fuori dal mondo (1999)

tre storie si intrecciano in una Milano grigia e impersonale , tre storie tra la disperazione,l'egocentrismo e la solitudine ma con in fondo una speranza per tutti .
Bel lavoro tra i primi di Piccioni , ben sceneggiato, non annoia mai e ha nelle recitazioni dei due protagonisti Buy e Orlando il punto di forza .
Dolcemente drammatico e con qualche elemento di commedia e una spruzzata di ironia qua e là che lo rende un pò più leggero.

Buon soggetto e piacevole sceneggiatura. Orlando più che mai adatto a un ruolo del genere; anzi, direi che meglio di lui non si potesse ponderare. Sinceramente rimango un po' deluso da Margherita Buy, che è vero, rimane sempre un po' alienata dal contesto col suo modo di recitare, ma che non mi è mai dispiaciuta. Qui invece l'ho trovata un po' sotto tono. Tornando alla pellicola, riesce a ricavare meno materiale di quanto il soggetto, interessante e ben congegnato, permettesse.

Ottimo film italiano. Una buona storia e bene anche la Buy e Orlando.
Un film sull'angoscia dell'esistenza, sulle scelte sbagliate o mancate. Un film molto profondo ma non pesante.

Bel film anche se in alcuni punti annoia un po'. Bravi gli attori e solida la regia. Dialoghi ben costruiti.

Era da tempo che non vedevo un bel film italiano che guarda "dentro", nell'interiorità dei personaggi; è uno sguardo discreto, rispettoso delle singole individualità, che a volte ci fa sorridere, ma che ci regala emozioni. In questo la colonna sonora gioca certamente un ruolo importante.
Qualche critico ha scritto che le musiche, nell'accompagnare le apprensioni ed i turbamenti dei personaggi sono anche troppo presenti e quindi invadenti; ma, tutti i grandi film sono accompagnati da splendide colonne sonore. Che cosa sarebbero le opere di Krzysztof Kieslowski (regista che adoro) senza le colonne sonore di Zbigniew Preisner? Il film in questione non è certamente come un'opera di Krzysztof Kieslowski, ed è vero, ma, ciò non m'impedisce di dare un 8 con la seguente motivazione: toccasana per il cinema italiano (averne di altri).

Sopravvalutato lavoro che oltre ad una sceneggiatura interessante mostra ben poco.
In alcuni punti annoia ma tutto sommato coinvolge.

Fuori dal mondo è stato uno dei migliori film italiani del decennio precedente. Piccioni offre quella prova di maturità riprendendo quegli elementi già abbozzati in film come Chiedi la luna. Di propria volontà o imposte da altri, ci troviano di fronte a due personaggi dalle vite ben definite, messe su due binari verso una certa direzione. Il film di Piccioni scruta l'alternativa a delle vite delineate, a contatto con altre persone ma fondamentalmente piene di solitudine. Il bisogno di matenità e affrontare il ruolo di padre sono due elementi che sconvolgono questo percorso e che in un certo senso li maturano. Oltre a due grandissimi interpeti (la Buy penso sia la migliore interpretazione della carriera), Piccioni offre un assotito gruppo di comprimari che arricchisce il quadro di una quotidianeità popolata di tante solitudini piccole e grandi.

Sì, lo so, forse sette è un pò poco. Ma non me la sento proprio di dargli di più. Secondo me la trama è interessante, ma è un pò povera. Onore, poi ad attori, sceneggiatura, eccetera. Ma per me non si va oltre il sette, che comunque non è un brutto voto.

davvero un bel film italiano. delicato, con una bravissima Margherita Buy

Film corale di grande delicatezza e con una intensa Margherita Buy
Il migliore film di Piccioni

L'alienazione. Ci sono persone apparentemente integrate nella società ma che proprio non ce la fanno ad interagire con gli altri, a fare le cose che fanno gli altri, a pensare come gli altri. Sono consapevoli della propria estranietà, un esilio auto-forzato che fa male, se ne pentono si redimono e ci provano seriamente a rientrare in carreggiata. Ma falliscono, vuoi perchè è nella loro natura nascondersi nelle ombre vuoi perchè il corso degli eventi ha provocato in loro ferite incurabili. E continuano a rimanere così, fuori dal mondo.
Piccioni con questo film ci parla proprio di loro. E lo fa in maniera delicata e sincera, non venendocela a raccontare. Maiuscola la performance di entrambi gli attori principali - M.Buy e S.Orlando - in positivo anche sceneggiatura, montaggio e musiche, quindi David di Donatello meritatissimi. In particolare devo aggiungere che mi sono piaciute le istantanee-ritratto dei vari gruppi di colleghi collocate qua e là nella pellicola.

Finalmente dopo tempo, sono riuscito a vedere "Fuori dal mondo" e la prima impressione non può che essere positiva; argomenti non facili trattati con leggerezza e acume, sincronia registica perfetta, facce indovinate, colonna sonora di ludovico einaudi come sempre divina, un bambino attorno a tre personaggi che a loro modo sono davvero "fuori dal mondo". Piccioni ha una mano di cinema forte e leggera, sintetica e analitica, diacronica e sincronica con quel che racconta, perfino con un filo di ironia quando s'imbatte nelle adozioni ecclesiastiche.

La pellicola gode di forti connotati emotivi, sottolineati dalla splendida colonna sonora a cura di Ludovico Einaudi.
La critica che gli si può muovere è di non sviluppare a pieno certe argomentazioni, ma in fin dei conti il fulcro del racconto sta nell'analisi di queste due vite particolari. Vite atipiche, "fuori dal mondo", per certi versi ai margini della società; vite a metà che subiranno uno scossone nel momento in cui irromperà nelle loro esistenze un evento, una situazione imprevista che destabilizzerà la monotonia del loro quotidiano vivere: il ritrovamento di un neonato abbandonato.

A dare vita a queste due figure sono Margherita Buy nel ruolo di una suora in crisi religiosa e Silvio Orlando nei panni di un mediocre uomo di mezza età la cui rilevanza socio-umana è pari a zero.
Ruoli davvero difficili, che vedono i due attori protagonisti in interpretazioni indubbiamente convincenti, seppur fuori dagli schemi comuni.

Che dire.. ottimo lavoro, sorretto da una sceneggiatura originale e interessantissima; opera toccante e forte allo stesso tempo , tratta in maniera delicata e mai invasiva temi spinosi.
Peccato si perda qua e la in piccole incongruenze, forse a causa dell'inesperta regia.

C'è da notare il successo riscosso dall'opera esclusivamente in campo nazionale -ben 5 David- a scapito di un'esportazione quasi nulla in campo europeo.

vorrei essere cattivo con questo film: per l'attrice buy che non tollero, senza motivi particolari sento che quella faccia è di un'attrice, solo di un'attrice, incapace di recitare senza far intendere che è concentrata al massimo sul ruolo che sta interpretando, ossia non è un'attrice. l'orlando che interpreta sempre gli stessi ruoli, prigioniero della sua espressione facciale. il tema, la storia poteva essere davvero interessante se però il cast era composto da attori adatti a certi ruoli, perchè se si vuol fare un cinema diverso devi scegliere attori diversi da quelli condivisi e conosciuti dal pubblico e dalle produzioni. altrimenti ci si ferma a metà strada. vorrei essere cattivo ma i tentativi vanno comunque premiati.

Uno di quei pochi film italiani in grado di scardinare la banalità che attanaglia il nostro cinema da un pò di tempo a questa parte.
Fa piacere vedere una storia incentrata su due personaggi finalmente ben caratterizzati nelle loro passioni e nei loro contrasti e non solamente abbozzati in uno specchio societario ricco soltanto di inutili clichè.
Il film si concentra principalmente su di loro, su queste due persone "fuori dal mondo", che però ricercano il loro posto nel mondo.
A tratti poetico, mai banale, ricorda un pò il cinema francese degli ultimi anni.
Margherita Buy è esemplare nel personaggio schiacciato fra una fede a tratti vacillante e il desiderio di maternità.
Orlando è altrettando in gamba in un ruolo difficile a cui riesce a dare la giusta cupezza emotiva.
Il film è ambientato in una Milano senza punti di riferimento, potrebbe essere una qualunque città del mondo o forse sarebbe meglio dire "fuori dal mondo" .
Insomma, un piccolo gioiello assolutamente da vedere.
Forse il voto giusto sarebbe 8, ma un punto in più lo assegno perchè è un film italiano, e realizzare un film così in Italia oggi è davvero difficile.