella sceneggiatura e dell'ottica fin troppo Spielberghiana con cui è girato. Burton è più che mai se stesso ma i parametri sembrano avvicinarsi a E. T., a Incontri ravvicinati... e persino ai placidi brontosauri del primo Jurassic Park (vedi epilogo). Se Burton commemora il Circo come spettacolo abbacinante ma forse pericoloso, può permettersi di rievocare Ziegfield Busby Berkeley e il Musical degli anni 30" con la stessa Eva Green in un ruolo da Ginger Rogers. I referenti cinematografici, da Spielberg al Fantasy anni 80" - su tutti, ovvio, "La storia infinita" sono graditi ma troppo espliciti e poco personali, e se vogliamo verso la fine il pur impeccabile guazzabuglio visivo finisce per piegarsi su se stesso. Non il miglior Tim Burton, insomma, anche se uno spettacolo per gli occhi per il cuore e ubriaca per la sua indiscussa onestà. E allora diventa, pur con le sue pecche, un film gradevole con Colin Farrell di nuovo nei panni di un reduce, un De Vito sornione come un Peter Ustinov, un cameo del fantastico Alan Arkin. Classicamente fuori-tempo e insolito