elephant regia di Gus Van Sant USA 2003
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elephant (2003)

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locandina del film ELEPHANT

Titolo Originale: ELEPHANT

RegiaGus Van Sant

InterpretiAlex Frost, Eric Deulen, John Robinson, Elias McConnell, Jordan Taylor, Carrie Finklea, Nicole George, Brittany Mountain, Alicia Miles, Kristen Hicks, Bennie Dixon, Nathan Tyson, Timothy Bottoms, Matt Malloy, Chantelle Chriestenson Nelson, Larry Laverty, Ruben Bansie-Snellman, Jason Seitz, Vana O'Brien, Joseph Sackett, Adolf Hitler

Durata: h 1.21
NazionalitàUSA 2003
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2003

•  Altri film di Gus Van Sant

Trama del film Elephant

E' una bella giornata d'autunno. Mentre cammina nel parco, verso la scuola, Eli persuade una coppia di punk a posare per alcune fotografie. Nate termina il suo allenamento a football e va a incontrare la sua ragazza Carrie, per pranzare con lei. John lascia le chiavi della macchina di suo padre nell'ufficio della scuola affinché le prenda suo fratello. Nel caffè, Brittany, Jordan e Nicole chiacchierano di quanto le loro madri stiano sempre a ficcare il naso nei loro affari. Michelle si affretta verso la biblioteca mentre Eli scatta alcune fotografie di John nel corridoio. John cammina sul prato, incrociando Alex ed Eric. Un normale giorno di scuola nel liceo di Portland. O forse no.

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Voto Visitatori:   6,83 / 10 (197 voti)6,83Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
Palma d'oroMiglior regia (Gus Van Sant)
VINCITORE DI 2 PREMI AL FESTIVAL DI CANNES:
Palma d'oro, Miglior regia (Gus Van Sant)
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Voti e commenti su Elephant, 197 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  22/02/2007 19:25:04
   7 / 10
leggendo la trama ti trovi di fronte ad un film diverso da quello che ti aspettavi!
da una parte rimani sorpreso dal modo di condurre la telecamera all'interno di questa scuola(uno stile veramente buono)una parte viene sorpresa dalla crudezza delle scene di violenza e dal loro realismo...
la storia purtroppo è vera ma questo film non racconta tanto la storia in se ma studia i personaggi detti "cattivi" e li scruta a fondo per capire le motivazioni del gesto...ma anche il regista non riesce a trovare una spiegazione a questo comportamento...bello e devastante!
buona la scelta delle musiche!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Aliena  @  24/11/2006 17:35:20
   7½ / 10
non ho visto niente..eppure han fatto tutto
nessuno se n’è accorto
eppure era li,
fin dal principio
quel enorme elefante in mezzo alla stanza
quell’enorme problema ignorabile

attraverso il lento utilizzo di interminabilmente monotoni piani sequenza
Van Sant sceglie di non raccontare una storia
non c’è un’ambientazione,
ma solo una scuola evocata, che potrebbe essere qualunque scuola
(ovviamente in America quella scuola è talmente –tristemente- famosa
che anche solo sfumarne le pareti in un’inquadratura consente il riconoscimento)
non ci sono dei protagonisti,
ma tanti ragazzi veri nella parte di se stessi, che rappresentano casi emblematici
(e per questo in alcuni casi un po’ stereotipati) in cui chiunque potrebbe riconoscersi
Questa è la cosa che un po’ fa inquietare
(ovviamente oltre alla storia vera a cui fa riferimento)

Un lavoro interessante, indubbiamente
Un modo altro per far vedere, pensare su qualcosa di follemente normale…

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  07/08/2006 23:35:02
   7 / 10
FILM CARINO ED ORIGINALE ANKE SE DOPO 20MIN SI CAPISCE SUBITO COME ANDRA' A FINIRE....XO' è SENZA DUBBIO 1 FILM MERITEVOLE SE SI CONSIDERA KE è L'AGGHIACCIANTE RAPPRESENTAZIONE DI 1 STORIA REALMENTE ACCADUTA....SI NON Cè KE DIRE QUESTOVAN SANT NON è NIENTE MALE ANKE SE 7 è IL VOTO KE MERITA QST FILM FORSE 1 PO TROPPO SOTTOVALUTATO

Hugolino  @  04/08/2006 16:59:46
   6 / 10
Freddo, crudo, senza alcun sentimento, quasi in stile documentario oppure da cronaca...
Lo so che è fatto apposta così ma sinceramente non mi piace, noiosissimo, tra i film più pallosi che abbia mai visto... Eccetto gli ultimi 20 min...
Avrei dato di meno se gli effetti del film non si sarebbero sentiti a distanza di 2 giorni dalla visione, per "effetti" intendo alcune riflessioni, ma non così profonde...

Bonn!e91  @  04/08/2006 12:57:31
   7½ / 10
l'ho visto a scuola e subito i miei compagni di classe ne hanno parlato malissimo: "non si capisce niente", "fa veramente schifo", "è pieno di froci" bla bla bla.. lì per lì ho dato ragione a loro, ma poi, ripensandoci con calma mi sono accorta della bellezza di questo film e di quanto fossero superficiali i miei amici; non è un capolavoro ma credo che, nella sua particolarità, sia molto meglio di tanti altri film che trattano argomenti simili.

zed85  @  30/07/2006 21:29:44
   7½ / 10
ho visto questo , e subito dopo bowling for columbine per una seratina tutta da ridere
a parte gli scherzi il film è bello anche se in certi punti il regista esagera con la stedycam, troppo lunghe certe inquadrature a mio modesto parere

Kesson  @  29/05/2006 17:31:48
   6 / 10
Tra il 1997 e il 1999, in otto scuole americane si sono consumate otto tragiche sparatorie. La più, tristemente, famosa è senza dubbio quella della Colombine High School. Gli americani sconvolti da quanto accaduto, si sono affrettati nel sparare sentenze, dare giudizi, incolpare. Ma al di là di manifestazioni contro Marylin Manson, contro film e videogiochi violenti, il loro analizzarsi è sempre stato uno scaricare a questo o a quello la responsabilità dell’accaduto. “Bowling For Colombine” (Vincitore di un Oscar nel 2003 come miglior documentario, nonché primo documentario ad apparire a Cannes in 46 anni) di Michael Moore, ha analizzato il problema focalizzandosi sulla paura imposta dai media sul popolo americano, interrogandosi sul perché in America sia cosi’ facile e quasi un diritto possedere un arma da fuoco.
Elephant, di Gus Van Sant, ispirandosi alla strage della Colombine, sceglie decisamente una strada differente. Inanzitutto, non ci troviamo di fronte ad un documentario, anche se tutto il film è girato all’interno di una scuola vera a Portland (Oregon), ed ha come protagonisti attori non professionisti (se si escludono i tre attori adulti). La macchina da presa segue un giorno scolastico, apparentemente, qualunque, spia discretamente i protagonisti di questo film, gli alunni, siano loro vittime o carnefici. La caratterizzazione dei personaggi attinge da classici stereotipi. Abbiamo l’alunno cresciuto troppo in fretta costretto a fare da genitore a suo padre, irresponsabile e ubriacone, il belloccio di turno campione di football fidanzato con la più carina della scuola, le tre inseparabili amiche che condividono tutto, dallo spettegolare, allo shopping fino ad arrivare alla bulimia, alla studentessa bruttina e “s****ta”, bersagliata e derisa dalla compagne e ignorata dai compagni. Anche i due carnefici non escono dagli stessi schemi. Eric e Alex infatti appaiono isolati in loro stessi, relegati negli ultimi banchi in classe e anche loro derisi dai “*****tti” di turno. Coltivano passioni per le armi, giocano con videogiochi violenti, guardano documentari sul Nazismo, e se non fosse che Alex ama suonare Beethoven al pianoforte invece di ascoltare Marylin Manson, avremmo due perfetti carnefici scolastici stilizzati all’americana.
La regia è splendida. Girato interamente in 35 mm, tutto viene raccontato seguendo molteplici punti di vista: gli occhi degli studenti. Con ampio uso della steadycam ci immergiamo così in lunghi corridoi, nelle aule, rivediamo le stesse scene da angolazioni e stati d’animo differenti. Il volgere del film può risultare piuttosto lento, sia per i numerosi, e lunghi, piani sequenza sia per i dialoghi ridotti al minimo. La prevalente scelta di un illuminazione naturale, e la quasi totale assenza di colonna sonora (se si escludono alcune sonate al piano di Beethoven) per affidarsi invece ai suoni di scena, rendono il film stilisticamente più vicino ad un documentario che ad vero e proprio film. Ed è forse qui che troviamo il limite di Elephant. Tutto viene mostrato freddamente, quasi senza un motivo, Tutto accade ma nulla viene veramente spiegato, non ci sono vere analisi nelle coscienze dei protagonisti, non trasparono vere motivazioni che giustifichino in qualche modo la strage finale. Accade e basta. Gus Van Sant, vuole quindi solo sollevare il problema, un problema reale, “un problema ignorabile come un elefante nel salotto” (è questo il detto a cui si ispira il titolo del film), forse sottovalutato, attraverso questo film che, ricordo, ha vinto a Cannes la Palma D’oro e il Premio per la Migliore Regia.
“Non appena spieghi qualcosa ci sono altre cinque possibili risposte che vengono negate da quella spiegazione, senza considerare che alcune cose semplicemente non ce l’hanno una spiegazione” (Gus Van Sant).

gei§t  @  18/02/2006 11:56:42
   8½ / 10
ho provato una certa soddisfazione nel veder fatti fuori alcuni personaggi antipatici
liberatorio

2 risposte al commento
Ultima risposta 04/08/2006 19.09.13
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Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  13/01/2006 11:05:38
   9 / 10
Gus Van Sant firma il suo capolavoro... un film incredibile, freddo e distaccato... che ti lascia una strana sensazione di vuoto una volta terminato di vedere...

Invia una mail all'autore del commento cinefilo malato  @  01/01/2006 21:31:54
   9½ / 10
uno dei migliori film del suo anno.
riprese in steadycam e non di una fluidità allucinante, fotografato ottimamente...citazioncelle varie tra cui spicca quella a kubrick, per l'utilizzo di beethoven per fare da contrappunto ad una violenza spaventosa.
l'attenzione per i particolari è maniacale, specialmente per lo spargimento di elefanti in giro per le scenografie.

1 risposta al commento
Ultima risposta 29/03/2006 18.00.41
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641660  @  30/12/2005 16:27:06
   9 / 10
Fantistico questo film! Veramente veramente bello! Merita merita e stramerita! Tutto da lodare!
...Mi sono anche fatto regalare la stessa maglietta gialla con il toro del protagonista! E' bellissima!

Nataku  @  09/12/2005 19:32:51
   7½ / 10
Purtroppo così è stato.. ricordo bene il servizio di RTV sull'episodio, agghiacciante! Van Sant lo ha ripreso, lo ha smorzato, lo ha reso leggermente più vivo in tutta quell'atrocità! Un ottimo film per far pensare, non di certo per farsi due risate o per saltare dalla paura, un scopo degno di una realtà impensabile quanto attuale. Fenomenale il "Per Elisa" in tale contesto, suonato con grande maestria fa da scenario ad una strage nata dalla mente annoiata di due ragazzi. Gli insegnamenti? In America a 16 anni puoi prendere la patente e la tua prima arma, ma non puoi bere.. devo dire altro?

Ch.Chaplin  @  04/12/2005 18:32:25
   8½ / 10
magistrale affresco dell'america..grande gus..film particolarissimo ma pregiatissimo..ragazzi il pensiero ke sia una storia vera fa accapponare la pelle!agghiacciante.

Marci  @  18/11/2005 14:56:03
   10 / 10
assolutamente superbo

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  12/11/2005 21:03:20
   7 / 10
Come direbbe qualcuno "trattasi di tipico film che manda a casa gli spettatori con la sensazione di aver assistito a un'opera d'arte con la A maiuscola".
Elephant, da più parti venerato come il capolavoro della maturità di Van Sant, è un film contraddittorio, irritante, ma spesso geniale.
La mdp segue le vicende di tanti ragazzi, ai quali Van Sant dà il libero arbitrio. E' una sorta di reality show progettato nello schema di "Blair witch project" che tenta di sposare il docu-drama à la Bowling for Columbine a operazioni giovanil-generazionali tipo "le regole dell'attrazione". I volti dei ragazzi recitano, si dice, spontaneamente senza conoscere il vero script. Meno sperimentale di quanto sembri, e a un passo dal manierismo: Van Sant si diverte a disorientare lo spettatore con spirito beffardo e tonnellate di cinismo, fin dalle prime sequenze. Niente puo' essere lasciato al caso: tra una citazione à la Shining e infiniti piani-sequenza, punta il dito accusatore sulla società, c'è un ragazzo abbastanza antipatico e arrogante "per poter commettere una strage". Mi chiedo: è un modo per rivendicare la neutralità di giudizio, oppure... che altro? C'è il tizio introverso che fotografa i compagni di scuola e le coppie innamorate, un'altro Van Sant, che ama immortalare chiunque e qualunque cosa, perchè l'immagine ha bisogno urgente della spontaneità, della realtà da instant-movie. Ma LUI non ha futuro: l'ultima sua opera resta la fredda celebrazione del massacro, dell'assassinio. L'immagine diventa il viatico di una realtà che si vorrebbe nascondere. Per quasi sessanta minuti è tutto un susseguirsi di esperienze, di personalità buttate a nudo: sono corpi e carni da macello, sono archetipi a cui fastidiosamente Van sant non concede nulla, soltanto uno sterile voyeurismo che scruta ogni prospettiva, salvo il pudore immotivato (da Pasoliniano qual'è) del bacio insolitamente pudico tra i due famigerati assassini. Lo spazio è lasciato in balìa di 300 ragazzi che non devono vivere altra esperienza se non la libertà di essere se stessi. Certo, sembra tutto piuttostro strumentale. La triste vicenda del Columbine School immolata a forma d'arte (di narcisismo?) della scelta formale del suo autore. Come in TO DIE FOR assistiamo pero' a una sottile metafora dei mass-media alla ricerca di una verità che non c'è, ma che possiamo anche confondere. I lunghi corridoi della Columbine School, la mensa, la palestra, sembrano l'imperfetto esempio di una società malata e scoperta. L'istituzione è un rito dal quale è difficile (impossibile?) sottrarsi. E' una prigione senza sbarre, dove due Rambo psicolabili possono tranquillamente entrare senza che nessuno noti la loro presenza: il nemico insidioso è tra di noi, e nessuno puo' fermarlo. Per certi versi Elephant è un film seminale, per altri troppo programmatico e rigoroso per soddisfare appieno. Noi vediamo tanti ragazzi ma sappiamo che di loro si sono già perse le tracce: Van Sant li coniuga li separa li unisce li concilia in un delirio di morte vita e disperazione, indifferentemente tra vittime e carnefici, in pratica confonde le tracce. Non risparmia nessuno, il film, e il capro espiatorio è forse proprio la Columbine School, simbolo inquietante di un modello perduto. Girato con uno stile tra il dogma e il pulp minimalista Elephant non è un film politico, e l'obiettivo è scordarsi di Micheal Moore allo stesso per cui Last days dovrebbe far dimenticare che si ispira (non "si parla di") a Kurt Kobain. Se la vicenda dal quale si ispira è reale, ancora piu' realistica è la mise in scene di un cinema che dà il meglio di sè nel predisporre, almeno in un paio di casi, della concessione libera e autorevole di chi racconta di sè come interprete. La camera fissa insegue spalle e volti dei ragazzi, ma il potere visivo è dato dagli interni ed esterni. Piu' che un simbolo, la Scuola richiama la dimensione retriva e maledetta della letteratura horror eppure tutta questa rientra nella "mostruosa normalità". Per lo spettatore è difficile digerire un'opera che seguoe un rigore filologico/cronologico/temporale tanto lucido e freddo, soprattutto quando poi si assiste inermi alla rappresentazione di vittime e carnefici nello stesso baratro urticante di una società qualunquista votata alla sua distruzione.
Potrei pensare che il regista assuma egli stesso il presidio per unire tutti in un'unico stereotipo, inglobandone la sola esistenza.
Vediamo la stessa Michelle: ragazza complessata e bruttina, osteggiata dalle compagne e condannata alla solitudine: la sua disperazione interiore non è poi quella, assurda e folle, dei suoi assassini. Nel film si parla spesso di diversità, dei disturbi della personalità, del dolore interiore che aumenta, e a mano a mano che l'isolamento di Michelle si insidia anche una parte di me finisce per parteggiare per lei, convinto - e questo è terribile, atroce - che avrebbe tutte le ragioni per ribellarsi anche violentemente al mondo circostante che la rifiuta. Codici che sono nomi, volti che appartengono a domande, ad altre vite. Ma la morte dispensa proprio a lei il primo di tanti giri di vita. Ovvero: Michelle è uccisa da due folli che avevano interiorizzato tutto l'odio che ella stessa provava, e che teneva invero dentro di sè. Michelle è assassinata dagli stessi "diversi" che rappresenta.
La Morte unisce tutti, per una barbara consacrazione della democrazia umana, Il limite del film è nella sua ambiguità strutturale: formalmente scientifico (come il titolo che si rifà a un aforisma buddista) e un po' vile, soprattutto quando si pensa alla scena del massacro che costituisce il perno e l'anello debole di tutta l'operazione: qui manca tutta la tensione attribuita fin troppo assiduamente alla "costruzione cinematografica post-strage" e percio' strategica fino a un certo punto. Si assiste quasi inermi alla rappresentazione di una morte annunciata. La stessa Oklahoma piovosa col suo cielo terso splende - per contraddizione - di un'insolito splendore naivite.

Pertanto, lo spettatore è attirato sempre e comunque dagli aspetti piu' torbidi della vicenda, men che mai da un Van Sant che rifiuta le regole del gioco a chi gli chiede di partecipare al dibattito,e a prendere posizioni morali assolutamente condivise. Eppure non sarà un caso che alla fine io finisco per parteggiare per qualcuno davvero (es. Michelle)?
Gli assassini deviano la loro ribellione in una folle corsa di morte colpendo indifferentemente tutti i compagni distruggendo ogni pur vaga razionalità che in casi del genere è assolutamente deleteria e agghiacciante: è spaventoso che la disperazione possa arrivare a spirali del genere.
Poi mi ricordo di Dennis Cooper e di un libro - notevole - che non ho mai osato finire di leggere - perchè sapevo già il finale, e tutto cio' mi terrorizzava. Elephant è soprattutto un film sulla morte della ragione umana: i protagonisti non esistono, nè prima nè dopo. Un film coraggioso ma furbo, un'esercizio stilistico che guarda "alle spalle degli altri". Che osservi o meno le nuove generazioni dei figli d'America, Van Sant è un vero assassino del suo film

mister_snifff  @  04/10/2005 00:27:56
   7 / 10
trama essenziale,rigorosa,che ha come protagonista principale la cinepresa(o forse è l'unica protagonista) .Sono le immagini a farla da padrone, e si attende lì ,sospesi nel vuoto,e un pò morti di sonno, il tanto acclamato finale,
mentre la su decantata stidicammera scorazza libera e felice per i corridoi, le aule, le aiuole e i praticelli di quel liceo, sbirciando senza pudor qua e la gli altri protagonisti(si fa per dire) ,"vittime sacrificali" della storia...brrr...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Andre85  @  19/08/2005 19:35:40
   7 / 10
film colmo di un realismo esasperato! una fotografia che si muove

luzzigermano  @  18/08/2005 18:49:54
   8 / 10
Concordo con chi dice disturbante, credo sia l'aggettivo giusto. E' fatto con un certo stile che ha il merito di rendere non troppo antipatiche le camminate dei vari studenti, e anche la combinazione con la quale viene assemblato il racconto è sicuramente apprezzabile. Anticonformista al 100% nel trattare un evento in maniera così realistica e cruda tant'è che sembra un film europeo. La sua forza è appunto la freddezza con la quale viene messo in scena e il messaggio sopratutto nel mettere in luce il problema dei giovani emarginati e incompresi schiacciati dalla superficialità, dall'individualità, dalla competizione (le ragazze che litigano su cosa sia più importante, se il fidanzato o le amiche). Dramma sulla trascuretezza e sull'ottusità delle persone. In ogni modo, da vedere (vietato ai minori!)

desi  @  02/08/2005 13:36:37
   6 / 10
Unico grande neo. Anche per un film d'autore come questo le pause sono troppo lunghe....
Il resto sono solamente esiti positivi: per la seconda volta, dopo "Arancia meccanica" di Kubrick, la colonna sonora è focalizzata sulla classica di Beethoven (Sonata al chiaro di luna, Per Elisa).
Niente di meglio per rappresentare al meglio l'equilibrio precario che accomuna la società contemporanea, priva di ideali e di prospettive. E sono due ragazzi apparentemente normali a perdere tale equilibrio e a precipitare nella follia...
Un normale giorno tra ragazzi, anche a tragedia avvenuta.
Disturbante


Gruppo COLLABORATORI JUNIOR PAOLUCCIA  @  07/05/2005 22:32:27
   7 / 10
Profondamente psicologico..lunghi passi che si avviano lentamente verso la morte.Magnifiche le prospettive che il regista utilizza per rivivere quanto precede. Un film che turba.

polbot  @  22/04/2005 08:51:17
   7 / 10
Non riesco a dare un giudizio...il film merita d'esser visto comunque...

Fidelio  @  20/04/2005 15:01:52
   8 / 10
Gus Van Sant sceglie la strada del surreale per descrivere la vera strage che si è verificata in un campus americano.Mi meraviglio del perchè tantissime persone sono ostinate a estrapolare la razionalità negli eventi dal film.Perchè uccide l'amico?Perchè quei due sono gay? E' come se dicessi: perchè Donnie Darko vuole uccidere il coniglio?
Il regista ha preferito lasciare spazio all'interpretazione soggettiva (come suggerisce il titolo d'altronde,se avete fatto una preventiva ricerca), e non intende assolutamente difendere nè valori morali,nè canoni religiosi (tornando all'elefante del titolo).Devo ammettere che quando ho finitodi vedere il film mi sono sentito un pò "stonato".La calma e la tranquillità con cui si svolge la parte introduttiva servono solo a fare maggiormente da contrasto nonchè a mettere in risalto il fine pellicola.Angosciante.


Invia una mail all'autore del commento vaneixa  @  14/12/2004 18:36:53
   8 / 10
è un bel film soprattutto x noi americani che viviamo questa cosa dal vivo, mi piace la forma in cui si tratta la psicologia dei personaggi..

Invia una mail all'autore del commento fe84  @  07/11/2004 15:58:12
   9 / 10
Dopo alcuni lavori puramente commerciali("Will Hunting-Genio ribelle"e"Scoprendo Forrester")Van Sant spiazza il suo pubblico,proponendo una storia che ha fatto discutere per la sua crudezza e per l'incomprensibilità di certe sequenze.Ma dietro a ogni scena si può dedurre un ritratto crudele e spietato della gioventù odierna:emarginazione per chi non è alla moda,discorsi vacui e banali rivolti dietro alle spalle del prossimo,ipocriti,finti,viziati e irresponsabili senza mai esserne consapevoli.Il silenzio è l'unica "arma"a loro favore,ma non tutti sono disposti ad accettarlo;a chi non ci sta ad accettare le regole basilari per farsi accettare,ad esempio,l'unica rivalsa dai propri coetanei e dai genitori indifferenti è quella di rendersi complici ad una società fatta di guerre ed ingiustizie,sfogando le proprie frustrazioni con una strage destinata a rimanere negli annali della violenza.Lo spaccato che ne viene fuori da questo quadro generale è straziante,ma necessario per giustificare un ritmo che si adegua con una perfetta costruzione a scatole cinesi e che scoppia in un finale che quasi sembra invocare la fine di un mondo che non è mai iniziato.La regìa di Van Sant,è molto virtuosistica,ma necessaria per raccontare una storia che si snoda piano piano e tiene senza mai perdere di vista l'obiettivo iniziale del regista,che era quello di vederci chiaro su qualcosa di poco chiaro e che fa ancora discutere(fingere di non vedere l'"elefante"che abbiamo davanti,da cui il titolo).Anonimi quanto basta per"interpretare"i ruoli loro affidati,i ragazzi sono delle presenze carismatiche e Van Sant li inserisce in un contesto(la scuola)descritto come un luogo claustrofobico e influenzabile per comportamenti ed atteggiamenti,destinati a durare con il passare del tempo in maniera sempre più definita.Giustamente premiato a Cannes(miglior film e miglior regìa).

norah  @  18/10/2004 16:41:37
   9 / 10
vale80  @  18/10/2004 15:12:13
   9 / 10
the nerVous  @  24/09/2004 12:36:00
   7 / 10
film discreto che si va a cercare dopo aver visto bowling a columbine...
sapendo che è basato su una storia vera è ovvio che non dobbiamo aspettarci situazioni alla -trappola di cristallo- o altre simili...ma è vero che a mio giudizio è stato reso un po' troppo "poetico"...tutto forse per far vedere come in una bella giornata qualunque possa succedere qualsiasi cosa a chiunque...però tutto ciò ha reso il film un attimo lento e noiosetto a tratti...
mettiamola così: nell'intento di far pensare lo spettatore l'intento è raggiunto...
mi dispiace solamente che non sia stato sviluppato molto il motivo della rabbia dei 2 studenti,se non con un singolo episodio...per quello che riguarda invece la facilità d'acquisto di armi la scena del postino che consegna il fucile automatico completo di munizioni credo che sia più che sufficiente!
meditiamo gente...meditiamo...

Gruppo COLLABORATORI L.P.  @  03/09/2004 14:47:15
   6 / 10
Io non vado al cinema come se fosse il corrispettivo della discoteca o della pizza... ci vado perchè lo amo. Non sono un' esperta e non pretendo che il mio giudizio su Elephant sia oggettivo. Resta il fatto che non sono riuscita a gridare al capolavoro. Mi spaventa la carenza di idee e l' abuso di effetti speciali degli ultimi tempi, ma forse mi spaventa ancora di più l' intellettualismo fine a se stesso di questo film, nonchè il suo distacco glaciale dai fatti narrati. Un documentario- messa in scena per creare scalpore?
E poi c'è una domanda che mi sono fatta all' uscita dal cinema: è possibile realizzare un' opera completamente oggettiva e distaccata come Van Sant ha preteso di fare?
Suppongo di no, e quindi l' pinione dell' autore deve stare da qualche parte e se è quella che penso io, allora la tesi del film è sconfortante quanto i suoi protagonisti.

superzik  @  02/09/2004 02:40:10
   6 / 10
Non è che valga davvero la pena vederlo... giusto se siete interessati all'argomento dei rapporti sociali tra giovani teen ager americani...
La lentezza e la conseguente noia mal si confanno al tema del film, un grave errore secondo me le lunghissime e insignificanti riprese di persone che caminano

sb6r  @  07/08/2004 11:04:16
   9 / 10
Film agghiacciante.
Terribilmente drammatico.
Durante tutto il film sembra davvero di fare gli spettatori in questo liceo di Portland...
Bel film.

Quentin87  @  24/07/2004 19:00:31
   8 / 10
Claustrofobicamente geniale.
Certo è un pugno nello stomaco ma la verità fa male...

d1eg0  @  06/07/2004 18:25:26
   6 / 10
Non l'ho capito ...o forse l'ho capito ma non l'ho apprezzato ..ma penso di averlo apprezzato per quello che il regista voleva che io mi limitassi a vedere ..vedere una normale giornata in un liceo americano ..probabilmente non mi aspettavo di vedere un film del genere ..mi perdevo spesso nei lunghi corridoi del liceo..

Ciliegia  @  17/06/2004 00:53:45
   9 / 10
Vedendo il film ho pensato alla teoria di Brecht sullo straniamento: B. sosteneva che la rappresentazione non dovesse favorire l'immedesimazione da parte dello spettatore, perchè così facendo quest'ultimo non avrebbe attivato un meccanismo critico; al contrario, usando la tecnica dello straniamento, lo spettatore si sarebbe posto da esterno ai fatti rappresentati, ed avrebbe così potuto attivare uno sguardo critico su ciò che vedeva. Penso sia ciò che accade con questo film. Il regista lascia alla mente dello spettatore il giudizio, limitandosi a mostrare i fatti. Sta allo spettatore decidere se dare la sua partecipazione attiva, attivando il meccanismo critico nei confronti degli avvenimenti, oppure aspettare per 1 h e 20 che il regista "lo immedesimi" in qualcuno. Ovviamente nel secondo caso aspetterà a lungo...

P.S=Vorrei anche dire che secondo me i due ragazzi non erano gay. Mentre sono nella doccia uno fa all'altro:Non ho mai baciato nessuno. Penso volessero provare a baciare.

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Ultima risposta 18/10/2004 15.21.38
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR barbara  @  03/06/2004 10:50:02
   7 / 10
Bello, mi è piaciuto davvero tanto. Finalmente un film intelligente sugli adolescenti, anche se non ho capito bene il significato della figura del ragazzo nero (perchè non scappa?) e avrei evitato di raffigurare i due assassini come omosessuali.

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Ultima risposta 12/09/2004 13.52.09
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pardossi  @  24/05/2004 23:08:35
   8 / 10
Che arte è questa, il saper riprendere la vita in mille modi e sfaccettature con una telecamere eccellentemente manovrata.
Il morbido interlacciarsi di ogni situazione, il tutto ammortizzato da una melodiosa colonna sonora; stupendo è maledettamente difficile da realizzare!
Gran film veramente ottimo.

Invia una mail all'autore del commento Miss Blonde  @  22/05/2004 16:24:06
   10 / 10
FANTASTICO!!!! Io adoro Gus Van Sant e tutti i suoi film, e questo mette in evidenza la realtà della vita noiosa dei ragazzi ricchi che vanno al college. Ed è proprio questo il bello del film (che poi è tratto da una storia vera) cioè che questi due ragazzi compiono questo massacro solo per la noia e la solitudine...Bellissima l'idea dei piani sequenza e quella di presentare all'inizio le vite di tutti quelli che verranno poi uccisi. La cosa interessante è che il film ti fa vedere la brutalità della morte, che spazza via le vite in un soffio, con un colpo di mitragliatrice...Nei filmoni americani solitamente il regista ti fa affezionare al personaggio, facendoti apparire la sua morte come una cosa tragica e talvolta ti commuovi. Van Sant si tiene distaccato dallo spettatore e fa apparire la morte come quello che è in realtà, un secondo. Si meriterebbe 100!!! Non so se sono riuscita a farmi capire...ciao a tutti

Raskolnikov  @  25/04/2004 00:53:24
   8 / 10
Un film sconvolgente. Al di là della perfezione stilistica colpisce l'alienante continuità tra banalità e tragedia. Una glaciale rappresentazione del vuoto, in cui la morte perde di senso, evapora e si disperde nel cielo informe e scuro dell'inquadratura finale, alquanto Lynchana.
L'unica percezione chiara è il disorientamento. Non sono d'accordo con chi afferma che Van Sant sia stato fin troppo invadente e didascalico nell'accennare le possibili interpretazioni sociologiche. Il mio parere è che, presentate come sono, abbiano il fine di auto-svilirsi, di mostrare quanto riduttivo possa essere ricondurre ogni cosa ad esse, e quanto terrificante sia il disagio e l'impotenza di fronte all'insondabile.
In alcuni punti eccessi di virtuosismo, che minano la fluidità e smorzano il ritmo più del dovuto.
Una grande opera, in ogni caso.

the fake ripper  @  07/04/2004 12:06:07
   9 / 10
Fotografia e regia splendide. Un film rapido come un massacro, conciso (solo 78'). Immagini nitide come la follia lucida dei due killer. La preparazione di un piano omicida che si interseca con la vita normale di tutti i giorni, in un giorno apparentemente normale di scuola. La musica per pianoforte di Beethoven che sembra accendere l'istinto omicida nei due ragazzini. Un film veramente fatto bene, che fa riflettere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR coccinella  @  20/02/2004 08:57:10
   7 / 10
E' un film sicuramente da capire: non sempre si può andare al cinema e "bere" con tranquillità tutto quello che passa sullo schermo senza usare il cervello! Va visto con occhi diversi perchè E' un film diverso. Riflettere è l'unico modo per apprezzarlo. Non è svago: è un ritratto di quello che è il mondo. Le riprese di spalle (la maggior parte del film) sono un modo geniale per evidenziare la normalità, l'anonimato dei ragazzi. C'è il destino di tutta una vita sintetizzato benissimo in poche scene: inun certo momento potresti essere dentro o fuori e questo fa la differenza.
Gus Van Sant ci presenta i ragazzi, i sogni, i turbamenti, le paure. Alla fine del film ci sembra di conoscerli, di averli visti per anni nei corridoi della nostra scuola: tutti hanno avuto nella loro vita un Jhon oppure un Elias come compagno di classe. L'unica cosa davvero agghiacciante di questo film è il tremendo senso di realtà che trasmette e che riesce a ritrarre. Piccola postilla sulla lentezza: voluta, disperatamente cercata non è una pecca.
L'unico motivo che può non far capire il film è la superficialità di chi guarda: il cinema non è solo relax, ogni tanto bisogna usare il cervello e riflettere su quello che passa sullo schermo evitando di "bere" solo la superficie.

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Ultima risposta 24/05/2004 23.20.30
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amelie  @  29/12/2003 22:19:14
   8 / 10
è un film molto impegnativo e difficile da capire. il regista nn ha voluto sbandierare il suo punto d vista, almeno, nn del tutto, è proprio qst caratteristica che m ha molto allontanato da una totale comprensione. è forse x qst che s può intendere il film cm una sola esposizione dei fatti, così da lasciare a noi l'interpretazione.....xò m domando: è giusto che un film sia così? s può ritenere "film"? risp

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Ultima risposta 22/05/2004 17.30.07
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Gruppo COLLABORATORI Mr Black  @  21/12/2003 23:25:47
   7 / 10
Film davvero interessante, ma con qualche componente di dubbio gusto. Da rivedere e magari rifletterci un pò su.

Rama  @  08/11/2003 15:26:18
   9 / 10
non mi va di inserirmi nella polemica perchè solo di non capisce l'arte della regia può non apprezzare questo film. Due tre pecche qua e là gli tolgono il 10. Van Sant per una volta ha fatto centro!

17 risposte al commento
Ultima risposta 23/05/2004 10.20.38
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Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  04/11/2003 20:24:15
   8 / 10
Una sparatoria tranquilla... Un salto ne vuolto. Possibile? La violenza estrema ovattata di Gus Van Sant e la violenza estrema dell'immagine di Tarantino "Kill Bill": al cinema si può narrare solo così: in mezzo c'è solo Vespa, Costanzo e Lilli Gruber

MarcoM  @  04/11/2003 16:13:39
   8 / 10
Se consiglierei questo film?mah, non a tutti..assolutamente non a tutti. Splendidamente per pochi.

Manu  @  02/11/2003 16:11:08
   9 / 10
Certo i tempi sono lenti, ad alcuni può sembrare noioso ma tutto questo é per far capire ancora di più che giornata normalissima fosse. Di certo non é un film animato, ma guardando il film cerchi di capire cosa ha portato questi ragazzi a fare questo atto di pazzia..é davvero un film in cui riflettere é tutto. E forse non tutte le persone sono in grado di 'reggere' questo tipo di film. In ogni caso penso che sia fatto molto bene. Questo film racconta i fatti e basta, il resto lo deve tirare fuori lo spettatore.

fede  @  23/10/2003 13:18:12
   10 / 10
Finalmente un film in grado di risvegliare le coscienze intorpidite degli spettatori. Lo scenario della follia omicida di due studenti di una scuola superiore americana viene preparato meticolosamente con un ritmo lento che scandisce le fasi della vita studentesca. Una straordinaria ed efficace ricostruzione di un fatto che lascia perplessi sull'uso e la diffusione indiscriminata delle armi in alcuni paesi.

Luca e Lucilla  @  22/10/2003 13:13:02
   10 / 10
Essenziale, arriva al cuore. Finalmente un film delicato sugli adolescenti anche se tratta del tema più pesante. Dimostra che si può parlare di violenza e di sesso senza morbosità. Come facciano gli Americani a vendere le armi via internet ancora oggi è una lezione sulle tragedie del mondo. Consigliato solo a chi ha cuore e anima da mettere in gioco.

Invia una mail all'autore del commento krampack2000  @  19/10/2003 10:29:02
   7 / 10
La banalissima quotidianità della vita americana nelle sapienti mani di Gus Van Sant che (in)segue i suoi personaggi. E finalmente arriva anche la rivincita dei "frocetti" che anche noi aspettiamo trepidanti. (Se sbirciate nei titoli di coda appare il nome di quel diavolaccio di J.T. LEROY che ci ha messo il suo "maledetto" zampino. IO QUESTO FILM LO VADO A RIVEDERE!

Kaiser  @  16/10/2003 08:22:15
   8 / 10
Girato quasi perfettamente, non ho capito perché in alcune scene abbia messo la musica di fondo, io avrei lasciato i rumori e basta. La quiete prima della tempesta con questa frase si potrebbe sintetizzare il film. Non è apertamente polemico come lo era il film di Moore, ma l'ho trovato più incisivo, un film da interiorizzare. Secondo me il fatto che i due killer sono omosessuali si rifà al fatto che i ragazzi che uccisero alla Columbine, venivano derisi dai compagni che li chiamavano frocetti. Indicativo anche che sembra che uno viva in un bed and breakfast mentre la famiglia dell'altro ragazzo non la conosciamo nemmeno.

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Ultima risposta 13/11/2003 16.18.26
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loop  @  15/10/2003 23:06:23
   9 / 10
sicuramente un film che riesce a spiazzare lo spettatore..nella sua essenzialità visiva offre uno spaccato della quotidianità della vita studentesca di una tipica provincia americana improvvisamente turbata dal raptus omicida di 2 studenti e ripercorre le fasi che preludono alla strage messa in atto dai 2 ragazzi. Forse un'eccessiva lentezza penalizza il risultato nel suo insieme,anche se il pregio del film è di raccontare in modo neutrale senza giudicare. Un film che riesce nel suo intento di porre l'attenzione sulle conseguenze nefaste della ideologia dilagante in paesi dichiaratamente liberali.

comparo  @  15/10/2003 20:51:48
   6 / 10
L'interpretazione della causa scatenante del fatto in questione, a mio giudizio,è singolare nella sua perfezione.Già credo sinceramente che il regista abbia colto le problematiche essenziali:superficialità,ignoranza,frustrazione,depressione e realtà apparente(videogiochi e compagnia bella),assenza d'amore,vita oggettiva vissuta da un altro mondo.Già credo che questi siano i temi del film.Non si può parlare di o***,perchè esso matura come l'amore ,seppur in maniera diversa e l'ambiente descritto non risulta all'altezza di tali sentimenti...una vita priva di sentimenti non è vita...
il voto è scarso(6)perchè il film risulta comunque pesante nello svolgersi dei fatti,insomma pregi per le caratteristiche più proprie del film,difetti in quanto la scena è eccessivamente lenta ed ostentata.

JulieBohem  @  14/10/2003 16:53:32
   7 / 10
hmm..fine primo tempo:ho la sensazione di non aver visto ancora nulla; fine secondo tempo:ho la sensazione di non aver visto ANCORA nulla..eppure mi sento un tremendo peso all'altezza dello stomaco!

edgardo  @  13/10/2003 14:58:52
   7 / 10
Non è il miglior film di Gus Van Sant (ovviamente il migliore resta "Belli e dannati"). Ma a mio avviso è un buon film (dopo Forrester qualsisi film lo sarebbe stato). Mi è piaciuta la diversa angolazione dei "punti di vista". Geniale. Tuttavia mi chiedo se per piacere un film americano deve per forza richiamare scene crude e violente, anche se solo inserite alla fine! Non va comunque preso sul serio. Non credo che Van Sant volesse raccontare un episodio vero: non avrebbe scelto una scuola paradisiaca con studenti tutti bellissimi! Anche lì le scuole vanno a pezzi e ci sono studenti brutti e puzzoni e ragazzine s****te!

luca kitano  @  12/10/2003 19:59:56
   7 / 10
Un fim che non azzarda commenti, ma fa semplice cronaca "asettica" di un fatto davvero accaduto non può essere commentato.
DEVE ESSERE SEMPLICEMENTE VISTO PER SAPERE, NON PER CAPIRE.

Hathor  @  12/10/2003 15:45:56
   8 / 10
Ciao gente! Ke dire, 4 anni dopo l'orribile episodio che ha sconvolto il liceo Columbine, Van Sant ci propone quest'opera assolutamente geniale e sconvolgente per l' apparente indifferenza in cui avvolge tutto. I protagonisti sono ragazzi comuni con problemi più o meno comuni, x quello che ci è dato di capire, ognuno inseguito nei lunghi corridoi quasi labirintici da questa telecamera impicciona che li imprigiona in un gioco allucinante di specchi che riflettono da tanti punti di vista gli stessi momenti "quotidiani". Lo stesso effetto che impressiona lo spettatore, costretto a seguire inevitabilmente lo stesso punto di vista, come incatenato alle stesse prospettive degli studenti. La cosa che più mi ha colpito del film è il suo silenzio, la totale mancanza di dialoghi realmente significativi, di tentativi di spiegare o chiarire un atto che qui sembra così normale da scioccare. In questo modo il regista secondo me è riuscito alla grande nel suo intento, che io interpreto come la volontà di colpire in profondità con le immagini senza esorcizzarle in alcun modo, come si fa di solito, magari avvolgendole dentro discorsi che "mettono tutto a posto". No, è il silenzio, l'incomunicabilità profonda tra i soggetti e con lo spettatore che genera quest'effetto di freddezza, di incomprensione, di... allucinazione! Insomma, a mio giudizio, veramente 1 grande film. 1 piccola bomba gettata così, in attesa che qualcuno si ricordi che nn è così rassicurante vendere armi via internet nel paese della "grande democrazia" da esportare e della giustizia gridata da ogni pulpito, col dito sempre puntato a giudicare il restante mondo "sporco" che gli USA continuano con estrema arroganza a credere di dover "ripulire". 1 saluto a tutti!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  11/10/2003 19:26:29
   8 / 10
Gus Van Sant ci offre la sua oper migliore.... una storia raccontata con dei bellissimi piani sequenza che inseguono i protagonisti nei corridoi della scuola, con sovrapposizioni temporali, e virtuosismi registici da lezione di cinema. Gus Van Sant dimostra di saper fare, da vero indipendente, GRANDE cinema con pochi mezzi (insieme a John Sayles).

Se per la prima ora non succcede nulla, negli ultimi venti minuti van sant ci offre un finale agghiacciante, un pugno nello stomaco, l'ultima sequenza vi rimarrà impressa nella mente...
Meritatissimi i premi della miglior regia e miglior film a Cannes... Non un capolavoro ma quasi!
L'unica cosa un po' anomala: Secondo voi cosa vuol dirci Van Sant col fatto che i due pazzi sono omosessuali? Grazie Ciao

5 risposte al commento
Ultima risposta 08/12/2007 00.48.59
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luca  @  10/10/2003 20:57:35
   7 / 10
un film difficile... freddo... duro..
procede lentamente attraverso prolungati piani sequenza sui protagonisti, mostrandoci una giornata qualunque di un college americano...... non succede nulla per piu di un'ora... si pensa a qualche messaggio nascosto.... a qualcosa da cogliere..... invece no.... è semplicemente la lucida preparazione alla follia finale......... e se pensiamo che è un fatto realmente accaduto...........

lara93  @  10/10/2003 17:39:54
   8 / 10
Un film dove non accade niente per un ora e poi la terribile violenza. Proprio in questo contrasto sta la sua bellezza.

Ciccio  @  09/10/2003 23:32:49
   6 / 10
Sant ti voglio bene. La quiete prima della tempesta. Bello il biondino, bella le ragazzine... Belli tutti. Tutti disperatamente soli e con un unico destino... Questo ci volevi comunicare con i piani sequenza lunghi lunghi lunghi lunghi per i corridoi? Sant allora ti voglio bene! Ti voglio bene per la lucidità. Per la sparata finale. Per quell'insopportabile pugno allo stomaco che alla fine ci infliggi e mette fine al film. Grazie della fine. Sant ti voglio bene. FINE.

7 risposte al commento
Ultima risposta 28/10/2003 16.08.24
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Invia una mail all'autore del commento VANA_  @  07/10/2003 16:15:26
   7 / 10
E' strano. Un film un po' lento, ma ha delle riprese veramente belle. E tratta un tema delicato diversamente da come è stato fatto fin'oggi.

Slideworm  @  07/10/2003 08:47:53
   6 / 10
Regia splendida, tempi lumghi che rendono a meraviglia se non ci si aspetta di vedere Terminator 3; il difetto però è che non decolla mai, non mi ha dato la sensazione di spiazzamento che mi aspetto da un gran film.. è un po' un coito interrotto :)

Massimiliano  @  06/10/2003 21:21:27
   8 / 10
Beh, è un film non leggero, ma vale la pena non perderlo. Ottime le riprese, e il finale non è affatto banale come può apparire. Gus Van Sant ha superato se stesso e molti altri registi. Difficile, mi spiace dirlo, che un film tale possa essere fatto, prodotto e distribuito in Italia.

maurizio  @  04/10/2003 00:56:13
   6 / 10
Il soggetto è buono, ma la regia è pesante: i tempi sono troppo lenti a volte, è difficile concentrarsi sulla vicenda e immedesimarsi nei personaggi

Il Messere  @  03/10/2003 21:59:16
   8 / 10
E` palesemente un film girato con due soldi. Ma questo non dev'essere ne` un difetto ne` un punto di merito. Se avete visto Bowling a Columbine lo scorso anno, sara` interessante assistere alla proiezione di questo bel film di Van Sant, che affronta il problema dell'abuso di armi da fuoco negli states in maniera piu` specifica, ma comunque efficace. Strage finale, ma la realta` non e` cosi` diversa. Vi ricordate cosa successe alla columbine high schoiol nel 1999?

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Ultima risposta 06/10/2003 19.02.17
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