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il film è bello, ma onestamente sono rimasto sorpreso nel leggere gli elogi sperticati di riviste come fangoria o autorevoli siti specializzati, e leggendo addirittura "one fo the best horror movies of all time" le braccia mi sono proprio cadute, perchè è il chiaro e rimarcabile segno di quale crisi nera stia attraversando il settore, se si mette nell'olimpo un film che, diciamocelo, sarà pure frizzante e degno di nota, ma sempre una simil-parodia e un cocktail di omaggi rimane. e sulla cosa ci marcia il regista stesso, mettendo sulla locandina la frase piuttosto esplicativa 'it's not a remake, it's not a sequel, and it's not based on a japanese one'. principalmente il film prende spunto da una pellicola notevolissima e dai più dimenticata come 'the burning'. partendo da qui green gioca bene le sue carte: sceglie un'ambientazione cupa che bilanci il clima scanzonato della pellicola, infila personaggi stereotipatissimi ma innegabilmente simpatici (i dialoghi fra le due divette del softcore mi hanno fatto davvero morire dal ridere), omaggia con amore i suoi miti e ci butta dentro un sacco di sangue e ammazzamenti ben realizzati, anche se non particolarmente originali. il film scorre, diverte, è scritto in maniera brillante pur abusando di ogni tipo di clichè, ma di horror di questo livello mi capita di vederne almeno un paio al mese, se non di più. non ho trovato molto carismatico il villain victor crowley (chiaro richiamo ad aleister), ma questa sentenza solo i posteri potranno darla.